Cuba: e adesso?

Di
Lucia Ingrosso
28 Novembre 2016

A 90 anni a Cuba se ne è andato Fidel Castro, chiamato “lider maximo” (comandante supremo). Che cosa succederà adesso?

È stato uno dei protagonisti della rivoluzione che rovesciò il regime del dittatore Batista, a capo del suo Paese per oltre mezzo secolo. Rivoluzionario o dittatore? Opinione pubblica e media sono divisi. I suoi stessi connazionali sono combattuti. Se in patria c’è posto per commozione e celebrazioni, le comunità di dissidenti fanno festa.

E adesso? Il fratello Raul, alla guida del Paese dal 2008, ha già annunciato che lascerà nel 2018. E dopo? C’è grande interesse intorno a questo arcipelago che conta 4.200 isolette, sole, mare, spiagge, cultura. Ed enormi opportunità.

La strada del cambiamento era già stata aperta. Momento storico: l’ex presidente Usa Obama che, al grido di «Somos todos americanos», ha annunciato la ripresa dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Ma molto resta ancora da fare.

Ma perché pensare di mollare tutto e andare a Cuba?

cuba

PRO

Civiltà

«È un Paese che ha molto da insegnare: altissima percentuale di votanti, deputati che quando sono in carica percepiscono solo il loro stipendio precedente, una classe politica totalmente rinnovata con età media di 44 anni, presenza di donne in parlamento al 49% senza quote rosa. E ancora: sanità e istruzione gratis per tutti» spiega Sergio Marinoni, presidente dell’associazione Amicizia Italia Cuba (www.italia-cuba.it).

A Cuba tutti hanno l’indispensabile, ma molti se ne vogliono andare. A mancare più di tutto, forse, è proprio la libertà di decidere della propria vita.

Clima & bellezza

Il clima è favorevole (tropicale, con temperature comprese in genere fra 20 e 30 gradi, anche d’inverno), la gente disponibile e simpatica, i luoghi meravigliosi.

Grandi spazi

Cuba è una pietra grezza e preziosa da valorizzare. Un insieme di situazioni e posti unici da valorizzare. Quandoil Paese si aprirà davvero, essere già presenti sarà un vantaggio competitivo enorme. Senza contare che si può usare Cuba come testa di ponte per intraprendere in tutto il mercato centroamericano.

CONTRO

Burocrazia

L’iter burocratico è farraginoso, le restrizioni contro gli stranieri molto rigide.

Scarse risorse

Il mercato interno è inesistente. Un business di successo si deve rivolgere necessariamente ai turisti.

Rischi politici

La situazione politica è in pieno divenire.

COME SI ENTRA

Per entrare a Cuba serve un visto turistico, che dura al massimo tre mesi, con proroga per altri tre. In alternativa, se si viene assunti da un’azienda straniera, si può avere un visto di lavoro, da rinnovare di anno in anno. Il visto di lavoro è quello che può richiedere anche un imprenditore che avvia un’attività in loco. O un permesso di studio. L’ultima alternativa è quella di sposare un cittadino cubano.

COME SI FA BUSINESS: 6 COSE DA SAPERE

  1. Bisogna realizzare una società mista con investitori locali.
  2. La proprietà privata non esiste, neanche per i locali. Il Governo può effettuare degli accordi per l’uso o anche la proprietà, ma a tempo determinato.
  3. Impensabile partire con un piccolo investimento: per intraprendere a Cuba serve un capitale minimo di 100 mila euro.
  4. Prima di partire (i viaggi e le verifiche sono lunghi e costosi), si consiglia di rivolgersi alle istituzioni cubane (da mettere in conto tempi lunghi e un complesso iter burocratico) e/o a società di consulenza private. Fra queste si segnala Sipor Cuba (www.siporcuba.it, info@siporcuba.it) che, a seconda del grado di complessità, per uno studio di fattibilità chiede fra i 2.000 e i 10.000 euro.
  5. L’ambasciata cubana a Roma organizza periodicamente incontri di presentazione delle opportunità di investimento e business dell’Isola. Info: tel. 06 571724218, embajada@ecuitalia.it). Un altro riferimento utile è quello dell’ambasciata italiana a L’Avana (www.amblavana.esteri.it).
  6. Un settore interessante riguarda l’importazione da Cuba di prodotti locali. O si può anche partire dagli spazi immensi che ci sono a Cuba e riempire il vuoto nel settore del turismo all’aperto (camper e campeggi). Grandi spazi nel turismo in genere, rivolgendosi però agli stranieri che hanno soldi da spendere.
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