Le 10 startup italiane per la space economy

Di
Redazione Millionaire
22 Dicembre 2022

La Città della Scienza di Napoli insieme a Intesa San Paolo hanno presentato durante il Demo Day di Up2Stars il programma di valorizzazione  delle giovani realtà imprenditoriali innovative.

 

La poliedricità e la distribuzione territoriale della space economy prende forma nell’innovazione italiana.

Come dimostra il successo della missione Orion della Nasa, ma anche l’utilizzo diffuso dei satelliti per nuovi business, l’economia che ruota attorno allo spazio si sta ampliando nel nostro Paese in maniera sostanziale e continua, all’insegna della crescita e dell’innovazione per l’intera filiera produttiva. La competitività italiana nel settore è confermata dai dati sul commercio internazionale, che collocano il nostro Paese al quarto posto con una quota di export del 6,9% sul totale (media 2015-2019), per un’economia che occupa oggi il nono posto, con una quota di circa il 3% del Pil globale. Il comparto conta ormai oltre 280 imprese italiane, che vanno a coprire l’intera filiera, dalla produzione ai servizi satellitari.

In questo quadro, Up2Stars organizza quattro call all’anno per individuare nuovi talenti utili allo sviluppo della nuova economia spaziale. Le dieci realtà presentate a Napoli hanno avuto l’opportunità di presentarsi a investitori e aziende del settore potenzialmente interessate a investire su progetti innovativi. Le startup selezionate da Up2Stars non hanno solo la facoltà di accedere ai Demo Day, ma anche a un processo di accelerazione e networking proveniente dall’Innovation Center di Intesa Sanpaolo.

 

Le startup

Tra le startup presentate, troviamo realtà rappresentative dell’intera filiera, concentrate prevalentemente nella branca dei servizi di supporto alle altre startup e società del settore. Un esempio è l’imolese 2NDSpace, che fornisce satelliti di servizio per effettuare le manutenzioni di quelli già in orbita, mentre la barese Astradyne produce strutture dispiegabili per il settore, a partire da un pannello solare pieghevole a origami, Involve Space, con sede a Erba, offre il lancio monitorato di una sonda originale ad alte prestazioni tecnologiche per attività di ricerca e di test di elettronica e materiali, mentre la napoletana Marscenter abilita esperimenti scientifici e tecnologici in condizioni di microgravità, sia a bordo di stazioni spaziali che a bordo di sistemi con capacità di rientro.

Ma non è finita qui, perché tra le startup scelte ci sono anche la milanese AdapTronics, che reinventa il modo in cui i robot afferrano oggetti di qualsiasi forma, dimensione e materiale, robot con densità di forza massimizzata e consumo energetico ridotto, e la pisana ABzero, che ha ideato un sistema per la consegna di sangue, organi e medicinali mediante l’utilizzo di droni.

Ciò che in campo innovativo fa più furore però, è la raccolta e la gestione dei dati nello spazio. Cshark che attraverso un metalinguaggio per intelligenza artificiale e un satellite già messo in orbita, offre un servizio di telecontrollo di dispositivi IoT, mentre l’altra napoletana Latitudo 40 offre una data platform basata su Ai e computer vision, che fornisce informazioni a città e aziende per diventare più sostenibili e resilienti al climate change, mentre la torinese Mespac integra i dati forniti dai satelliti, con dati proprietari per nuovi siti di impianti eolici offshore. Infine, SaferPlaces, di Rimini, sfrutta i dati geospaziali e satellitari per la creazione di un gemello digitale dell’ambiente urbano, per la protezione delle città dagli allagamenti.

 

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