Mogees, la startup che trasforma gli oggetti in musica, chiude un round da 1 milione di sterline

Di
Redazione Millionaire
1 Giugno 2017

Da Vicenza a Londra, Bruno Zamborlin ha unito le sue passioni per musica e informatica. Ha creato un dispositivo che permette di “suonare” gli oggetti. E ha conquistato gli investitori.

Bruno Zamborlin, 33 anni, di Vicenza, ha inventato un dispositivo che trasforma gli oggetti in strumenti musicali. Partito con poche decine di migliaia di euro, nel 2013 ha creato a Londra una startup. Si chiama Mogees. Oggi vende in più di 20 Paesi (Stati Uniti compresi) e ha già raccolto 3 milioni di finanziamenti. A maggio ha chiuso un round da 1 milione di sterline.

«Sono contentissimo, non solo per il finanziamento, ma per le persone che hanno investito in Mogees. Come Elio Leoni Sceti, che è stato Ceo della etichetta disografica EMI, e Eric Nicoli (HMV, United Biscuits, EMI). Aiuteranno l’azienda a scalare in altri settori e molto in fretta».

Si apre una nuova fase, infatti, per Mogees, con il business to business. «Manterremo e aggiorneremo i nostri prodotti di punta, Mogees Play e Mogees Pro, ma integreremo la nostra tecnologia (il microchip con algoritmo) anche nei prodotti di terze parti. Proprio la tecnologia è la nostra carta vincente. Permette di trasformare qualsiasi oggetto fisico esistente in uno smart object, in tempo reale. Ha un costo di produzione basso, non è invasiva, può essere inclusa in ogni prodotto».

Mogees Pro: come funziona

«Mogees Pro è un sensore che può essere attaccato a qualunque tipo di oggetto (alberi, tavoli, attaccapanni, una porta…). Riconosce le vibrazioni create quando percuoti l’oggetto e le trasforma in musica. Insomma, ti consente di suonare l’oggetto» aveva spiegato Bruno a Millionaire.

Bruno è un informatico, da sempre appassionato di musica. Ha lavorato alla Ircam di Parigi, ha vinto un dottorato alla Goldsmith di Londra. È lì che ha avuto l’idea. «Ragionavo su come fosse difficile creare musica elettronica, ci volevano tanti strumenti (mouse, tastiere…) e non si usava per nulla il linguaggio del corpo. Ho pensato a un dispositivo che portasse la musica elettronica fuori dagli studi».

Dall’idea al successo

In fase di progettazione, Bruno gira un video che mostra il funzionamento del dispositivo: su Youtube arriva subito a 300mila visualizzazioni. Capisce che l’idea ha un mercato. Per iniziare, raccoglie 20mila sterline tra risparmi, amici e parenti. Lancia due campagne di crowdfunding su Kickstarter, nel 2014 e nel 2015. Raccoglie quasi 200mila sterline. Presenta la sua idea agli investitori: «Ho contatto M31, incubatore di Padova specializzato in tecnologie e hardware. Così abbiamo raccolto il primo milione». A questo round ne segue un altro, con la partecipazione di Giuseppe Visentini di Iag.

Le difficoltà non sono mancate. «Non è stato facile passare dal dottorato, in cui sei abituato a lavorare da solo, alla startup. Ci sono molti aspetti da gestire, il modello di business, il team. Per questo il mio consiglio è di trovare i co-founder giusti e chiedere l’aiuto di un mentore».

La musica per tutti

Oggi Mogees punta su gaming, machine learning, smart toys, human-computer interaction. Dopo Mogees Pro, destinato a musicisti e professionisti, nel 2016 ha lanciato Mogees Play, una versione più semplice progettata per un pubblico più ampio. Connesso allo smartphone, può essere utilizzato con varie app di supporto. Attualmente è adottato nelle scuole di Francia, Spagna, Olanda, Repubblica Ceca e Finlandia per insegnare la musica ai bambini, nell’ambito del progetto europeo Erasmusica.

Info: www.mogees.co.uk

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