Conto corrente quanto mi costi

Di
Redazione Millionaire
26 Agosto 2012

Rincari per ogni operazione, aumenti di tassi e commissioni. Ma spuntare condizioni migliori in banca si può. Ecco come

L’importo italiano del conto corrente è più del doppio di quello medio europeo relativo a 17 Paesi e quasi sei volte quello dei Paesi Bassi. Inoltre, si può anche arrivare a importi superiori a 800 euro, se si effettuano numerose operazioni

ha osservato il commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier, annunciando un’inchiesta sui costi (più o meno palesi) dei conti correnti in Italia.

Il dato, però, non è univoco.

L’Isc (indice sintetico di costo) può essere calcolato in modo diverso, a seconda di quali tipi di conti correnti (con relativi servizi e costi annessi) vengono esaminati

spiega Giuseppe Mermati segretario nazionale e responsabile del settore crediti dell’Unione nazionale consumatori (www.consumatori.it). Ecco perché l’Abi (Associazione bancaria italiana, www.abi.it) risponde con il “suo” dato di riferimento: 116 euro.

Allora da che parte sta la ragione?

La sostanza non cambia. In Italia le banche vedono i clienti come limoni da spremere. Ma ottenere condizioni migliori e costi minori è possibile
osserva Gabriele Bellelli, trader e autore del libro Mani in alto, questa è una banca! Guida pratica per gestire i risparmi senza farsi fregare, De Agostini, 11 euro (www.bellelli.biz).

La botta di fine anno

A fine anno, solo le commissioni hanno pesato per circa 110 euro, con rincari medi del 3% e punte del 5,3% (chi fa molte operazioni) e del 6% (i pensionati).

Prosegue Mermati:

La verità è che prima le banche guadagnavano facendo il loro mestiere, cioè prestando i soldi. Adesso che il tasso è quello della Bce (Banca centrale europea), non possono più applicare interessi al 10%. E così fanno cassa in altro modo.

Anche l’abolizione della commissione di massimo scoperto non si è rivelata una grande conquista per i consumatori.

Il 40% delle banche ha aumentato il tasso debitore e le commissioni sono diventate una giungla: chi fa pagare un importo, chi un fisso per un periodo, chi un fisso per operazione. Solo l’8% degli istituti fa pagare una cifra proporzionale allo sconfino.

Ma quali sono i balzelli a cui stare attenti?

Tutto quello che eccede dalla norma. E quindi: il costo di un bonifico, il prelievo bancomat dal terminale di un’altra banca, la gestione del portafogli titoli, il costo di un assegno…

prosegue Mermati.

La Banca d’Italia si è battuta per l’istituzione presso le varie banche di un conto corrente semplice, univoco, che desse le stesse prestazioni. Peccato che questo conto corrente esista solo in teoria, perché nella pratica quasi nessuna banca lo propone agli aspiranti correntisti.

Alla ricerca del conto ideale

Bisogna verificare le proprie esigenze: quantificare numero di operazioni e bonifici annui, necessità di dossier titoli e carte di credito e di debito, domiciliazione di bollette… Chi esegue molte operazioni all’anno è saggio che si orienti verso un conto a canone fisso e che richieda espressamente che i bonifici siano compresi tra le operazioni. Capita infatti che molte banche li facciano pagare a parte e in modo salato. Chi invece esegue poche operazioni, può trovare conveniente pagare ogni singola operazione, ovviamente dopo averne concordato il prezzo
continua Gabriele Bellelli.

Per fare un primo raffronto veloce, si può consultare il sito www.pattichiari.it, che dal 2003 promuove l’efficienza del mercato e l’educazione finanziaria in Italia. Ne fanno parte 98 banche (pari al 75% degli sportelli del nostro Paese), che qui presentano le condizioni principali della loro offerta. Il passo successivo può essere recarsi direttamente presso gli sportelli “finalisti”.

È importante consultare numerosi istituti di credito e non limitarsi alle offerte della banca sotto casa. La prima regola è quella di non fermarsi alle parole, ma di farsi sempre consegnare le condizioni e i costi dei prodotti per iscritto. Diffidate se una banca vi dice che non può metterli nero su bianco

continua Bellelli.

Essere informati è fondamentale. Se in Italia le banche se ne approfittano è anche perché la nostra cultura finanziaria è scarsa.

Da una recente indagine, è emerso che il nostro coefficiente di conoscenza finanziaria è 3,5 su 10 (siamo fra gli ultimi in Europa)

continua Mermati.

L’alternativa dei conti on line

Un’ottima alternativa ai conti correnti tradizionali arriva da quelli on line. Nel corso delle ultime rilevazioni, i conti gestiti direttamente dal correntista on line sono risultati fra i più economici; alcuni di questi hanno addirittura un Isc pari a zero.

In generale, i conti on line hanno costi inferiori e riconoscono tassi di interesse a credito superiori rispetto ai conti presso gli istituti fisici. Il principale difetto dei conti on line è la mancanza di un interlocutore fisso e in carne e ossa. In caso di problemi spesso si è costretti a dialogare con una segreteria telefonica. Al contrario, in una banca off line in caso di problemi ci si reca in filiale e si può discutere con l’addetto dello sportello finché il problema non è risolto

specifica Bellelli.

Sei insoddisfatto? passa al contrattacco

A fine anno le spese di tenuta conto lievitano, ecco come risolvere la questione in 4 mosse.

1. Informarsi, come fare

La banca cambia le condizioni per il costo dei bonifici, le commissioni per prelievi in altre banche, il tasso debitorio molto superiore a quello creditorio… La comunicazione avviene per iscritto, posta ordinaria, spesso in calce all’estratto conto periodico. A quel punto, si hanno 60 giorni per recedere dal contratto, senza costi o penali. Il consiglio è quindi quello di verificare sempre gli estratti conto, le condizioni e i costi del conto.

2. Contrattare si può

La banca è un negozio, al pari di tutti gli altri. Sono i clienti ad avere il coltello dalla parte del manico e pagare lo stipendio ai bancari. Esiste spazio per la trattativa. Perciò non si deve esitare a presentarsi allo sportello, chiedendo condizioni migliori (o il ripristino di quelle originarie), puntando sulla propria fedeltà di cliente, l’entità del capitale. E minacciando di andare in un’altra banca.

3. Cambiare è gratis

La legge Bersani ha reso gratuita (o quasi) la chiusura di un conto corrente. Gli unici oneri sono i bolli statali, eventuali sconfinamenti di valuta e i costi del canone fisso fino al momento dell’estinzione. Tecnicamente, non si impiegano più di due-tre giorni. Qualche giorno in più se ci sono operazioni in sospeso, come assegni da verificare. Ovviamente, non si possono chiudere conti in rosso. Da mettere in conto solo qualche fastidio legato alla domiciliazione delle bollette, all’arrivo delle nuove carte…

4. Resistere

Le banche cercheranno di tenersi stretto il cliente, specie se il momento dell’addio cade a fine anno. In questo periodo, infatti, si fanno i bilanci e si decidono i premi di produzione. Motivo in più per non mollare il correntista. Per essere più tranquilli, decidere il “divorzio” nei primi mesi dell’anno.

la provocazione

Via i soldi dalle banche!

L’ex calciatore e oggi attore francese Eric Cantona, nell’ottobre scorso aveva lanciato un perentorio appello ai suoi connazionali.

Se 20 milioni di risparmiatori ritirassero contemporaneamente i loro soldi dai conti correnti, il sistema crollerebbe. La rivoluzione si fa attraverso le banche.
L’iniziativa ha raccolto grandi consensi sul Web. Ma poi, nel giorno stabilito (7 dicembre 2010) tutto si è risolto con un flop.

Pare che neanche l’ex stella del Manchester United sia andato a prelevare come promesso 1.500 euro dalla filiale della Bnp di Albert, preferendo trattenersi sul set del film che stava girando. Per saperne di più: www.ericcantona.com e il suo video su YouTube.

Lucia Ingrosso, Millionaire 2/2011

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