Giulia Pettinau, 36 anni, è una startupper di Torino con la passione per lo sport e la vocazione per l’impresa. La chiamano la “donna Excel” perché ha un debole per i numeri, i business plan, «ma sempre accompagnati dalla visione». Giulia ha creato un motore di ricerca per gli sport, che permette agli utenti di cercare corsi e attività disponibili in città e paesi d’Italia. Si chiama OrangoGO. Lanciato ufficialmente a gennaio, conta 5500 associazioni sportive iscritte e 20mila utenti unici al mese.
Com’è nata l’idea?
«Estate 2015: a 33 anni, scopro il windsurf e me ne appassiono. Penso a quanto sarebbe stato bello se lo avessi saputo prima. Serve uno strumento che dia la possibilità di sapere quali attività puoi praticare vicino a te e scoprire le potenzialità del tuo territorio. Per fare un esempio, in pochi sanno che a Torino c’è uno stadio da baseball. Di solito si sceglie uno sport in base a quello che fa il compagno di scuola, l’amico o il parente. C’è una polarizzazione totale della scelta sportiva che porta sempre verso le stesse attività, a scapito di quelle “minori”. Con un motore di ricerca gli utenti possono scoprire qual è il loro sport e il loro talento. Anche perché i numeri confermano che la maggior parte degli italiani cerca informazioni online prima che offline».
Come funziona?
«Sul sito puoi filtrare la ricerca in base alle tue esigenze: posizione, orari, età, eventuale disabilità. Puoi prenotare una prima prova gratuita o chiedere informazioni alla società che preferisci. Per le associazioni sportive, il vantaggio è di essere mappate e indicizzate online».
Come hai sviluppato il progetto?
«Ho creato subito un team, oggi siamo in 10, iniziando con un investimento family and friends di 25mila euro. La startup è nata nel 2017. Prima ci siamo dedicati a sviluppo strategico, piano industriale, sviluppo commerciale. Abbiamo definito partnership con enti e federazioni sportive e, attraverso loro, abbiamo promosso il servizio presso le associazioni locali. Per la promozione sull’utente finale, invece, abbiamo puntato su campagne digital, social e SEO. Abbiamo raccolto poi altri 50mila euro. Tra gli investitori c’è anche la società di venture capital Boost Heroes».
La piattaforma è gratuita per le società sportive. Da dove arrivano i guadagni?
«Offriamo dei servizi di comunicazione targettizzati, a pagamento, per le società. Siamo un’impresa a vocazione sociale. Vogliamo che tutti abbiano la possibilità di trovare il proprio sport. E che tutte le società sportive, anche quelle più piccole che non hanno le competenze e la forza economica per investire in marketing digitale, siano presenti online. Perché nell’epoca digitale, l’invisibilità digitale può tramutarsi in quella reale».
Che cosa ti ha spinto a creare la tua impresa?
«Ho studiato Economia, con una specializzazione in marketing del territorio. Ho lavorato come marketing manager per un’azienda di automazione industriale, poi in altre aziende. Ma fin da piccola sognavo di fare l’imprenditrice, anche da bambina quando non sapevo esattamente cosa volesse dire. Non avevo esempi in famiglia, lo vedevo dai film, dalla tv, e mi piaceva. L’altra molla è stata la passione per lo sport. Mi sono resa conto che avevo qualcosa da dare. Perché per fare impresa la passione non basta. Ci vuole il talento, qualcosa che ti piace fare ma che ti dà anche da mangiare».
Progetti?
«Puntiamo all’estero. Porteremo OrangoGO prima in Europa e poi nei paesi in cui cresce la digitalizzazione».
Info: www.orangogo.it