Dal primo coworking ad Avellino, SEI Ventures ha mosso interessi, persone, iniziative, riportando “a casa” competenze ed esperienze maturate altrove
Portare l’innovazione dove solo l’iniziativa privata può seminarla, in territori che storicamente hanno sempre visto “emigrare” i propri talenti. “Siamo dei sognatori ma molto concreti. I nostri vissuti e le nostre esperienze personali e professionali ci hanno insegnato che per veder prendere forma e realizzarsi qualsiasi tipo di progetto si deve studiare, sperimentare, magari anche sbagliare o fallire, per riuscire poi a realizzare ciò che si ha in mente. Dobbiamo essere ottimisti per riuscire a superare i limiti che il contesto geopolitico ed economico attuale ci sta mettendo davanti, con cambiamenti velocissimi che ci impongono di essere dinamici e orientati alla trasformazione continua.
Vincenzo Vitale, CEO e co-founder di SEI Ventures, aveva le idee molto chiare su come si dovesse provare a far crescere la propria terra, Avellino e la sua provincia. Tornare per restare e provare a seminare, condividere le proprie esperienze e fare rete con chi la pensa allo stesso modo. Tutto è nato da un bisogno, un’esigenza: costruire un luogo nel quale si parlasse di innovazione, imprenditorialità, di territorio e delle sue potenzialità ed essere dei facilitatori in questo processo di creazione. Per sviluppare, far crescere e confrontare queste idee il progetto è partito così, con l’apertura di un coworking nel centro di Avellino. La nascita del primo “Hub di Innovazione” di SEI Ventures. Il concept si basa su un acronimo, SEI, che racchiude le parole Sostenibilità, Etica e Innovazione, nella convinzione che per fare impresa oggi non si possa non partire da questi tre valori.
L’azione ha suscitato una reazione, una risposta. Innanzitutto vedere diverse persone, con diverse competenze e stadi di consapevolezza, avvicinarsi al coworking. Sono Southworkers che durante la pandemia avevano avuto la possibilità di lavorare in full remote dalla propria città nativa, pur avendo la sede in altre regioni d’Italia (generalmente al Nord) o all’estero, così come professionisti che avevano bisogno di un luogo dove lavorare e magari avere la possibilità di entrare in connessione con futuri partner o clienti. Lo scambio, il confronto durante le pause, la partecipazione a eventi formativi e informativi ha fatto sì che si iniziassero a creare nuove relazioni tra persone che ragionavano insieme, in quella città, per la prima volta. Da questo “evento” sono nati dei progetti che poi si sono trasformati in startup, anche grazie alla generosità di chi metteva a disposizione le proprie competenze, acquisite in contesti di studio o lavorativi maturati in altri luoghi, andando a determinare dei percorsi innovativi sul proprio territorio. Per chi anni prima era stato costretto ad andare lontano per vedere le proprie idee e i propri sogni realizzarsi è stato qualcosa di straordinario. Questo modello ha riscontrato da subito l’interesse di chi aveva la stessa voglia ed entusiasmo, e problematiche simili. L’obiettivo di chi ha creato SEI è attuare la decentralizzazione dei progetti di innovazione.
I grandi centri urbani non riescono a rispondere alle esigenze delle aree interne d’Italia, che sono estese attraversano tutta la penisola, isole comprese. Perché ci sono problemi diversi da affrontare e di conseguenza diverse soluzioni. Gran parte della cosiddetta “fuga dei cervelli” avviene proprio dalle zone d’Italia dove non ci sono strutture istituzionali, imprenditoriali o di ricerca che sappiano far crescere un contesto socioeconomico innovativo. Dove non arrivano le istituzioni sono i privati che possono intervenire, banalmente perché sono le persone che vivono il territorio e ne conoscono i problemi.
La scoperta e la ricerca di stimoli prevede la contaminazione formativa, culturale e di altri contesti. Il cambio di paradigma è che l’obiettivo diventi quello di “tornare”, per risolvere problemi che si sono visti con i propri occhi. Questa è l’ambizione di SEI Ventures. Nel giro di pochi mesi, dopo Avellino è stata creata la sede di Benevento. Così, piano piano, il progetto prende piede, suscitando l’interesse di altri innovatori, in altre regioni e aree d’Italia, dalla Puglia alle Marche, dal Veneto alla Calabria. Un approccio contagioso e basato sulla relazione, l’aggregazione, la creazione d’impresa e l’attrazione dei talenti, elementi cui le province d’Italia non possono rinunciare se vogliono crescere.
Articolo tratto da Millionaire di dicembre-gennaio.