5 consigli per fare business da Gates, Jobs e Grove

Di
Lucia Ingrosso
14 Marzo 2016

Che cosa hanno in comune Steve Jobs, Bill Gates e Andy Grove? Tutti e tre hanno partecipato alla fondazione di aziende tecnologiche di primissimo piano, nell’ordine: Apple, Microsoft e Intel. Tutti e tre hanno fatto dell’innovazione il loro cavallo di battaglia. Tutti e tre hanno riportato successi planetari. A guidarli, strategie simili. Stesso settore, stesso Paese (Usa). Eppure i tre si incontrarono una sola volta, nel 1998. Grove era appena stato eletto da Time “uomo dell’anno”. Gates era a capo dell’azienda produttrice di software più potente al mondo. Jobs due mesi dopo avrebbe lanciato gli iMac colorati, occasione di rinascita per Apple. Tre imprenditori diversissimi, ma guidati da strategie simili. Per saperne di più, abbiamo letto per voi Lezioni di strategia (Hoepli, 19,90 euro).

1. Guarda avanti, ragiona a ritroso
Gli scacchi insegnano che per arrivare lontano bisogna guardare lontano. Prevedere il futuro è quasi impossibile, ma studiare i trend e intuire dove porteranno è una dote base per un imprenditore di successo. Così come è fondamentale prevedere le esigenze dei clienti, anticipare le mosse dei competitor, individuare i punti di svolta del settore. L’intuizione chiave di Gates fu capire, già nel 1975, che i computer sarebbero arrivati su ogni scrivania. E che, con microprocessori che raddoppiavano ogni anno la potenza di calcolo, il vero business sarebbe stato occuparsi di software. Jobs fu il migliore nel capire che cosa volevano i clienti: «Non si può chiedere al cliente cosa vuole. Nel tempo in cui lo realizzi, lui ha già cambiato idea e vuole altro». Aveva intuito: ciò che gli piaceva, in genere piaceva anche al mercato. Ma a volte anche lui si sbagliò. L’atteggiamento nei confronti dei concorrenti lo sintetizza una delle massime più famose di Andy Grove: «Solo i paranoici sopravvivono». Se non costruisci barriere all’ingresso e non fidelizzi i clienti, i concorrenti ti porteranno via tutto. La programmazione è essenziale. Tutti sapevano che, per trasformare in realtà quegli obiettivi bisogna avere un piano per oggi, per i prossimi sei mesi e per i sei mesi successivi.

2. Scommetti in grande, senza rischiare troppo
Tutti e tre erano consapevoli del fatto che non si possono ottenere grandi vittorie se la posta in gioco è bassa. Anziché accontentarsi di facili conquiste, hanno deciso di puntare in alto: sfidare il leader di settore, ribaltare le regole del mercato, creare da zero una nuova categoria di prodotti. E tuttavia, guai a correre rischi troppo alti. L’obiettivo ultimo è e rimane la sopravvivenza dell’azienda. Per avere successo, bisogna essere visionari accorti. Diversificare i rischi, suddividere le scommesse nel tempo. Gates, Grove e Jobs non puntavano al semplice guadagno o al potere. Loro volevano costruire prodotti e aziende capaci di cambiare il mondo. Perciò puntavano a grandi idee, grandi sogni, prodotti rivoluzionari. Ma senza mai mettere in pericolo la sopravvivenza dell’azienda, fonte di tutto. E se si sbaglia? Si fa tesoro degli errori del passato e si passa oltre.

3. Costruisci piattaforme ed ecosistemi
I tre big in questione insegnano che nei settori tecnologici e di massa al momento di prendere decisioni fondamentali sulla progettazione, le prestazioni e i prezzi è fondamentale pensare innanzitutto
alle piattaforme e poi ai singoli prodotti. Le piattaforme consentono infatti di condividere l’innovazione con i soggetti esterni all’azienda e quindi far crescere ecosistemi composti da prodotti e servizi complementari. La piattaforma che ha decretato il successo planetario di Microsoft è stata indiscutibilmente il sistema Dos.

4. Sfrutta il vantaggio e la forza
Forse la strategia è la parte più divertente del business. Di sicuro, però, per mandare avanti l’azienda giorno dopo giorno occorre saper applicare una serie di tattiche. E assommare in sé le abilità tipiche di due sport molto diversi: il judo e il sumo tattici. Il primo richiede agilità, velocità e astuzia. Il secondo invece fa leva sulle dimensioni e la forza di un’azienda. Il judo richiede flessibilità mentale, capacità di scendere a compromessi, disciplina per mettere da parte l’orgoglio e seguire l’esempio
di un concorrente. Il sumo richiede soprattutto aggressività.

5. Plasma l’azienda intorno alla propria “ancora” personale

Gates, Grove e Jobs sono stati tre leader grandi, non infallibili. Il loro valore non è stato quello di azzeccare il 100% delle mosse (cosa impossibile), ma quello di fissare strategie aziendali precise, in grado di motivare i collaboratori, responsabilizzare i vertici, creare team di partner affidabili, entusiasti dei progetti da portare avanti. Tutti e tre sono partiti dalle loro qualità personali, sempre tenendo presente il quadro d’insieme, si sono concentrati sui dettagli.

Lucia Ingrosso

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