Con l’exit di Cardo, Digital Magics registra un risultato positivo pari a 0,9 milioni di euro
Ormai lo sappiamo bene, le startup sono investimenti ad altissimo rischio. È molto difficile prevedere l’andamento di un’azienda che, come si usa dire, “brucia e macina soldi” senza porsi limiti. Ma ciò non significa che investire in startup non sia un buon affare, ogni individuo che decide di investire in startup, sa già che salirà su una montagna russa. Una montagna settata per cadere giù in modo repentino e quasi intollerabile, per poi tornare a galla e andare sempre più su. Ovviamente questo non è il destino di tutte le startup, circa il 95% fallisce entro i primi 3 anni di vita, alcune addirittura non arrivano nemmeno a vedere la luce del mercato. Ma perché questo accade? Spesso il problema delle startup che falliscono velocemente è l’aver costruito qualcosa che il mercato in realtà non vuole.
Nel lungo termine però, le startup sono investimenti che ripagano e anche tanto. Dopotutto più alto è il rischio, più alto è il guadagno, e in Digital Magics questo lo sanno bene. Dietro ogni startup di successo c’è sempre un team di marinai pronto a cambiare drasticamente rotta in qualsiasi momento.
È fondamentale il test del prodotto
Testare, testare e ancora testare, questo è il mantra che ogni startupper dovrebbe ripetersi ogni mattina quando si guarda allo specchio e ogni sera prima di andare a dormire, se va a dormire. Il test è l’elemento chiave che permette a una startup di crescere esponenzialmente, perché una startup non lancia mai il prodotto definitivo sul mercato, ma sempre un prodotto minimo, detto anche MVP. Ma che cos’è un MVP?
Possiamo immaginare un MVP (Minimun Viable Product) come una caffettiera senza manico. Sì esatto, perché una caffettiera anche senza manico è in grado di fare il caffè, il manico diventa quindi un dettaglio superfluo per una startup. In sintesi, dato che l’obiettivo di una startup è capire se il mercato ha davvero bisogno di fare il caffè, investire risorse per rendere una caffettiera comoda diventa uno spreco, il manico in questo caso diventa un elemento di user experience. La startup quindi, provvederà in un secondo momento a perfezionare la moka, ovvero quando sarà certa che il mercato abbia davvero bisogno del caffè e per farlo effettua test su test.
Quello della startup, è quindi un percorso lungo e tortuoso che però spesso porta a grandi risultati. Infatti, questo è il caso della Cardo, startup accelerata da Digital Magics nel 2018, attraverso un percorso verticale dedicato al settore fintech e insurtech, startup che ha portato il business incubator a registrare un utile di 0,9 milioni di euro.
L’exit di Cardo
Dopo l’ammissione in Digital Magics nel 2018, è iniziato per Cardo un percorso molto impegnativo ed entusiasmante che, dopo solo un anno, l’ha portata a vincere l’Auriga Fintech Award, tenutosi a Milano nel novembre del 2019, ricevendo un premio di cinque mila euro e una stretta collaborazione con Auriga, società specializzata nello sviluppo di software e soluzioni per la banca omnicanale.
In questi anni, Digital Magics ha seguito Cardo nella fase costitutiva del progetto, sia durante il programma, sia successivamente e in particolare, nella definizione strategica della value proposition rivolta agli asset manager. Dopo soli quattro anni dal primo incontro con Cardo, Digital Magics annuncia il perfezionamento di un’articolata operazione societaria sulla partecipata, nell’ambito della quale Digital Magics ha realizzato una exit parziale, incassando l’importo di un milione e 260.000 euro, mantenendo comunque una quota di circa il 2,5% nel capitale della partecipata. Grazie a quest’operazione, il business incubator quotato alla Borsa Italiana torna in utile, registrando un guadagno di oltre a 0,9 milioni solo nel primo semestre del 2022, a differenza degli 0,8 milioni in negativo registrati lo scorso anno.
Una crescita costante
Dai proventi ottenuti con l’exit della startup, Digital Magics è riuscita quindi a ottenere una crescita del 72,6%, registrando ricavi per 1,8 milioni di euro rispetto al milione registrato il 30 giugno 2021, ricavi tutti generati dai servizi offerti alle startup.
Al momento, il valore della produzione dell’incubatore milanese cresce dell’82%, toccando la quota dei 2,3 milioni a differenza dei 1,3 milioni dello scorso anno. L’ebit, che invece resta in negativo, è comunque in netto miglioramento, con una perdita di 32 mila rispetto ai 470 mila dello scorso anno. Il net cash registrato invece, è di 5 milioni, con disponibilità liquide per 9,4 milioni e un patrimonio netto pari a 25,5 milioni, mostrando una crescita di 0,8 milioni.
Possiamo quindi concludere dicendo che, investire in startup, se fatto con le giuste competenze può essere estremamente profittevole e soddisfacente. La nascita di una nuova impresa che può arrivare a un’exit in soli tre o quattro anni è sicuramente un evento estremamente affascinante.