Qurami, nuovo round di investimento

Di
Tiziana Tripepi
27 Luglio 2016

Qurami convince il fondo R204 Partners. Così l’App per evitare le code in uffici pubblici e ospedali decolla

Un team che lavora insieme da anni, clienti in aumento, in crescita anche i download dell’App, che hanno superato il milione. Nuove idee sempre dietro l’angolo, come il servizio Qurami Agenda, che permette agli utenti di prenotare un servizio, dal parrucchiere al campo da tennis, in tutte le strutture che fanno parte del network. La startup Qurami, fondata nel 2010 da Roberto Macina e incubata in Luiss Enlabs, sta procedendo a ritmi serrati. A maggio avevamo parlato dell’accordo con Trenitalia grazie al quale l’App è stata resa disponibile nelle dieci principali stazioni italiane, ed è di oggi la notizia di un importante round di investimento da parte del fondo R204 Partners, guidato da manager italiani di Bain & Company. È il loro primo investimento in un’impresa digitale.

Ripercorriamo la storia di Qurami, che abbiamo intervistato in diverse occasioni sulla nostra rivista.

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Com’è nata l’idea di Qurami?

«Era il 2010, e mi trovavo in coda alla segreteria dell’università. Aspettavo da più di un’ora per consegnare la mia domanda di laurea in Ingegneria. Pensavo: “Ci vorrebbe un’App che eviti di fare la coda”» ci ha raccontato Roberto Macina, cofounder di Qurami insieme a Manolo Abrignani (nella foto il team insieme a Tim Cook, Ceo di Apple, in visita in Italia a gennaio).

 

 

Come funziona la vostra App?

«Ti geolocalizzi, scegli la struttura nella quale vuoi andare e verifichi in tempo reale il numero di persone in fila. Scegli il servizio desiderato e prendi il “numeretto elettronico”, equivalente in tutto e per tutto al biglietto cartaceo che si staccheresti sul posto. Il vantaggio consiste nel poter aspettare il tuo turno con la libertà di dedicarti a ciò che vuoi: delle notifiche segnaleranno l’avanzamento della fila e il momento in cui recarti allo sportello».

Qual è il vostro modello di business?

«Le strutture che scelgono Qurami pagano un costo annuale per l’attivazione e la gestione del servizio. In questo periodo stiamo cercando una nuova tipologia di clienti: piccoli esercenti e ambulatori che vogliono farsi conoscere e migliorare il servizio al pubblico, gestendo eventuali picchi di attesa».

Come avete fatto a trovare i soldi per la vostra startup?

«I business angel sono stati fondamentali per noi. Nelle prime fasi abbiamo avuto l’appoggio di tre investitori privati, poi siamo entrati in Luiss Enlabs (l’acceleratore di startup di Roma), che ci ha fornito il primo seed di 100mila euro. Infine siamo entrati in società con il business angel Pierluigi Pace. Nel 2014 abbiamo ricevuto un round di investimento di 590mila euro da Unicredit, LVenture Group e Iag. Ad oggi sono stati investiti in Qurami 900mila euro».

Ora come sta andando?

«300 strutture in Italia utilizzano Qurami, 150mila i biglietti staccati, il numero di download ha superato il milione. Siamo riusciti a stringere accordi con Comuni, università, banche, ospedali, strutture ricreative. Il nostro servizio ora parte anche nelle dieci principali stazioni italiane di Trenitalia. Il nostro fatturato nel 2015 ha raggiunto i 500mila euro, il doppio rispetto al 2014».

A maggio Qurami aveva siglato un accordo con Trenitalia, grazie al quale l’App è stata resa disponibile nelle dieci principali stazioni italiane. Obiettivo: minimizzare i tempi di attesa e rendere quindi un’azienda come Trenitalia più appetibile per i consumatori.

INFO: www.qurami.com

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