Cibo a domicilio su due ruote: l’idea di Matteo

Di
Redazione Millionaire
1 Luglio 2015

Biciclette e cibo a domicilio: consegne più rapide, ecologiche con packaging 100% riciclabili, a un prezzo più basso rispetto ai competitor. Foodinho è la startup di Matteo Pichi, 28 anni, studi alla Luiss e alla Bocconi, esperienze nella divisione Investment Banking di Merrill Lynch. E una vita tra New York e Londra, dove ha fondato la startup, insieme al socio Marco Amato: «A Londra osservavo il mercato del food delivery (la consegna di cibo a domicilio via web). Ho studiato i dati: è un settore in crescita, un valore di 5 miliardi di euro. Secondo gli analisti, nel mondo, entro il 2021, la percentuale di chi ordina cibo online supererà quella di chi preferisce cucinare in casa» spiega Matteo a Millionaire.

Deciso da tempo a fare un investimento online, apre una Ltd (società a responsabilità limitata a Londra). Ma porta il business in Italia, a Milano, dove sono partite le partnership con i ristoranti e le prime consegne: «Fin dall’inizio abbiamo sognato in grande. L’idea era di creare una startup che lavorasse anche all’estero. E per un investitore internazionale conosce meglio la struttura di un Ltd, rispetto a una nostra Srl. Poi aprire un Ltd è molto più semplice. Non servono notai. Si può farlo a un prezzo inferiore ai mille euro. Con un’operazione online (https://www.gov.uk/government/organisations/companies-house.

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Oggi Foodinho è la prima Ltd, iscritta in Italia come startup innovativa: «Il cliente visiona i menu online. Ordina, può pagare con carta di credito o alla consegna. La novità, rispetto a business simili, è nella logistica. Nostri messaggeri, geolocalizzati nei pressi del ristorante, ricevono l’ordine con una notifica via App, prendono il pacco e lo consegnano. I vantaggi? Abbassamento dei tempi, circa 30 minuti. E dei costi: un messaggero può consegnare fino a 8/10 consegne all’ora. Il cliente paga tre euro in più. Il sito guadagna con una percentuale sull’ordine. Un messaggero può guadagnare fino a 20 euro l’ora».

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Online da un mese, la startup ha oggi 15 messaggeri e 50 ristoranti partner su Milano. Ora sono pronti per portare il business su Roma: «Abbiamo investito 70mila euro di nostri soldi. In questi giorni stiamo per chiudere un primo round di investimenti. Abbiamo un team di otto persone, con età media 27 anni. L’ostacolo maggiore? È la diffidenza di molti italiani verso strumenti di pagamento online. Non si fidano, anche se i servizi ormai sono super sicuri».

Cosa hai imparato da startupper?

«Che l’organizzazione vale molto più dell’idea. Puoi avere il progetto più bello del mondo, ma se non sai come arrivare ai clienti e promuoverti, sei destinato al fallimento. Ho imparato che sul Web non succedono miracoli. Anche quando hai fatto tutti i compiti, hai promosso l’attività nel modo migliore, vai online e hai zero clienti. Parti sempre da zero. Non puoi aspettarti di fare il primo giorno migliaia di ordini. La crescita è lenta nei primi giorni. Allo stesso tempo, ho capito che qualsiasi problema può essere risolto tramite il Web, il migliore amico di ogni startupper».

INFO: http://www.foodinho.it/

Giancarlo Donadio

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