STARTUP ecosistema

L’ecosistema startup italiano attira l’attenzione del mercato estero

Di
Redazione Millionaire
6 Ottobre 2022

Uno studio di TechChill dimostra una crescente attenzione verso le startup italiane da parte di investitori esteri

TechChill ha sondato il sentiment di diversi investitori, VC e business angel attivi in Europa in merito all’ecosistema italiano delle startup, con l’obiettivo di conoscere la loro opinione sullo stato attuale e sul potenziale futuro della scena tecnologica italiana.

 

 

La rivincita delle startup

Per anni, le startup italiane sono sempre state poco considerate da investitori esteri, addirittura si è sentito dire che i venture capital stessi affermassero di non prendere in considerazione società italiane per gli svantaggi fiscali dovuti al cuneo. Per molto tempo, gli startupper italiani sono sempre stati incentivati ad andare all’estero, alla ricerca di un mercato più prospero e una maggiore possibilità di raccogliere fondi. Da qualche anno a questa parte però, lo scenario delle startup ha attirato una maggiore attenzione da parte del Governo, che si è mobilitato per agevolare l’espansione e la crescita di queste ultime e sembra proprio che queste agevolazioni stiano cominciando a dare i primi frutti.

Infatti, dall’indagine condotta da TechChill, organizzazione non profit nata in Lettonia, risulta che la maggior parte degli investitori intervistati è aperta a investire in startup italiane se si presentasse un’opportunità adatta al loro portafoglio. Inoltre, già un terzo di loro ha supportato la crescita di almeno una startup italiana, mentre più della metà, il 52,5% ha dichiarato che ha alte probabilità di investimento e il 38,2% probabilità medie. 

 

Quali sono le maggiori criticità di una startup italiana, secondo i venture capital

Nonostante il panorama italiano stia crescendo esponenzialmente e attirando l’attenzione di numerosi investitori, restano ancora alcune criticità che bloccano questi ultimi dall’investire. La prima in assoluto è sicuramente la burocrazia. Nonostante si stia facendo tanto per cercare di snellire le procedure per le aziende, l’Italia è ancora uno dei paesi con il maggiore tasso di burocrazia per ogni tipologia di atto o richiesta formale. Questo problema risulta ostacolare chi desidera investire in startup italiane, per i lunghi tempi necessari per l’approvazione di determinate azioni, portando le aziende in una posizione di svantaggio.

Ebbene sì, la startup che generalmente nasce per essere una realtà fast in grado di adattarsi e cambiare velocemente, viene svantaggiata quando le normative presentano una burocrazia eccessiva, poiché non viene permesso il mantenimento degli standard richiesti dall’ecosistema. Un altro motivo non di poco conto, è la disconnessione dell’ecosistema italiano da quelli di altri Paesi. Nel settore startup, così come alla base del sistema di open innovation, la collaborazione tra diverse realtà è fondamentale per poter prosperare, perciò la mancata connessione tra Italia e Paesi esteri, nonché la relativa mancanza di riconoscimenti e di reputazione, risulta tra i motivi principali che ostacolano l’intervento di investitori esteri nell’ecosistema italiano.  

Soffermandosi invece sui settori che secondo gli investitori sono i più interessanti in cui investire, troviamo, il Climate Tech e il SaaS (software as a service), indicati come i settori verticali con maggiori potenzialità in Italia secondo il 47,6% degli intervistati, mentre sempre con ottime prospettive, ma un po’ meno di punta troviamo il Deeptech per il 33,3% e il Fintech per il 28,6%.

 

Quali sono invece i vantaggi nell’investire in startup italiane

L’aspetto che distingue maggiormente le startup italiane agli occhi degli investitori di tutta Europa è il talento, la punta di diamante che l’Italia si porta dietro ormai da secoli. In più della metà delle risposte, entrare in contatto con talenti ben formati, motivati e competenti, è stato indicato come uno dei principali vantaggi nell’investire in una startup italiana. Non solo, anche i costi contenuti, l’esperienza con prodotti di alta gamma e la cultura delle Pmi italiane, sono stati indicati come plus nello scommettere in una realtà italiana.

 

Agli investitori piace l’Italia

“La nostra indagine evidenzia la disponibilità degli investitori stranieri a investire in Italia, ma anche l’apprezzamento per i talenti locali. Si sottolinea inoltre, come venture capital e business angel siano disincantati dallo stato attuale dell’ecosistema italiano. In attesa di storie di successo che possano diventare trainanti anche in altri Paesi” dichiara Annija Mezgaile, Ceo di TechChill. E continua: “Per supportare al meglio i talenti locali, TechChill è stata in Italia con il TechChill Milano, al fine di creare una connessione forte e concreta tra l’ecosistema startup italiano e il resto del mondo, per rendere strategica l’Italia sulla mappa delle startup globali”.

Mentre, da quanto afferma Andrea Orlando, presidente del Board di TechChill Milano: “Ciò che emerge dalle opinioni degli investitori intervistati, è la forte pressione sui singoli founder. L’Italia deve poter continuare a lavorare sul proprio ecosistema: più acceleratori, fondi, sinergie, eventi. L’obiettivo di qualsiasi realtà nascente è quello di creare un ambiente in cui i meccanismi di innovazione dal basso verso l’alto, accelerino le idee fino a farle diventare realtà, e in Italia manca proprio questo. Ci auguriamo, con TechChill Milano, di aver creato un ponte tra l’ecosistema italiano e quello globale destinato a consolidarsi”. 

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