L’elettricità è il pilastro del nostro progresso tecnologico, fondamentale per ogni aspetto della nostra vita quotidiana, dalle comunicazioni alle infrastrutture, dalla sanità all’industria. Ogni innovazione, dall’Internet delle cose alle smart city, dipende da un flusso costante e affidabile di energia elettrica. Sulla Terra, abbiamo sviluppato complesse reti di distribuzione energetica che alimentano interi continenti, garantendo che case, aziende e dispositivi siano sempre connessi e operativi.
Ma da dove possiamo ottenere tutta questa elettricità? Le risorse terrestri sono sufficienti a soddisfare il nostro crescente fabbisogno?
In questo contesto si colloca Star Catcher Industries, una promettente startup americana che ha appena raccolto 12,25 milioni di dollari per realizzare una rete energetica nello spazio. L’idea è di creare una costellazione di satelliti che funzioni come una centrale elettrica spaziale, capace di fornire energia solare ai satelliti in orbita bassa attorno alla Terra.
La visione di Star Catcher
Fondata da veterani del settore spaziale, tra cui Andrew Rush e Michael Snyder, insieme all’investitore Bryan Lyandvert, Star Catcher si propone di eliminare i vincoli energetici delle operazioni spaziali. L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: costruire una costellazione di 200 satelliti “power node” che cattureranno l’energia solare e la trasmetteranno ai satelliti dei clienti. Questa rete di satelliti, una volta operativa, permetterà di fornire una copertura energetica completa in orbita terrestre bassa (LEO).
Gli obiettivi di Star Catcher sono ambiziosi. Entro il 2030, si prevede che il numero di satelliti in LEO raggiungerà le 50.000 unità. Attualmente, questi satelliti generano solo tra 1.000 e 1.500 watt, paragonabili al consumo di un frigorifero. Con la tecnologia di Star Catcher, i satelliti potranno generare una quantità di energia fino a 5-10 volte superiore, aprendo nuove possibilità per le operazioni spaziali.
Tecnologia e implementazione
La tecnologia di Star Catcher si basa sulla trasmissione di energia solare catturata nello spazio, convertita e trasmessa in un raggio di radiazioni efficiente per la conversione in elettricità. Questa soluzione permetterà ai satelliti di superare i limiti attuali di dimensioni, peso e potenza (SWaP – Size, Weight, and Power), consentendo operazioni più complesse e intensive dal punto di vista energetico.
Il piano di Star Catcher prevede una dimostrazione iniziale a terra per mostrare il funzionamento completo del sistema, seguita da un test in orbita previsto per dicembre 2025 con un satellite dimostrativo. Questa fase di test sarà cruciale per validare la tecnologia e raccogliere dati fondamentali per la scalabilità del progetto.
Implicazioni future
La realizzazione della rete energetica spaziale di Star Catcher potrebbe trasformare radicalmente le operazioni spaziali. L’accesso illimitato all’energia permetterà di potenziare numerose applicazioni, dalle comunicazioni dirette ai dispositivi alla elaborazione dei dati avanzata in orbita. Immaginiamo un futuro in cui i satelliti possano utilizzare moderni GPU per l’elaborazione dei dati direttamente nello spazio, o in cui le missioni lunari possano superare le limitazioni delle lunghe notti lunari grazie a una fonte energetica affidabile.
L’idea di un abbonamento annuale o di un modello di pagamento a consumo per l’energia spaziale rappresenta un cambio di paradigma che potrebbe rendere più accessibili e sostenibili le operazioni spaziali per molte aziende e organizzazioni.