Daniel Ek Spotify

Daniel Ek di Spotify, da startupper infelice a imprenditore dello streaming

Di
Redazione Millionaire
18 Maggio 2016

A 23 anni Daniel Ek era un imprenditore ricco ma infelice. Ha mollato tutto per seguire i suoi sogni: vivere di musica e tecnologia. Ce l’ha fatta lanciando Spotify, il servizio di streaming musicale più popolare al mondo

30 milioni di brani digitali, 75 milioni di utenti attivi e abbonati in 59 Paesi del mondo. Sono i numeri del successo di Spotify, il servizio di streaming che negli ultimi anni ha rivoluzionato il business della musica. Oggi basta un computer, uno smartphone o un tablet per ascoltare musica senza limiti, ovunque e in qualsiasi momento.
L’ideatore è Daniel Ek, giovane imprenditore di Stoccolma, appassionato di musica e tecnologia.

Imprenditore seriale prima dei 20 anni

A 5 anni Ek riceve in regalo il suo primo computer e una chitarra che segnano il corso della sua vita. A 14 avvia la sua prima startup. Inizia a realizzare siti web commerciali, reclutando i compagni di classe. Posiziona i server nella sua cameretta per non perdere neanche un secondo. Poco tempo dopo invia il CV a Google, ma l’azienda non lo assume perché non ha una laurea. Finito il liceo, Daniel Ek fonda Advertigo, l’azienda di advertising online acquistata nel 2006 da Martin Lorentzon, oggi co-fondatore di Spotify. Così guadagna il suo primo milione di dollari.

Ha mollato tutto per fare musica

A 23 anni Ek è ricco, ha una Ferrari e una bella casa ma non è felice. Così molla tutto, casa e auto di lusso, si rifugia in un monolocale e si concentra su un solo obiettivo: come fare della musica la sua vita. È stata la determinazione ad aiutarlo: voleva trovare una strada che unisse le sue passioni. E ce l’ha fatta.

Dopo il loro primo incontro, Ek e Martin decidono di creare un Napster legale. Si chiudono in casa e lavorano duramente al loro progetto. Ci impiegano due anni. «Il 1° aprile 2006 avviano una startup con la volontà di creare un’alternativa alla pirateria, che in Svezia era dilagante. Erano gli anni bui della discografia, la piaga della pirateria si diffondeva nei Paesi del Nord Europa. Ek e Lorentzon pensavano a un modo per rendere le canzoni accessibili a tutti, in maniera legale. Due anni dopo, nel 2008, è nato Spotify» ha spiegato a Millionaire Veronica Diquattro, responsabile di Spotify per il Sud Europa.

Nel team, un anno dopo, arriva anche Sean Parker, ex fondatore di Napster. Dopo uno scambio di email e un incontro con Ek, Parker investe 15 milioni di dollari nell’azienda, contribuendo poi al lancio di Spotify negli Stati Uniti e alla partnership con Facebook.

La rivoluzione di Spotify

Il servizio è stato lanciato in sette Paesi europei il 7 ottobre 2008 e da allora si è diffuso in tutto il mondo. Oggi Ek è considerato l’uomo più importante del panorama musicale. Il quotidiano Fincancial Times lo ha definito una “rock star nel mondo della tecnologia”, in testa alla classifica dei più influenti imprenditori tecnologici d’Europa. Con la sua azienda Ek ha rivoluzionato il business della musica e, a Stoccolma, ha creato una delle startup più attive d’Europa. Soprattutto ha raggiunto l’obiettivo di trasformare la sua passione in un lavoro.

Spotify non è l’unica piattaforma di streaming musicale. Ma è riuscito a fronteggiare i concorrenti grazie alla ricchezza del catalogo e all’integrazione con i social. Ogni giorno si aggiungono nuovi titoli (30 milioni in tutto). E i team dei vari Paesi sono sempre all’opera per stringere accordi con etichette e partner musicali. «Spotify monetizza tutti gli ascolti, con un tornaconto considerevole per produttori e cantanti. Circa il 70% dei ricavi finisce alle compagnie e ai cantanti».

I numeri dello streaming

Dal 2008 al 2015 sono stati versati 3 miliardi di dollari agli artisti. Spotify è la seconda fonte di guadagno delle etichette discografiche per quel che riguarda il mercato digitale (IFPI). I guadagni per l’azienda invece arrivano dalla pubblicità e dagli abbonamenti: Spotify conta più di 75 milioni di utenti attivi in 59 Paesi e 30 milioni di abbonati che scelgono l’offerta Premium (da 9,99 euro al mese). Intanto Google e Apple hanno lanciato i loro servizi di streaming musicale Google Play Music e Apple Music. Ma Daniel Ek non ha paura. E anzi sfida i concorrenti annunciando lo streaming video di serie tv originali.

La lezione di Spotify

  1. NON DARTI PER VINTO
    A 23 anni Daniel era ricco ma infelice. Ha mollato tutto e ricominciato da zero per inseguire i suoi sogni: vivere di musica e per la musica.
  2. PUNTA SUI SETTORI IN CRESCITA
    Lo streaming è il settore dell’industria musicale in maggiore crescita. Nel 2015 il fatturato globale è salito del 3,2%, trainato dalla crescita dello streaming (45,2%).
  3. SCEGLI UN MODELLO FREEMIUM
    Spotify offre contenuti e servizi gratuiti (free) di altissima qualità. Il servizio è semplice e intuitivo. Così l’utente è invogliato ad acquistare servizi ancora più sofisticati (premium), senza nemmeno accorgersene.

Info: www.spotify.com/it/

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