Sting torna al Bataclan per commemorare le vittime della strage del 2015. E il locale riapre
Era difficile e molto doloroso riaprire il Bataclan, il locale parigino insanguinato dalla violenza terroristica, un anno fa. Nessun musicista francese se la sentiva. I proprietari l’hanno chiesto a Sting, solo una settimana prima. E lui ha detto sì, suonando gratis e mettendo a disposizione la sua band, il 13 novembre, per onorare la memoria delle tante vittime della strage.
Far sentire meglio la gente
«Parte del mio lavoro è guarire, far sentire meglio la gente, dare gioia, in qualche modo educare» ha dichiarato l’ex Police, che si divide fra New York, l’Inghilterra, la sua patria, e l’Italia, dove da anni produce vino, in Toscana. Grazie al suo “Sister Moon”, il musicista è stato annoverato tra i 100 migliori produttori in Italia, da Wine Spectator, e celebrato a Vintaly, nell’aprile 2016.
Ora girerà in Europa per la promozione del nuovo album 57th & 9th, uscito l’11 novembre.
Cantare davanti al dolore, con rispetto
Sting ha chiesto un minuto di silenzio, prima di cominciare. Un modo intenso per ricordare. Poi il concerto. “Non è stata un’impresa facile commemorare le vittime di quel maledetto giorno, molte famiglie erano presenti, in sala» ha raccontato. Ha aperto il concerto con Fragile, accompagnato dal trombettista Ibrahim Maalouf, musicista islamico.
Vincere la fragilità e la paura
Fragilità: anche Sting ne sente il peso. Negli ultimi mesi se ne sono andati molti big della musica: Prince, Bowie, Cohen… Ma lui non si ferma. È pieno di energia. «Ho 65 anni, sono un nonno, un marito, un cittadino, e sono preoccupato per ciò che accade nel mondo» ha detto. Al Bataclan è tornato dopo tanti anni «Lì c’è un pezzo del mio passato, la prima volta ci suonai nel 1979″.