Le startup hanno assunto un ruolo chiave nel plasmare il futuro della sostenibilità e dell’innovazione in tutta Europa. La loro abilità nell’identificare le inefficienze del mercato e trasformarle in opportunità non è soltanto un esercizio di imprenditorialità, ma un passo avanti verso un modello di business più responsabile e sostenibile. L’industria alimentare, in particolare, sta vivendo una vera e propria rivoluzione grazie a queste giovani aziende che stanno reinventando i modelli esistenti per affrontare la crisi dello spreco alimentare.
Nel contesto europeo, l’urgenza di tale sfida è esacerbata dal divario crescente tra l’abbondanza di cibo prodotto e la povertà alimentare. Alcune startup europee stanno mostrando un ampio spettro di soluzioni innovative che hanno il potenziale non solo di ridurre gli sprechi alimentari, ma anche di contribuire alla lotta contro la fame e il cambiamento climatico. Non da ultimo, creano lavoro e sono sostenibili economicamente.
Babaco Market in Italia, ad esempio, ha trasformato la distribuzione di frutta e verdura “meno attraenti” in un’opportunità di mercato, mentre Bene Bono in Francia si è concentrata sul recupero delle verdure trascurate dai contadini. Questo modello non solo genera reddito e sostengono l’economia locale, ma promuove anche una maggiore consapevolezza dei consumatori.
In Polonia, Foodsi sfrutta la tecnologia mobile per ridurre gli sprechi nei ristoranti, vendendo a prezzi ridotti cibo che altrimenti sarebbe stato sprecato. Freshflow, con sede a Berlino, si affida all’intelligenza artificiale per ottimizzare la catena di approvvigionamento, una soluzione che potrebbe essere scalata globalmente per affrontare le inefficienze su larga scala.
GreenBytes in Islanda si distingue per l’uso dell’AI nella gestione dei ristoranti, riducendo rifiuti e emissioni di CO2. La Patisserie Numerique in Francia rappresenta un esempio unico di come l’innovazione tecnologica, in questo caso la stampa 3D, può essere utilizzata per trasformare gli sprechi alimentari in creazioni culinarie.
Nosh nel Regno Unito e Orbisk nei Paesi Bassi dimostrano come le app mobili e i sistemi automatizzati possono giocare un ruolo cruciale nel ridurre gli sprechi domestici e nei ristoranti. Positive Carbon, con sede a Dublino, si concentra su soluzioni di segnalazione degli sprechi per caffetterie e campus, mentre SAGES a Londra ha un approccio creativo trasformando gli sprechi alimentari in coloranti naturali per l’industria della moda.
Al di fuori di questi esempi europei, in tutto il mondo possiamo trovare iniziative simili che dimostrano il potenziale globale di tali imprese. Dall’America al Sud-Est Asiatico, startup come Too Good To Go, che ha avuto origine in Danimarca ma si è espansa a livello internazionale, stanno connettendo i consumatori con il cibo invenduto di ristoranti e negozi di alimentari.
In Italia, piattaforme come Last Minute Sotto Casa recuperano prodotti invenduti dai negozi di vicinato, vendendoli a prezzi ridotti. Iniziative come queste mostrano l’universalità del problema dello spreco alimentare e la varietà di soluzioni che possono essere adottate, indipendentemente dal contesto culturale o economico.
Le startup europee e globali stanno quindi tracciando un percorso per un futuro più sostenibile, in cui lo spreco alimentare viene trasformato da problema a risorsa, promuovendo un’economia circolare che beneficia di tutti, dal produttore al consumatore, fino all’ambiente. Quello che le rende maggiormente affascinanti è che sono aziende fortemente attente all’innovazione tecnologica alla base del loro modello di business, create da imprenditori giovani per un pubblico universale, ma che, proprio tra i giovani, trovano una forte risposta a livello di mercato.
