Stickeriamo?

Di
Redazione Millionaire
8 Agosto 2012

Si chiamano sticker, sono adesivi per le pareti. C’è chi li inventa. Chi li produce. Chi li vende. E chi fa tutte queste cose insieme. On line o in negozio. Scommettiamo che il business attacca?

Con gli sticker gli elefanti arrivano sulle pareti di casa e i tavoli si trasformano in piccole opere d’arte. Eredi delle decalcomanie degli anni 50 e 60, oggi sono di moda. Si tratta di adesivi su supporto vinilico, frutto della creatività di artisti e designer, che costano piccole cifre, ma hanno un altissimo potenziale decorativo. Si possono applicare facilmente. E sostituire dopo mesi o anni, quando si ha voglia di novità. Si trovano in vendita un po’ ovunque, a cominciare dalla grande distribuzione e dai centri bricolage. Ci sono imprenditori che stanno proponendo prodotti con una ricerca grafica più accurata e diversificata, migliaia di soggetti e misure, personalizzazioni e gamme di colori, supporti ecologici… Insomma, c’è chi sta trasformando la moda in un business, vendendo on line con bassi investimenti, realizzando i prodotti solo dopo un ordine, oppure creando corner o addirittura negozi specializzati, con notevoli investimenti e progetti a media scadenza.

Vendita on line

«Lo sviluppo degli sticker è legato alla street art. La sticker art, ovvero l’evoluzione del graffitismo con messaggi artistici appiccicati ai muri di città, si è affermata negli anni 90. Poi si è arrivati allo stickering, il marketing selvaggio tramite adesivi, per comunicare messaggi promozionali» racconta Maurizio Marsico, responsabile delle relazioni esterne per Silvia Stickers (www.silviastickers.com), sito ideato dalla designer Silvia Massa, che vende on line sticker per la decorazione e l’arredo. L’impresa nata nel 2005 ha sei dipendenti e vari collaboratori. «La novità è l’uso come elemento decorativo nell’interior design. E la ricerca tecnica continua: abbiamo creato sticker che sembrano tutt’uno con il vetro su cui si applicano. On line forniamo anche consulenza su come scegliere lo sticker e ancorarlo, tenendo conto di opacità, luminosità, sfumature di colore. Gli sticker possono essere anche accostati per creare paesaggi, composizioni. Una sagomatura li rende di semplice applicazione. Se si ha un ripensamento, si possono staccare e riattaccare. Realizziamo anche sticker personalizzati, su richiesta. Quella della vendita on line è la sfida di oggi. Prevediamo corner, ma all’estero. Anche se in Francia e in altri Paesi la concorrenza è fortissima, noi facciamo prodotti a un livello diverso, che per finitura, dettagli e supporto possono avere un mercato».

La collaborazione con l’estero

Invece di fare concorrenza ai produttori esteri, un’azienda italiana ha cercato la via della collaborazione commerciale. Crearreda Italia (www.crearreda.com) inventa wall sticker fin dal 1992, quando Giuseppe Botta e gli altri titolari iniziarono una piccola produzione, in un magazzino, a Milano. Oggi non offre solo i propri soggetti, realizzati da grafici dipendenti e free lance, ma vende anche milioni di prodotti della belga Multicomm, compresi sticker ed elementi di arredo per bambini Decofun. «Occupiamo 16 persone, nella nostra sede di San Giuliano Milanese, e fatturiamo sei milioni di euro l’anno, compreso l’estero. I nostri maggiori clienti sono le catene della grande distribuzione: Brico, Castorama, Leroy Merlin» racconta Botta. «Abbiamo anche una rete di rivenditori tra i negozi di oggettistica e giocattoli. Abbiamo ipotizzato di aprire negozi dedicati. I costi per l’avviamento di un negozio fisico, però, sono elevati. Per ora, puntiamo su quelli on line. Ma sono possibili nuove collaborazioni commerciali». Gli adesivi di Crearreda vanno da meno di 5 euro fino a 90, per quelli su supporti particolari, come il sughero, il raso, la iuta e quelli metallizzati.

Un dettaglio in più per gli store di arredamento

Ma in negozio si vendono bene gli sticker? «Trattiamo sticker da tre anni. Tra 2009 e 2010 c’è stato un incremento notevole nelle vendite» racconta Marco Tabasso, ufficio stampa di Rossana Orlandi, spazio espositivo di arredamento e moda di Milano (www.rossanaorlandi.com). «Ora sono richiesti gli adesivi di 50-60 cm e quelli di grandi dimensioni, tipo carte da parati, da 20 a 300 euro, e pannelli stampati, che si possono appendere con un chiodino, da 300 a 900 euro. Lavoriamo principalmente con designer inglesi e francesi, che autoproducono i loro sticker. Vendiamo molto Deborah Bowness, moduli che riproducono elementi di arredo e oggetti (www.deborahbowness.com)».

Il negozio dedicato

C’è chi invece sceglie la formula del negozio dedicato: grandi investimenti e progetti di rete. Cuadros è l’insegna che ha aperto punti vendita nei maggiori Paesi europei, di cui tre in Italia: a Milano, Torino e Roma. L’ideatrice è Roberta Bianchi, che si è innamorata degli sticker nelle sue ricerche di materiali artigianali, in giro per il mondo. Accanto a lei, come socio finanziatore, Cesare Tonelli. «Vendiamo tatuaggi e pitture da pareti, e adesivi con le scritte. Un assortimento di 3mila-4mila articoli, che cambia ogni tre-sei mesi. I prezzi vanno da 13 a 90 euro» spiega Tonelli. «I negozi hanno ampie metrature, 100-150 mq, indispensabili come spazio espositivo per gli sticker, che si vendono appesi e in confezioni tubolari. La location nelle grandi città in questa fase di affermazione del prodotto e dell’insegna è fondamentale. Entro aprile definiremo anche la rete di distributori e produttori. I punti di forza dei nostri negozi sono l’assortimento, l’alta qualità (i prodotti resistono al calore, alcuni anche agli agenti atmosferici), la scelta di addetti alla vendita competenti e di architetti che danno consulenza al cliente per la collocazione e la scelta del colore». La diffusione della rete Cuadros procederà, con un paio di aperture di proprietà e altre con una formula di soft franchising. «I nostri partner devono essere imprenditori solidi, che capiscano le potenzialità dei prodotti, disposti ad affrontare investimenti importanti, da 150mila a 250mila euro, e tempi medi (più di un anno) per il rientro, con un’ipotesi di fatturato annuale di circa 300mila euro».

INFO: www.cuadros-prints.de

La storia

«Il bello? Lavoriamo sul venduto»

Francesca Mariani, 33 anni, e Tiziana Gabbani, 31, hanno studiato insieme all’Ateneo creativo di Milano e avviato fin dal 2003 il loro studio di grafica e design, Olivia Creative. Ma tre anni fa a entrambe venne l’idea di creare un laboratorio creativo e realizzare sticker. «In Francia erano già una moda, mentre in Italia c’erano ancora pochi designer e produttori. Ci abbiamo messo il nostro gusto e la nostra creatività. E abbiamo sviluppato una collezione di un centinaio di soggetti, che in occasione di festività o eventi si arricchisce sempre di pezzi nuovi» racconta Francesca. «Quelli che piacciono di più sono i nostri orologi e i pezzi di arredo trompe-l’œil. Non occupano spazio e anche le case piccole diventano originali. Va bene l’essenzialità, ma il gusto per la decorazione non è finito. Anzi: stanno tornando alla grande le tappezzerie!». Le due socie producono adesivi permanenti o semipermanenti, staccabili anche dopo uno o due anni. Vendono principalmente tramite il sito, anche all’estero. Poi hanno iniziato a rifornire una piccola rete di negozi di arredamento, nell’hinterland milanese e in altre province lombarde: ai rivenditori propongono un catalogo con una selezione della collezione. «Il bello è che lavoriamo sul venduto. Quando riceviamo un ordine, nel giro di una settimana realizziamo e consegniamo l’adesivo. Con la possibilità di personalizzarlo in base alle richieste del cliente» consiglia Francesca. «Lo stampatore si sceglie tra le aziende che realizzano insegne o materiali per le fiere. Sono loro a trasferire l’immagine su una pellicola vinilica, sotto alla quale c’è n’è un’altra adesiva. Le confezioni tubolari hanno un costo. Per ordini normali, meglio utilizzare il cartonato. Per tubi più eleganti e robusti e confezioni regalo, si applica un sovrapprezzo. Per noi, sono cinque euro. In pratica, nel nostro studio avviene la fase ideativa, quella di accordi commerciali, la ricezione degli ordini e la spedizione. Il resto lo facciamo attraverso la ditta di produzione e i collaboratori».

INFO: www.oliviacouture.it

Ricarichi e guadagni

30-40 euro al mq, materiale vinilico, compresi lavorazione e taglio

80-100 euro al mq, prezzo del prodotto finito on line

30% il margine di vendita di sticker ai negozianti

30-50% ricarico che il negoziante fa, a sua volta, sugli sticker

risveglia l’artista che c’è in te

Chiunque può realizzare sticker? Sì. Appoggiandosi per esempio a studi e aziende specializzate che stampano i soggetti su pellicole viniliche o altri supporti. «Per trasferire le immagini su pellicole viniliche serve una speciale stampante, detta plotter» spiega Loris Bonavoglia, che si occupa di servizi promozionali e creativi per Gfb (www.gfb.it), un gruppo editoriale e creativo che ha sede a Sesto San Giovanni (Mi) e una filiale a Novara. «Il plotter stampa su fogli larghi da 80 a 160 cm e lunghi quanto si vuole. I marchi più diffusi sono Hp, Xerox, Epson. I prezzi? Sui 12mila euro. A un designer o a un privato non conviene acquistarne uno. Meglio affidarsi a un laboratorio di prestampa o un service. O a un’azienda che offre un servizio completo, come la nostra, che prevede anche l’applicazione delle pellicole, nel caso di supporti particolari o allestimenti di stand fieristici. I prezzi partono da 80 euro al mq. Ma è meglio farsi fare un preventivo personalizzato».

Silvia Messa, Millionaire 4/2010

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