Made in Italy 2.0.2.0 Londra 2017

Le startup italiane volano in Cina

Di
Redazione Millionaire
27 Ottobre 2017

Ecco le 9 startup selezionate per il Made in Italy 2.0.2.0, l’evento organizzato dall’acceleratore iStarter per promuovere le eccellenze italiane nel mondo.

Startupper e innovatori sono pronti a presentare le loro idee a Pechino, il prossimo 30 ottobre, davanti a una platea di 200 investitori. Dopo la prima tappa londinese, torna il Made in Italy 2.0.2.0. organizzato da iStarter, l’acceleratore italiano a Londra. Obiettivo: far conoscere le startup italiane agli investitori internazionali e attrarre capitali.

Ecco le 9 finaliste (in ordine alfabetico):

Armadio, l’e-commerce che porta la moda italiana negli States

Il lusso Made in Italy a costi accessibili. È l’idea di Matteo Mattia Gemignani, 33 anni, avvocato toscano che, con un gruppo di giovani italiani, ha lanciato Armadio. È un sito di e-commerce che mette in contatto gli artigiani italiani con il mercato statunitense. “Finora i loro prodotti sono stati distribuiti esclusivamente da marchi di lusso a prezzi astronomici. È arrivato il momento di reinventare l’esperienza del lusso” si legge sul sito armadio.com. “Siamo orgogliosi di rendere finalmente accessibile la tradizione artigianale italiana”.

Brainer, la piattaforma per la riabilitazione cognitiva

Avviata da un gruppo di neurologi, la startup sviluppa programmi di training mentale e di riabilitazione cognitiva, clinicamente testati, per persone affette da patologie come la demenza. Brainer è un software che aiuta i neuropsicologi a svolgere il loro lavoro. Offre esercizi per la riabilitazione e permette di gestire le cartelle cliniche, creare terapie personalizzate e monitorare i progressi dei pazienti.

Credimi, l’anticipo di fattura online

Un’azienda che emette una fattura verso un’altra vanta un credito che potrà incassare solo dopo qualche mese. In questo lasso di tempo, potrebbe mancarle la liquidità per altre operazioni. L’anticipo fattura permette di “ottenere i soldi in anticipo”. Quando il cliente pagherà, l’impresa girerà i soldi a chi glieli ha prestati. «La novità è che è possibile fare questa operazione online» ha spiegato a Millionaire Ignazio Rocco di Torrepadula, Ceo di Credimi. Credimi è una piattaforma di finanziamento digitale dedicata alle imprese. Nata nel 2015, è stata fondata da Rocco di Torrepadula, 50 anni, ex consulente di Boston Consulting Group, insieme a un team di giovani specializzati in finanza e tecnologia.

D-Orbit, tecnologie per il posizionamento dei satelliti

Luca Rossettini, 41 anni, di Vicenza, è il fondatore di D-Orbit, la prima startup aerospaziale che ripulisce lo spazio dai vecchi satelliti. Da bambino sognava di fare l’astronauta. Dopo un dottorato di ricerca, entra nel programma dell’ente spaziale Esa che seleziona 4 piloti. Arriva 192° su 10mila candidati. Luca vede infrangersi il suo sogno ma fa tesoro dell’esperienza. Nel 2011 fonda D-Orbit insieme a Renato Panesi. Oggi la startup ha quattro sedi: in Italia, Stati Uniti e Portogallo. Con i suoi prodotti vuole semplificare le fasi più critiche di ogni missione spaziale. A giugno ha lanciato un satellite in orbita, il D-Sat, con l’obiettivo di riportarlo sulla Terra.

Echolight, tecnologie per la diagnosi precoce dell’osteoporosi

Da una ricerca del Cnr di Lecce nasce, nel 2010, la startup che permette di diagnosticare l’osteoporosi attraverso un’ecografia. La tecnologia proposta è meno invasiva delle radiografie attualmente utilizzate. E meno costosa. Lo scorso anno Echolight ha raccolto 4 milioni di euro da un gruppo di investitori italiani.

Fluentify, il tutor di inglese online

Inizia a Londra la storia di Fluentify, la startup che offre conversazioni in videoconferenza con madrelingua di tutto il mondo. Bastano un collegamento a Internet, una webcam e un microfono. L’idea è di due ragazzi torinesi, Andrea Passadori e Giacomo Moiso. Fluentify è un marketplace in cui tutor selezionati offrono conversazioni in lingua di mezz’ora.

Nuvap, i dispositivi che rilevano l’inquinamento indoor

Francesco Rapetti Mogol, figlio del celebre parolerie, e Marco Magnarosa hanno creato Nuvap. La startup produce dispositivi che rilevano l’inquinamento negli spazi chiusi e inviano i dati raccolti a un’app. L’applicazione monitora i risultati grazie ad algoritmi. L’azienda ha anche lanciato un servizio che permette ai clienti di monitorare l’inquinamento in casa, in modo automatico. L’utente riceve il dispositivo a casa. Dopo qualche giorno lo spedizioniere torna a ritirare il prodotto. La startup elabora i dati e invia un report al cliente, indicando le soluzioni in caso di presenza di agenti inquinanti.

Yewno, la piattaforma per la ricerca online

Yewno offre software e servizi per la ricerca online, avvalendosi di machine learning, linguistica computazionale e un ampio contenitore di informazioni di qualità. Ideata nel 2014 dal ricercatore Ruggero Gramatica, la piattaforma Yewno Discover vuole trasformare l’esperienza di ricerca in una scoperta creativa e profonda, a disposizione di ricercatori, studiosi, studenti e insegnanti. Oggi è utilizzata da università e biblioteche internazionali, come la Stanford University. Ha sede in California e uffici a Londra e New York. Nel 2016 ha raccolto 10 milioni di euro dal fondo Pacific Capital.

Wearable Robotics, i robot indossabili per la riabilitazione

Avviata da un gruppo di ricercatori del PercRo, il laboratorio per la robotica percettiva della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Wearable Robotics sviluppa sistemi robotici portatili e esoscheletri per la riabilitazione. Tra questi, Alex, un robot che potenzia il braccio. Serve a migliorare la mobilità, aumentare la forza e ripristinare le funzioni motorie degli arti superiori. Con Alex la startup si è aggiudicata il Premio Marzotto 2013.

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