Fate soldi con il baratto!

Di
Redazione Millionaire
10 Settembre 2012

Dagli swap party, feste in cui gli invitati si scambiano oggetti, a ristoranti ai quali puoi pagare il conto, semplicemente,  portando con te cose che non usi più. Il baratto oggi torna di moda anche nel mondo degli affari.  Ma è un’opportunità concreta di fare business?

Lo abbiamo chiesto a Luca Leoni, ideatore con sua moglie, Irina, del sito Reoose.com, una piattaforma in cui è possibile acquistare oggetti della natura più svariata (dall’abbigliamento, alla musica, passando per sport ed elettronica) senza spendere un euro!  

Semplice il meccanismo del sito: in pratica, se ti piace un oggetto che è in vetrina puoi prenderlo, scambiando qualcosa di tuo.

Partito a settembre del 2011, oggi Reoose ha circa “20.000 utenti iscritti con decine di transazioni al giorno e 400.000 pagine viste al mese”.

Per capirci di più siamo andati da Luca a fargli qualche domanda…

Il baratto può diventare un business. Se sì in che modo secondo lei?

Il baratto può diventare un business semplicemente perché è una pratica che unisce le persone, che fa community. Aggregare un gruppo di persone pensanti in un posto virtuale o non, che ha un nome e un’ ideologia ben precisa, vuol dire già fare business perché non si fa altro che accrescere il valore del proprio brand.

 

Quali sono i segreti per creare una startup di successo sul web?

Non so se esistano segreti per creare una startup di successo. Noi nel nostro piccolo prima di parlare dei prodotti, del software, dei possibili sviluppi , abbiamo parlato di noi, del perché una giovane coppia abbia deciso di perseguire un’idea originale e un po’ ambiziosa come Reoose. Aprendoci totalmente ai nostri utenti, senza nascondere nulla, abbiamo trovato nella nostra community, anzi nei nostri reooser, la consapevolezza di essere sul binario giusto.

Nel nostro caso questi utenti sono stati molto più forti delle decine di “esperti del settore” che all’inizio ci sconsigliavano di investire su quest’attività perché non c’erano precedenti e quindi nulla poteva essere dimostrato e proiettato!!! Del resto alle fredde proiezioni da excel non ho mai creduto fino in fondo…
Quali sono stati i costi per mettere in piedi la sua idea?

Circa 50 mila euro e un anno di nottate con Irina, mia moglie e co-fondatrice, a pianificare e lavorare duramente.

Lei è anche il fondatore di Ninja Marketing (tra i più importanti blog di marketing in Italia). Ci dica quali sono tre caratteristiche che un sito deve possedere per funzionare sul web?

Ce ne sarebbero mille sapendo però che sono tutte a tempo determinato. Semplice: perché deve comunicare la reason why senza fronzoli. Aggregativo: perché deve saper coinvolgere e unire chi fruisce. Infine, utile.

 Reoose ha una nutrita community di più di 5.000 fan su facebook. Qual è la vostra politica sui social? Quali tecniche usate per catturare l’attenzione dei vostri fan?

La tecnica è esserci. Ho sempre odiato quelle società che utilizzano i social per versare anziché conversare. Per Reoose, facebook è un posto dove, chiacchierare con gli utenti e condividere i nostri interessi è l’unico scopo. Ascoltare le loro esigenze, i consigli, le idee ed anche gli eventuali disguidi, è l’unica “tecnica” che realmente paga e che ti rende vicino a chi è il vero motore della tua macchina

Quali canali avete scelto e scegliete per comunicare il vostro progetto al pubblico? Vi servite esclusivamente del web o i mezzi tradizionali sono ancora necessari oggi per diffondere al meglio un’idea come la vostra?

Mi ha sempre affascinato una frase di Tolstoj che dice: “Le idee che hanno enormi conseguenze sono idee semplici” . Credo che la sola percezione, da parte di molti, che Reoose fosse una “grande idea semplice”, sia stata un’arma di comunicazione fortissima. E’ stata l’idea che in maniera virale s’è diffusa tra la gente, tra i giornalisti e nella rete. Senza aver mai avuto un ufficio stampa, dopo solo due settimane dal lancio della piattaforma , la notizia di questa piccola rivoluzione era già sui principali quotidiani nazionali italiani.

 

Pensa che il pubblico italiano sia già pronto a recepire i più innovativi messaggi green come la riscoperta del baratto?  E la possibilità di considerarlo un’opportunità per fare soldi?

[blockquote align=”center” variation=”green”]Credo di sì. Ormai la situazione politico-economica ci sta portando inevitabilmente verso modelli alternativi che si allontanino il più possibile dagli schemi fallimentari delle generazioni passate. Mi riferisco alla politica dell’usa e getta, all’individualismo , al concetto di possesso, al cieco e insensato sfruttamento delle risorse ambientali e così via.

Siamo cresciuti in un mondo in cui abbiamo limitato il nostro tempo libero per guadagnare soldi da spendere in cose inutili il cui valore è dato solo dalla quantità di investimenti pubblicitari fatti per promuoverle.

La percezione è che, grazie al web, che considero la più grande arma “d’istruzione di massa”, ci sia la consapevolezza di dover cambiare le cose. Sicuramente il settore green è in forte ascesa e potrebbe essere una bella fonte di guadagno ma credo che alla base di tutto ci debbano essere delle idee etiche che possano modificare in meglio le abitudini e i comportamenti delle persone.[/blockquote]

Pillole per un sito di successo: i consigli di Reoose

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  • Raccontare con onestà la propria storia, chi si è e da dove parte la propria idea.
  • Creare un messaggio che sia semplice, aggregativo ed utile.
  • Ascoltare le esigenze dei tuoi utenti, i consigli, le idee ed anche gli eventuali disguidi, è l’unica “tecnica” che realmente paga e che ti rende vicino a chi è il vero “motore della tua macchina”.
  • Usare i social non per “versare ma per conversare”.
  • Giancarlo Donadio

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