Una startup padovana usa l’intelligenza artificiale per la sicurezza stradale
In Italia, come nel resto del mondo, una delle più frequenti cause di incidenti stradali è il cosiddetto “colpo di sonno”, che assale all’improvviso i conducenti al volante delle proprie vetture, specie se impegnati su lunghi e monotoni tracciati rettilinei.
Dall’Italia – o meglio, dal Veneto – è in arrivo però una soluzione che, per la prima volta, non interessa il grado di risposta del veicolo al “colpo di sonno” del guidatore, bensì il guidatore stesso.
Una startup padovana, infatti, ha messo a punto alcuni prototipi di un dispositivo pensato per allertare i conducenti di una vettura in caso di sonno. Si tratta di Oraigo, una piccola realtà fondata nel 2019 dal 30enne Michele Galetta con l’ausilio di due investitori: la sua mission è la messa a punto di un device che monitori l’attività cerebrale di un conducente e, in caso di sonno, sfrutti l’intelligenza artificiale per far scattare un segnale d’allerta.
Come funziona il dispositivo di Oraigo
Come è fatto il dispositivo? A livello concettuale, si tratta di una sorta di “interfaccia neurale”, un termine come il quale si cerca di restituire in italiano la locuzione Brain-computer interface (BCI). A livello estetico, si tratta di un device a metà strada tra la classica fascetta sportiva da capo e un caschetto.
Nelle parole di Michele Galetta: «In pratica il dispositivo viene indossato sulla testa. A differenza di un braccialetto, che potrebbe rilevare solo i movimenti e magari confondere un semplice momento di riposo con un malore, il nostro prodotto è in grado di analizzare l’attività cerebrale del guidatore e inviare i relativi dal al cellulare, ovviamente anonimizzati per rispettarne la privacy».
A questo punto, il 50% del gioco è fatto: al restante 50% ci pensa il cellulare. «All’interno del telefonino viene inserito un algoritmo dotato di intelligenza artificiale che, in base all’andamento dell’encefalogramma, individua l’imminente colpo di sonno e fa scattare una vibrazione, svegliando l’autista» conclude Galetta.
Dalla prototipizzazione alla commercializzazione
Al momento, sono stati realizzati solo 10 prototipi, tutti grazie alla collaborazione con l’Università di Padova, centro d’eccellenza nelle applicazioni AI, e l’Ospedale Sacro Cuore di Negrar di Verona, un istituto dotato del proprio Centro di Medicina del Sonno.
L’idea di Galetta e dell’intero team di Oraigo, formato da una ventina di professionisti di tutte le età, ingeneri e biomedici, è arrivare quanto prima all’industrializzazione del dispositivo. Un mercato in continua crescita, infatti, è già pronto per questa innovazione: quelle delle aziende di trasporto passeggeri o movimentazione merci, le quali operano con driver spesso sottoposti a turni prolungati e/o in orario notturno.
Prima di poter approdare serenamente al mercato civile, però, il device Made in Veneto deve essere sottoposto ad alcuni testi on-field. A questo proposito, si è scelto di utilizzare la posta dell’autodromo di Imola e, caso più unico che raro, di farlo in orario notturno.
I test di collaudo presso l’autodromo di Imola
Diverse centinaia, per l’appunto, i volontari che hanno risposto positivamente all’invito di Oraigo per testare l’innovativa fascia. Dal 13 al 19 settembre, in un orario compreso tra le 0.30 e le 7.30 di mattina, avranno così luogo le prove in pista: 10 autovetture di serie saranno messe a disposizione dei candidati, i quali dovranno percorrere più volte il tracciato a una velocità massima di 20 km/h.
Per tutta la durata del test, l’illuminazione dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” rimarrà ovviamente spenta: unica eccezione, i fari dell’auto. D’altra parte, questo è il solo modo per simulare le condizioni alle quali c’è più probabilità che si verifichi un “colpo di sonno”.
Grande soddisfazione per l’iniziativa, infatti, arriva dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le sue parole in merito: «Questo progetto, assieme alle iniziative messe in campo dalla Regione Veneto in ambito di sicurezza stradale, potranno contribuire a migliorare la sicurezza lungo le strade che, troppo spesso, sono protagoniste nelle pagine di cronaca nera».