700mila euro di finanziamento per la sua idea che mette in contatto skipper con turisti per tour in barca in tutto il mondo Italia, Spagna, Croazia, Grecia, Turchia, Francia, Canarie, Mari del Nord, Caraibi, Thailandia e Patagonia… Riccardo Boatti, 41 anni, esperto di new media, è l’ideatore di Sailsquare: 30mila utenti registrati e 38.000 miglia nautiche percorse dalla community nel solo 2015, due volte il giro del mondo.
Come nasce l’idea?
«Sono appassionato ai temi della sharing economy e amo la vela e il mare. Ho comprato una barca, mi sono reso subito conto degli enormi costi di gestione. Il proprietario di un imbarcazione (tra i 10 e i 15 metri) spende in media 10mila euro l’anno. Allora ho cercato un modo per rivolgermi a un pubblico di appassionati e offrire dei vantaggi».
Come sei riuscito a creare la piattaforma?
«Ho cercato subito un socio che mi aiutasse (Simone Marini, ndr) anche lui appassionato di vela e mare come me. Abbiamo investito risparmi personali: 70mila euro per iniziare l’attività».
Come hai fatto a catturare i primi utenti?
«Con un lavoro costante sui social network. Il tema viaggio e avventure in mare ha un pubblico molto vasto e con i social è più facile catturarlo. Allo stesso modo abbiamo fatto “salire a bordo” i primi skipper (oggi sono 450). Ci ha poi aiutato la stampa dandoci una buona visibilità: eravamo il primo progetto nel settore, poi sarebbero nati diversi competitor».
Come funziona?
«Lo skipper pubblica in autonomia le sue proposte di viaggio e cerca utenti che lo accompagnino. Il prezzo lo stabilisce liberamente. Diciamo che la media è dai 50 ai 100 euro al giorno. Il sito trattiene il 15%. Bisogna pensare che ogni skipper ha almeno 8 posti da coprire e può guadagnare anche fino a 15mila euro l’anno, rientrando nelle spese di gestione dell’imbarcazione. Il modello funziona anche con pochi skipper all’interno. A differenza di altre forme di condivisione il fattore di socializzazione è molto rafforzato. Un viaggio condiviso in barca significa che devi viverci insieme con le persone per tutto il tempo della tratta».
Come hai trovato i finanziamenti?
«Abbiamo aspettato due anni prima di avvicinarci agli investitori. Ci sono serviti per raggiungere una massa critica. Sono stati anni difficili, devo ammetterlo, nei quali siamo stati molto presenti a tutti gli eventi per startupper e quelli dedicati alla sharing. Una visibilità che poi ci è servita quando abbiamo bussato le porte dei finanziatori: un primo seed è arrivato da alcuni soci di Italian Angels for Growth e i francesi di Sophia Business Angel. E poi un secondo seed da 500mila euro che ha visto la partecipazione di un fondo regionale Ligur Capital».
TRE STRATEGIE PER IMITARE LA LORO STORIA
1. Cerca una nicchia di appassionati. Trova un modo per farli collaborare e portare benefici a tutti.
2. Non limitare la tua ricerca di investitori all’Italia. Guarda al di là del tuo naso.
3. Cerca il posto giusto per fare impresa. Il Mediterraneo è tra i mari più navigati in tutto il mondo.
INFO: https://it.sailsquare.com/
Giancarlo Donadio