Non si trovano baby sitter brave? Ecco il portale che le riunisce

Di
Marketing & Promotion
28 Gennaio 2016

Un modo veloce per trovare baby sitter e badanti online: è l’idea di Martina Monaco, 38enne padovana e Andrea Apollonio, 42 anni foggiano: sono gli ideatori di Sitterlandia, un portale che ha 68mila persone iscritte e 20mila famiglie che lo usano. E oggi puntano al mercato britannico.

La scintilla a un party. L’idea nasce a una festa di addio al nubilato. Martina conosce un po’ di mamme e capisce il loro disagio: restano in casa, escono poco perché non riescono a trovare una baby sitter: «Cerchiamo online e ci rendiamo conto che non c’era alcun sito per cercare una baby sitter. Ci è sembrato assurdo che non esistesse nulla di simile» spiegano a Millionaire.

Partono con soldi propri. Allora uniscono le loro competenze, Martina laurea magistrale in Psicologia, e Andrea, competenze informatiche, fanno il sito in casa. Con 40mila euro. L’idea vincente? Un percorso guidato per mettere in mostra le competenze del sitter: «Ci siamo resi conto che c’era un problema per le famiglie che cercavano un baby sitter: dovevano affidarsi ad annunci del tipo “io amo i bambini” e non c’era nessuna info sulle effettive competenze del candidato. Allora abbiamo ideato delle linee guida. Chi si iscrive alla piattaforma segue i nostri consigli per creare una scheda professionale che fa uno screening reale delle sue abilità».

andrea foto
In foto Andrea Apollonio

Provano diverse forme di promozione. «Adwords, eventi offline e online, comunicati stampa che hanno funzionato molto perché dietro c’è una bella storia da raccontare. Non abbiamo speso molto per la promozione via social perché il sitter italiano ha di solito vergogna a far sapere che lavoro fa, viene percepito erroneamente come un impiego di cui vergognarsi».

Il segreto? L’analisi costante dei dati. «Con il tempo abbiamo capito che per esempio le esigenze di una mamma padovana erano diverse da quelle di una mamma milanese. La prima predilige un sitter non troppo giovane, contrariamente alla seconda. Allora abbiamo creato un sistema che punta sulla personalizzazione e fa apparire nei primi risultati della ricerca la persona più vicina ai gusti ed esigenze delle famiglie».

Il modello di business. Sitterlandia non funziona sulle percentuali. Ma su un abbonamento che va dai 20 euro al mese a 120 euro all’anno: «È un modello che ci è servito anche per questioni burocratiche. Non possiamo applicare fee sulla transazione poiché non siamo e non nasciamo come agenzia di lavoro. Questo genere di scelta corrisponde anche alla volontà di garantire la sicurezza del sitter. Dietro ogni abbonamento c’è il conto intestato a una persona fisica rintracciabile».

L’ostacolo maggiore? Sitter poco preparati al mercato del lavoro. «Compilano male i profili, a volte non inseriscono foto o immagini poco opportune. In Italia c’è ancora un pubblico non troppo capace di proporsi professionalmente online».

Info: https://www.sitterlandia.it/

TRE STRATEGIE PER IMITARE LA LORO STORIA

1. Parla con chi dovrà usufruire il servizio. All’inizio Andrea e Martina hanno speso tempo e risorse per incontrare gli utenti e capire le loro reali esigenze.
2. Analizza i dati. Devi farlo costantemente ed essere pronto a cambiare le cose sulla base di ciò che raccogli. Il business è proprio nei dati.
3. Cerca il valore in più della tua idea. Nel caso di Sitterlandia il valore in più è rappresentato dalle schede professionali. Cerca, insomma, un modo per dare ordine a una situazione caotica.

Giancarlo Donadio

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