2Hire
Matteo Filippi, Andrea Verdelocco, Flippo Agostino, Elisabetta Mari

La startup che connette le auto chiude un round da 5,6 milioni di euro

Di
Silvia Messa
4 Febbraio 2020

Si è sviluppata grazie a LVenture Group e Luiss EnLabs, 2hire, una startup nata nel 2017 da Filippo Agostino ed Elisabetta Mari (laureati in Economia alla Luiss), Matteo Filippi e Andrea Verdelocco (laureato in Ingegneria all’Università Roma 3). L’idea? «Realizzare un device che si applica nella portiera dell’auto, per gestire il veicolo in remoto in tempo reale, consentirne l’uso e monitorizzarla» racconta Filippo, 26 anni. La startup ha appena chiuso un round di investimento Series A da 5,6 milioni di euro.

L’operazione è stata guidata da P101 SGR (con 3,9 milioni) e Linkem (400mila euro). Hanno partecipato anche i soci precedenti Invitalia Ventures (oggi CDP Venture Capital), LVenture Group e Boost Heroes. «Il nuovo aumento di capitale rappresenta un passaggio fondamentale per espanderci e proseguire nel processo di innovazione di un settore, quello dell’automotive, che si sta trasformando a ritmi elevatissimi» commenta Filippo.

Com’è nata l’idea?

«Ci è venuta dopo che avevamo cercato di far partire il nostro scooter sharing a Roma. Abbiamo capito che eravamo più bravi a sviluppare una tecnologia che gestire un servizio di condivisione».

Quando e come siete entrati in Luiss EnLabs?

«Nel 2017, grazie alla nostra idea, che si rivolge in primo luogo a chi gestisce flotte (non solo auto: si applica anche a motorini, bici, monopattini elettrici). Abbiamo sviluppato il progetto in cinque mesi di accelerazione. A maggio del 2017 abbiamo ricevuto un primo round di investimento di 600mila euro, con cui abbiamo strutturato il team e realizzato il primo prodotto. Oggi siamo in 9 Paesi, in Europa e in Sudamerica, su decine di migliaia di veicoli. Lavoriamo in 14, in azienda. E abbiamo chiuso il 2019 con un fatturato 5 volte quello del 2018».

Un consiglio per chi ha un progetto nell’automotive?

«È un mercato con player grandi, ci vuole pazienza, bisogna provare e riprovare prima di trovare un interlocutore. Devi dimostrare ad aziende importanti, con un know-how, che affronti un problema con un’idea che ha fattibilità. A noi dicevano che era impossibile realizzare tecnicamente il nostro device. Invece abbiamo avuto fiducia e ce l’abbiamo fatta. C’è bisogno di progetti sull’auto connessa, l’auto autonoma, le strutture per l’elettrificazione».

Info: http://2hire.io/

 

Intervista tratta da Millionaire di novembre 2019. 

 

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