Sardex, la moneta inventata in Sardegna, conquista l’Italia e (presto) il mondo

Di
Redazione Millionaire
6 Settembre 2016

Cinque innovatori nel 2008 inventano Sardex, una moneta complementare che vale come l’euro e permette alle aziende di scambiarsi beni e servizi. Oggi, Sardex si sta diffondendo in tutta Italia, raccoglie consensi e finanziamenti e nel 2018 si espanderà all’estero. Loro sono Carlo Mancosu, Gabriele e Giuseppe Littera, Franco Contu e Piero Sanna. Quattro di loro sono di Serramanna, paesino agricolo sardo, e dopo aver viaggiato e studiato nella Penisola e all’estero sono tornati in Sardegna per mettere le loro idee e le loro competenze a disposizione della propria terra. La loro startup è nata al piano superiore della casa di nonna Elvira.  Di loro ha parlato anche il Financial Times. Sul loro portale si sono iscritte migliaia di imprese, e ora, compresi i network gemelli della Penisola, sono in 250 tra dipendenti e collaboratori.

Come è nata l’ideaTeam Sardex di Sardex?
«Abbiamo iniziato a pensare a Sardex.net già alla fine 2007, quando iniziavano a intravedersi i primi segnali di quella che sarebbe stata la futura crisi finanziaria. Il fatto che la crisi partisse dal sistema finanziario ci ha portato a riflettere sulle ricadute sull’economia reale. Sapevamo infatti la crisi finanziaria si sarebbe presto trasformata, dapprima in una crisi del credito, poi dei consumi (e quindi della domanda) ed infine in una crisi produttiva ed occupazionale. Tuttavia eravamo altrettanto consapevoli che non si trattava di una crisi produttiva. Sarebbero gradualmente venuti a mancare il credito e la liquidità necessari a sostenere gli scambi ma non la capacità delle imprese di produrre valore. Si trattava di offrire loro un mezzo di pagamento e un canale di finanziamento paralleli. Abbiamo cominciato a riflettere su due “concetti”: il credito e la moneta, studiando in particolare alcune esperienze di valute legate a sistemi di compensazione tra cui il WIR Svizzero e la proposta keynesiana a Bretton Woods. Da queste basi nel 2008 abbiamo iniziato a progettare Sardex.net, un circuito in cui le aziende dell’Isola, attraverso l’utilizzo di una valuta locale digitale, potessero sostenersi a vicenda, finanziandosi reciprocamente senza interessi. Creare con loro un mercato complementare, un’opportunità in più» ci ha spiegato Carlo Mancosu.

Allora cosa avete fatto?
«Siamo partiti nel gennaio 2010. Abbiamo investito le nostre risorse, circa 40mila euro per lo sviluppo della piattaforma e per il setup del modello. E abbiamo iniziato a incontrare le imprese del territorio per proporre l’adesione al sistema.  Gli inizi sono stati drammatici: non era affatto semplice proporre l’adesione a un network di questo tipo, tanto più se il network era ancora tutto da costruire. Poi nel 2010 un piccolo imprenditore ha creduto in noi. Era il primo, e in quel momento era da solo nella rete. Gli abbiamo promesso che saremmo cresciuti in fretta e così abbiamo fatto. A distanza di un anno il Circuito contava ben 250 imprese».

Come funziona?
«Le imprese (studi dentistici, ristoranti, professionisti, associazioni) che aderiscono al Circuito di finanziano reciprocamente, senza interessi, attraverso la propria capacità produttiva inespressa, utilizzando una valuta interna alla rete per comprare e vendere i propri prodotti. I vantaggi sono economici e relazionali. Si incrementa il fatturato, si raggiungono nuovi clienti, si risparmia liquidità e si creano collaborazioni e rapporti di fiducia. Anche i dipendenti delle imprese possono aderire al Circuito ricevendo bonus in Sardex oppure affrontano spese impreviste facendosi anticipare una parte dello stipendio in crediti dall¹azienda. C’è chi addirittura ha chiesto un anticipo del Tfr in Sardex».

Come siete cresciuti?
«Nel 2011 avevamo già 500 imprese iscritte. Tutto con le nostre forze: siamo andati a cercarci imprenditori uno per uno, abbiamo organizzato centinaia di meeting sul territorio, partecipato a eventi per costruirci un network. Poi nel 2011 otteniamo il primo finanziamento (l’investimento di dPxel di Gianluca Dettori). Questo ci ha permesso di espanderci e aprire altri circuiti: oggi siamo presenti in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Campania e altri circuiti. A marzo di quest’anno abbiamo chiuso il secondo round di finanziamento con un gruppo di importanti investitori. Un round  da 3 milioni con il quale consolidare la nostra presenza in Italia e progettare per il 2018 l’espansione all’estero».

Quale il modello di business?
«Gli iscritti pagano un costo di iscrizione una tantum e un canone mensile commisurato alla grandezza delle imprese. Si va 150 euro di iscrizione e 350 all’anno per le piccole imprese, ai 1000 euro di iscrizione e 2.500 di canone per le grandi».

Info: www.sardex.net

L’articolo di Giancarlo Donadio, pubblicato su Millionaire dicembre 2015, è stato qui approfondito e aggiornato.

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