Tre ricercatori del Politecnico di Torino hanno creato Ermes Cyber Security, una startup che si occupa di sicurezza informatica e privacy online. Hanno sviluppato una soluzione brevettata per la perdita di informazioni causata dai web tracker. Grazie ad algoritmi basati su machine learning, big data e intelligenza artificiale, possono proteggere le aziende dall’attacco degli hacker, in modo automatico, senza l’intervento di operatori. La startup, nata ad aprile 2017, nell’incubatore I3P, ha già ottenuto investimenti e riconoscimenti. Ha raccolto 300mila euro con una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd. Si è aggiudicata il premio della categoria Ict nell’ambito del PNI 2017 e il premio speciale Boost Heroes (50mila euro), dalla società di Venture Capital guidata da Fabio Cannavale.
Com’è nata l’idea?
«Nell’ambito della ricerca universitaria» spiega Hassan Metwalley, 30 anni, co-founder di Ermes insieme a Stefano Traverso e Marco Mellia. «Per diversi anni abbiamo studiato il tracciamento sul web. I web tracker monitorano le attività degli utenti ed estraggono informazioni che permettono di ricavare un loro profilo completo. Prima quelle informazioni erano utilizzate per creare pubblicità targettizzate. Oggi sono vendute ad hacker e agenzie criminali. Il rischio è per i privati e per le aziende. Aggregando i dati di tutti i dipendenti, gli hacker possono attacare facilmente un’impresa. Così abbiamo iniziato a lavorare a una soluzione che individui in modo automatico i web tracker. I nostri algoritmi riconoscono le eventuali minacce».
Com’è stato il passaggio dalla ricerca all’impresa?
«Bisogna prepararsi al mondo del business. Ci sono tante difficoltà. Servono esperienza, preparazione teorica e pratica, ma anche grinta e “fame”. Non puoi farcela senza motivazione, anche perché all’inizio prendi molte porte in faccia».
Perché avete scelto l’equity crowdfunding?
«Per validare la nostra idea e, essendo una startup b2b, per avere in società persone che possano metterci in contatto con le aziende, i potenziali clienti. La campagna ha avuto successo. In un mese abbiamo raccolto 300mila euro. Per metà dal Club Acceleratori Spa e per il resto da business angel italiani e non. In questo modo potremo sviluppare i prodotti e portarli sul mercato. Già adesso offriamo alle aziende un servizio di reportistica sulla sicurezza».
Da dove arrivano i guadagni?
«Dalla consulenza e dalla licenza del software, che avrà una durata annua».
Che cosa serve per intraprendere in questo settore?
«È una materia molto tecnica. Servono competenze, investimenti. Bisogna proporre soluzioni innovative ed efficaci e farlo meglio degli altri, sfruttando il vantaggio tecnologico. Le prospettive per il business ci sono visto che il GDPR (il Regolamento europeo sulla protezione dei dati) impone alle aziende di adottare misure per la protezione e dichiarare gli eventuali attacchi, con conseguenti sanzioni e ricadute negative sulla reputazione».
Info: www.ermessecurity.com