Lavoro dei sogni: da una cartolibreria alla Apple

Di
Marketing & Promotion
21 Aprile 2016

Da una cartolibreria a un posto di lavoro a Cupertino, dove Steve Jobs ha ideato alcuni dei più prodotti più importanti.  Mauro Lecchi, 44enne di Bergamo, lavora come designer 3D per Apple.  Ma prima aveva aperto una sua attività…

Il destino ha più fantasia di noi

Appassionato di disegno fin da bambino, non avrebbe mai pensato di arrivare fino in America, ma come spiega: «Il destino ha più fantasia di noi».  Si iscrive a Giurisprudenza , ma non completa mai gli studi. Colpa di un incidente automobilistico che gli rompe le ginocchia. Dopo tre interventi si rimette in sesto, e con i soldi dell’assicurazione, decide di mettersi in proprio e apre una cartolibreria: «Mi divertivo a progettare le vetrine: qui riponevo tutto il mio amore per il design. Iniziano a notarmi, prima i negozianti che mi chiedono di allestire le loro vetrine. Poi arrivano in negozio tre architetti…».

 Un master che cambia la vita

È grazie a loro che viene a conoscenza di un master in transportation design (progettazione per veicoli): «Passavo le notti a guardare il soffitto. Non sapevo cosa fare. Fare il master avrebbe significato chiudere l’attività, che restava la mia unica certezza. Poi mi servivano soldi. Se avessi ceduto il negozio, avrei potuto frequentare il master». Alla fine molla tutto e torna a studiare. Si specializza in modellazione 3D, dopodiché partecipa ad alcuni concorsi per designer per presentare alcuni concept. La svolta? Quando decide di mostrare i suoi lavori sul Web.

Due sogni: Ferrari, poi Apple

 I suoi concept piacciono e circolano sulla Rete, iniziano a notarli in tanti, tra cui la Ferrari: «Mi contattano per un colloquio. Dopo una prima prova di una settimana, mi hanno preso. A Maranello mi occupavo di modellazione 3D».

E poi è arrivata Apple. Anche l’azienda di Cupertino, sogno per i designer di tutto il mondo, conosce i suoi lavori via Internet: «Confesso che quando mi hanno chiamato ero un po’ titubante. In fondo lavoravo in Ferrari, una dei brand più importanti del Pianeta. Da una parte c’era la sicurezza. Dall’altra la possibilità di fare un’esperienza di vita in Silicon Valley. Una prospettiva molto allettante». I primi test per mettere piede a Cupertino avvengono di notte.

La mattina Mauro è a lavoro in Ferrari, mentre la sera fa prove per Apple: «Si trattava di test di modellazione 3D, mi mandavano foto di oggetti da ricostruire con il pc secondo un modello tridimensionale. Man mano più complessi».

Supera le prove con successo e vola a Cupertino per un primo colloquio conoscitivo: «Ti mettono a tuo agio, non sei obbligato a vestirti con giacca e cravatta, così come avviene in Italia. Puoi andare anche in maglietta, pantaloncini e scarpe da ginnastica. Una chiacchierata piacevole a cui segue una prova di una settimana in azienda che servono a loro per capire come sai muoverti nel team. Per loro è fondamentale che tu ti integri subito».

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Vita in Apple

 Il primo giorno che entri in ufficio, ti sembra di andare all’università. La cosa che mi ha più colpito? Ci fanno sedere in una stanza, tutti i membri del team del progetto. Tutti insieme per decidere chi sarebbe stato il nostro manager».

In Apple Mauro ottiene uno stipendio tre volte superiore a quello di Ferrari. Oltre a una serie di agevolazione, stock option, copertura assicurativa. E perfino un massaggiatore: «Da noi è un po’ un’isola felice. Se hai problemi di schiena, due massaggiatori ti seguono e controllano come stai seduto, ti offrono consigli su come non sottoporre la schiena a ulteriori stress. C’è una grande attenzione alla salute dei dipendenti».

Come in ogni esperienza della vita ci sono pro (tanti) e anche qualche contro: «Puoi andare in corridoio incontrare Tim Cook che ti saluta e ti chiede come stai. Detto questo, hai sempre l’idea di essere in ufficio tra colleghi. Mancano quei legami veri che si stabiliscono in Italia. È tutto più freddo nei rapporti umani, più controllato. Lavoro da mesi ormai  e non ho mai sentito qualcuno alzare la voce».

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Consigli per chi vuole provare a fare il salto

«Fai bene qualunque cosa tu stia facendo, come è successo a me quando mi occupavo di allestire le vetrine della cartolibreria. La gente parlerà di te, riuscirai a crearti dei contatti. Forse non arriverai in Apple, ma si apriranno tante opportunità».

Giancarlo Donadio

 

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