cicloriparazioni in Svezia

Svezia: chi ripara paga meno tasse

Di
Silvia Messa
12 Gennaio 2017

Buone pratiche dalla Svezia. Chi riparerà oggetti ed elettrodomestici, pagherà solo il 12% di Iva.

Più risparmi, meno consumi, meno rifiuti, più lavoro: ecco gli obiettivi di Per Bolund, ministro delle Finanze della Svezia. La sua proposta di legge, inserita nella Finanziaria, segna una svolta epocale in un paese già noto per le scelte ambientaliste.

Dal 1009 ad Oggi, gli Svedesi hanno ridotto le emissioni di Co2 del 2%. E recuperano circa il 90% dei loro rifiuti. Con benefici per tutti.

«Il mio compito principale è quello di mantenere la stabilità finanziaria in Svezia e garantire uno sviluppo economico stabile a lungo termine. Voglio affrontare in modo aggressivo la sfida del clima, investendo e agendo in modo sostenibile, nei mercati finanziari e nel nostro ruolo di consumatori intelligenti» spiega Bolund. ”

 

Che cosa si combatte: buttare

La logica dei consumi è impietosa: buttare quello che si rompe e sostituirlo con un oggetto nuovo, perché si spende quasi meno della riparazione e ci ritrova un oggetto nuovo. Peccato che spesso sia di qualità meno elevata, già programmato per una vita breve. Le conseguenze sono la creazione di un flusso di prodotti, spesso di importazione, a basso costo e chip, la trasformazione di produzioni locali, artigianali e industriali, un tempo eccellenti in ordinarie, lo spreco di materie prime e di risorse energetiche per la produzione, l’accumulo di rifiuti, che nella migliore delle ipotesi devono essere sottoposti a smistamento, recupero e riciclo.

Che cosa si ottiene: riparare invece di buttare

La nuova strategia svedese favorisce un atteggiamento mutato nei confronti delle cose: se si rompono, si possono aggiustare e far tornare a nuova vita. Scarpe, abiti, oggetti, elettrodomestici, bici, moto, auto…

cicloriparazioni in SveziaCon un detassazione sulle riparazioni, i consumatori non fanno solo una scelta civica e onorevole. Risparmiano. E possono inserire tra le detrazioni nella dichiarazione dei redditi il costo del lavoro dei riparatori (con una drastica riduzione del “nero”).

I costi per lo Stato

La Svezia ha calcolato ( da La Repubblica) che il taglio sull’Iva costerà circa 48 milioni di euro. Per recuperare denaro, imporrà una “Chemical Tax” ai costi di smaltimento di prodotti danneggiati e abbandonati, che dovrebbe portare nelle casse statali 210milioni di euro.

Gli svedesi pensano positivo: più che al danno per i produttori, ipotizzano che il business delle riparazioni possa creare nuovi posti di lavoro e nuove imprese, anche tra gli immigrati che hanno minori specializzazioni e possono entrare facilmente nel mercato delle riparazioni.

In Italia

«Il sistema di incentivi mira a rendere più conveniente la scelta ecologica collegando un vantaggio immediato alla scelta dell’individuo. Riparare e riutilizzare sostituisce il paradigma “buttare e comprare” che si è affermato nei tempi moderni. L’iniziativa svedese mira poi ad affermare una vera e propria “economia delle riparazioni”, in grado di creare posti di lavoro. I cittadini svedesi potranno quindi riciclare e risparmiare contribuendo al tempo stesso a ridurre i rifiuti prodotti e a diminuire gli impatti ambientali che ne derivano» osserva il WWF. Secondo l’associazione ambientalista anche in Italia si dovrebbe applicare la leva fiscale, a cominciare dalle tasse sui rifiuti: chi ne produce meno, dovrebbe pagare meno tasse, come già avviene nelle province autonome di Trento e Bolzano. Benvenuti anche gli sconti fiscali sull’acquisto delle bici. «Perché mentre possiamo detrarre dalle tasse le medicine non possiamo portare in detrazione anche gli abbonamenti per i mezzi pubblici delle nostre famiglie che rappresentano una medicina per la salute delle nostre città e del Pianeta?» si è chiesto negli studi del TG3 Gaetano Benedetto, Direttore generale del WWF Italia. «Alcune regioni come il Lazio e la Toscana e alcune città come Bologna incentivano già l’acquisto di biciclette da utilizzare insieme ai trasporti pubblici: questa è una misura che deve diventare nazionale. I comportamenti virtuosi vanno premiati e sostenuti”.

 

 

 

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