«Ho inventato Duolingo e vi svelo come si impara l’inglese»

Di
Lucia Ingrosso
27 Aprile 2017

Ha 150 milioni di utenti. Dà risultati come un corso universitario. È l’App preferita da Bill Gates. Intervista al suo ideatore Luis Von Ahn.

Duolingo è un’App lanciata nel 2010, che oggi conta 150 milioni di utenti in tutto il mondo e insegna 17 lingue, incluse inglese, spagnolo, russo e vietnamita. Si scarica gratuitamente sul proprio smartphone o sul computer. Si fa un test d’ingresso che dura 5 minuti e si è inseriti al proprio livello. A quel punto si sceglie la durata dell’allenamento quotidiano (da “rilassato” a “impazzito”) e si parte. I singoli moduli sono un mix di comprensione scritta e orale, traduzioni, abbinamenti e quiz a scelta multipla. Si sa subito se la risposta è esatta e si ottiene la correzione. C’è anche la possibilità di sfidare gli amici, grazie ai language club. Più che una lezione statica, sembra un gioco. E dà dipendenza.

Duolingo è usato in varie scuole nei Paesi in via di sviluppo, ma ha anche un fan d’eccezione come Bill Gates. A inventarla, con Severin Hacker, è stato Luis von Ahn, 38 anni, di Città del Guatemala. Uno dei pionieri del crowdsourcing, ha inventato Captcha e reCaptcha, ha venduto due aziende a Google e fatto incetta di premi e riconoscimenti. Millionaire lo ha intervistato.

Luis è stato un enfant prodige o un bambino normale?

«Se chiedete a mia madre, vi direbbe che ero un genio molto precoce, ma io preferisco pensare di essere stato un bambino normale! Di sicuro, ero molto curioso. Per esempio, a otto anni, quando mia madre mi regalò il mio primo computer, io pensai bene di smontarlo e rimetterlo insieme per vedere come funzionava. Purtroppo allora non riuscivo ancora a capire come funzionavano i microchip. Un’altra volta, cercando di ottenere più potenza per l’elicottero fatto da me, ho causato un’interruzione di corrente in casa mia e in tutte le case vicine».

Cosa sognava di diventare da giovane?

«Prima poliziotto, poi medico, astronomo e, infine, professore, quello che poi sono diventato (ha una cattedra di informatica all’università Carnegie Mellon di Pittsburgh, ndr)».

Perché ha scelto di laurearsi in Matematica?

«Per me i numeri hanno un gran significato. Sapevo anche che volevo essere un professore e ho pensato che l’idea di diventare un professore di Matematica fosse molto romantica. Mentre studiavo all’università, però, mi sono reso conto che i problemi matematici più spinosi non erano stati risolti in centinaia di anni, così ho scelto ottenere un dottorato di ricerca in Informatica, che è un campo nuovo, con un sacco di nuovi problemi aperti».

Si sente più professore o imprenditore?

«Attualmente, mi sento più un imprenditore perché è ciò a cui sto dedicando il 100% del mio tempo. Dal lancio nel 2011, Duolingo è cresciuto fino a superare 150 milioni di utenti ed è un progetto che mi porta via un sacco di tempo. Per fortuna è anche qualcosa che mi piace fare!».

Ci racconti di Captcha.

«Con il mio consulente del dottorato di ricerca, Manuel Blum, ho inventato Captcha, quelle lettere ondulate che gli esseri umani sono in grado di eseguire, a differenza delle macchine. Captcha è utilizzato da milioni di siti per impedire che programmi automatici, o bot, eseguano abusi su larga scala, come per esempio la registrazione automatica di numerosi account di posta elettronica o l’acquisto di un gran numero di biglietti da rivendere per un concerto».

E di reCaptcha?

«Nel 2007, ho inventato reCaptcha, una nuova forma di Captcha, che aiuta anche a digitalizzare libri. Viene effettuata una scansione fotografica delle pagine e le immagini sono trasformate in file di testo utilizzando il software di riconoscimento ottico dei caratteri (Ocr). reCaptcha è stata acquisita da Google nel 2009. A oggi più di un miliardo di persone, oltre il 15% dell’umanità, hanno aiutato a digitalizzare libri attraverso reCaptcha, rendendo questa soluzione il più grande esempio di collaborazione di massa. Al ritmo attuale, reCaptcha sta aiutando a digitalizzare circa due milioni di libri all’anno dal progetto Google Books».

Come ha pensato di usare lo stesso principio del crowdsourcing con Duolingo?

«Quando mi sono reso conto che la maggior parte del Web è inaccessibile a moltissime persone nel mondo (in particolare in Cina, Russia, America Latina). L’idea era che, utilizzando Duolingo per imparare le lingue, le frasi tradotte dalle persone potevano essere utilizzate per tradurre il Web. Quando abbiamo iniziato le traduzioni del Web, abbiamo collaborato con aziende come la Cnn e BuzzFeed. Di recente ci siamo allontanati dalle traduzioni web».

L’App è gratis, da dove arrivano i guadagni?

«La nostra mission è quella di fornire educazione linguistica gratuita nel mondo. Come? 1) Attraverso gli acquisti in App opzionali, che rendono l’esperienza degli utenti più divertente. Per esempio, la possibilità per gli utenti di acquistare “abiti” in più per i loro avatar su Duolingo. 2) Fornendo una certificazione linguistica per l’inglese accessibile alle persone di tutto il mondo che altrimenti non avrebbero accesso ad alcune opportunità di istruzione. Per questo, offriamo il Duolingo English Test (https://en- glishtest.duolingo.com), a 49 dollari, un quinto del costo di test simili. 3) Con annunci sponsorizzati».

Perché quello dello studio delle lingue è un ambito promettente per il business?

«Ci sono 1,2 miliardi di persone in tutto il mondo che stanno imparando una lingua straniera, 800 milioni l’inglese, per uscire dalla povertà. Si tratta di un mercato molto grande e siamo orgogliosi di offrire una soluzione gratuita».

Quali i suoi prossimi obiettivi?

«Entro il 2020, il mio sogno è che Duolingo sia efficace come un tutor umano. Noi crediamo che se un giorno i soldi non potranno comprare una formazione migliore, allora avremo raggiunto l’uguaglianza nell’istruzione».

Consigli a chi aspira a fare business?

«La passione e una mentalità orientata alla propria mission sono probabilmente i fattori più importanti. In Duolingo, tutto il team è impegnato nel raggiungimento della mission aziendale. Questo fa una grande differenza nel modo in cui i nostri dipendenti affrontano il loro lavoro. La chiave è guardare oltre le attività quotidiane che svolgi ogni giorno e considerare l’impatto più ampio che il tuo lavoro sta avendo a livello globale sulle persone».

INFO: www.duolingo.com

Tratto dall’articolo di Lucia Ingrosso «Ho inventato Duolingo e vi svelo come si impara l’inglese» pubblicato su Millionaire di marzo 2017.

logo-footer
Il mensile di business più letto.

Direttore responsabile: Federico Rivi

Editore: Millionaire.it Srl Indirizzo: Largo della Crocetta, 2 20122 Milano (MI) Italy

Partita IVA: 12498200968 – Numero iscrizione ROC: 38684

© 2024 millionaire.it.