Dal fallimento in Italia al successo in Svizzera: «Qui le istituzioni sono dalla tua parte»

Di
Marketing & Promotion
25 Febbraio 2016

26 anni Gabriele Borga, genovese, ha trascorso metà della sua vita a fare startup. A 15 anni un’associazione per mettere in contatto in eventi giganti dell’ICT con giovani. Poi un sito di couponing con una 15ina di dipendenti. Oggi è in Svizzera dove ha realizzato Jobtome, un portale di lavoro che è presente in 32 Paesi nel mondo, offre lavoro a 50ina di persone e fattura milioni di euro (10 milioni, la previsione per il 2016) in utile. Ma non si ferma qui: sta per lanciare Digibool, un incubatore sul modello del tedesco Rocket Internet, per lanciare startup di successo. Millionaire gli ha fatto qualche domanda.

Come nasce la tua passione per l’impresa?
«Già durante la scuola, sono diplomato al liceo scientifico, organizzavo eventi di business con Confindustria Genova. Poi mi sono iscritto ad Economia, ma avevo un’azienda con 15 dipendenti e non ho continuato. Allora avevo puntato sul settore del couponing, eravamo molto forti su Genova, nonostante la concorrenza di Groupon. Poi come si sa il modello di business ha iniziato a scricchiolare. Ho messo l’azienda in liquidazione e sono ripartito da zero. È stato molto formativo. Ora anche quando le cose vanno bene, mi dico che non sarà sempre così. Ci sono alti e bassi nel business, bisogna accettarlo».

Cosa hai fatto poi?
«Mi sono messo a studiare altri modelli di business come Jobrapido e Indeed per capire come funzionavano. Ho messo su un portale (Jobtome) con 10mila euro. Poi ho formato il team, coinvolgendo il mio amico Filippo come CTO, mentre una società di Novara faceva il motore di ricerca in outsourcing. L’azienda viveva in 80mq, ma già aveva un fatturato mensile di 15mila euro. Se volevo fare le cose in grande però mi servivano investitori».

Come li hai trovati?
«Con i contatti che avevo maturato come imprenditore. Ho contattato Alessandro Rivetti (amministratore di Bakeka.it). Lui ha coinvolto altri imprenditori che hanno messo sul piatto 120mila euro con i quali ho fondato l’azienda in Svizzera perché c’era un ecosistema più semplice per costruirla».

Perché in Svizzera?
«La burocrazia è più semplice, ma non è solo questo. Puoi lavorare a stretto contatto con enti e istituzioni: basta inviare una email, alzare il telefono e hai interlocutori validi con cui parlare. E poi il mercato del lavoro, la maggiore flessibilità che ti offre la possibilità di mettere in squadra i migliori talenti e gestire il team in modo meritocratico».

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Su cosa hai puntato per far crescere l’azienda?
«Ho preso i migliori. Informatici bravissimi, manager preparati. E poi tenacia. Non sempre le cose vanno bene. I clienti a volte ci mettono secoli a pagarti. Abbiamo investito molto su Google (Adwords e Adsense)».

Qual è il modello di business?
«Ci basiamo essenzialmente sul PayPerClick. Le aziende che offrono lavoro ci pagano per i click che ricevono le offerte. I costi variano dai Paesi e dagli investimenti in marketing che facciamo per affermarci in ognuno di essi. Diciamo che in alcuni come Germania, Australia, Canada, arriviamo anche a 20 centesimi».

Cos’è Digibool?
«È un altro progetto, un sogno. Un campus di 5000mq che stiamo costruendo per ospitare giovani talenti che vogliono replicare business vincenti che vengono dal mondo, un po’ come fa Rocket Internet in Germania. Il progetto costerà 10milioni di euro e lo realizzeremo mettendo insieme una cordata di imprenditori interessati. A regime lavoreranno nel campus oltre 500 persone».

Consigli agli startupper?
« Studia i modelli di business vincenti che vengono dall’estero. Scegli le persone giuste. Lavora moltissimo sul modello di business, capendo quali sono le voci su cui hai bisogno davvero di concentrarti. E adattalo con l’evolversi del business. L’errore? Non pensare che puoi fare tutto da solo. Hai bisogno sempre di un sostegno di investitori. Magari rischi di perdere un po’ di autonomia, ma nulla è irreversibile. Nel mio caso ho ricomprato le quote di alcuni investitori, appena ho potuto e ritrovato la libertà di cui avevo bisogno per decidere».

INFO: http://it.jobtome.com/

Giancarlo Donadio

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