Potremmo definirlo il “Facebook delle passioni”. Si chiama CircleMe ed è un social network che consente agli utenti di trovare interessi e amici con cui condividerli. «L’idea è di ripartire da noi stessi dalla scoperta di ciò che amiamo. Solo concentrandoci sulle cose che ci piacciono potremmo poi incontrare persone con cui condividerle» spiega a Millionaire Giuseppe D’Antonio, 40 anni, ingegnere industriale.
Online da un anno, il social conta 50mila utenti tra Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Brasile. Dà lavoro aotto persone tra le due sedi di Milano e Londra. In questi giorni ha ottenuto un investimento di 2 milioni di euro (in tre round) da Innogest Capital.
Come funziona?
L’utente crea il suo profilo e gli viene richiesto di esprimere i suoi like per un argomento (abbiamo già 1milione di passione nel nostro database). Poi riceve contenuti e servizi relativi alla sua passione. Se ama un cantante, per esempio, saprà le data dell’ultimo concerto e dove acquistare il biglietto. Il sistema poi lo mette in contatto con persone che condividono quel determinato interesse per allargare il “cerchio” (da qui il nome) attorno a lui».
Come intendi guadagnarci?
Offrendo una serie di servizi agli utenti: se ti appassiona un certo tipo di musica verrai indirizzato su un sito che vende biglietti per dei concerti ecc. L’idea è di fare accordi e ottenere percentuali sulle vendite. Poi con la crescita del social le aziende potrebbe essere interessate a esporre i loro prodotti e stabiliremo accordi in base agli acquisti degli utenti della piattaforma».
Come sei riuscito a trasformare l’idea in un business?
Ho sviluppato la tecnologia alla base del progetto con il mio partner Erik Lumer, proponendola poi a investitori internazionali. Nel frattempo, abbiamo vinto dei concorsi internazionali (finalisti al Mobile Premier Award 2013) e riconoscimenti (miglior App sull’Apple Store) che ci hanno dato importanti feedback per continuare a lavorare al progetto».
Hai qualche consiglio per chi vuole investire nel digitale?
1) Lavora sodo. Sembra banale, ma non lo è perché uno startupper vive molti momenti di scoramento e li può superare solo se crede totalmente nell’idea. 2) crea una squadra che ha fiducia in te e nel progetto. Non solo professionisti che paghi, ma persone che disposte a esporsi. 3) E poi fai continui test, prima di presentarsi agli investitori. Noi italiani siamo molto creativi ma a volte scarsi nell’esecuzione. Chi mette soldi vuole, innanzitutto, che tu gli mostri che l’idea sta già funzionando, anche in piccolo».
INFO: http://circleme.com/