Vado a Madrid e produco biciclette artigianali

Di
11 Marzo 2015

Molla tutto, si trasferisce a Madrid e realizza il suo sogno imprenditoriale. Nicolò Koschatzky, 31enne di Milano è un sarto… ma di bici. I clienti vanno da lui, gli spiegano le loro particolari esigenze e lui crea bici su misura (dalla lunghezza del telaio che lavora e taglia personalmente, al colore del sellino, manubrio, pedali…).

Esperto in ingegneria meccanica, inizia a lavorare con le moto, in una piccola azienda che crea moto personalizzate. I quattro dipendenti iniziali diventano 20, ottime aspettative. Nicolò si occupa della costruzione dei mezzi, vorrebbe cambiare vita, aprire un negozio in Italia e negli Stati Uniti, ma le cose non vanno come sperava: «Non c’erano più le possibilità di crescere e di realizzare ciò che volevo. Allora sono andato via. La mia ragazza intanto aveva trovato un lavoro a Madrid. Ho mollato tutto, l’ho seguita, per reinventarmi una vita» racconta a Millionaire.

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Una volta a Madrid prova a trovare lavoro nel settore delle moto da corsa, ma non ci riesce. Parlando con amici su come mettersi in proprio, viene fuori l’idea di produrre bici artigianali. Allora affitta un’officina, compra i macchinari. La componentistica la compra online da rifornitori italiani ed europei: «Ho messo su tutto e ho iniziato a lavorare. Ho investito 35mila euro di soldi che avevo conservato in tutta una vita. In Spagna aprire un’impresa è semplice, due giorni per preparare i documenti e solo due settimane per poter già operare. Per le aziende che aprono c’è un regime fiscale molto vantaggioso, intorno al 15%. Gli affitti sono bassi: qui puoi affittare un’officina a 700 euro al mese, in Italia mi costerebbe almeno 1.000 euro».

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Non tutte rose e fiori, le difficoltà iniziano subito a manifestarsi in un mercato difficile: «Ho sondato il mercato locale, ma come già sapevo in Spagna non vi è una grande tradizione per la bici. Allora ho puntato al mercato italiano, vendo principalmente in Italia e verso il mercato Nord Europeo. L’idea è di rafforzarmi qui per poi aprire un’officina altrove. Il mio sogno è poter aprire un’officina a Londra».

Ha iniziato a gennaio con le prime bici, modelli standard da personalizzare: «Faccio tutto da solo, costruisco telai e assemblo. Solo per la verniciatura mi affido a professionisti esterni. C’è tanto lavoro dietro. Una bici personalizzata la vendo a una cifra intorno ai 1.500 euro. Un prodotto del genere, tutto fabbricato a mano, viene venduto da una grande marca a un prezzo superiore del 30, 40%».

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 Consigli a chi vuole trasferirsi all’estero e fare un business?

«Valgono un po’ le regole di chi apre un’attività in Italia. Non avere la presunzione di sapere che la propria idea è vincente. Capisci se può funzionare parlandone prima con amici, colleghi, conoscenti. Poi non avere paura di chiedere consigli: io lo faccio continuamente. Avere suggerimenti da professionisti, creare una rete di competenze, è il modo giusto e più veloce per imparare e migliorare. Infine, fare attenzione alle spese: saranno sempre superiori a quelle previste nel tuo business plan. Quindi è meglio saperlo, così da non restare senza soldi in tasca».

INFO: http://kilometroitaliano.it/

Giancarlo Donadio

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