Il sito che ti crea l’abito su misura conquista consensi

Di
Tiziana Tripepi
2 Febbraio 2017

Produrre abiti da uomo su misura e venderli online: un obiettivo a prima vista impossibile è una realtà, e fa impresa. Con un fatturato in crescita del 200%.

Si chiama Lanieri ed è stata creata dai torinesi Simone Maggi e Riccardo Schiavotto. Ti colleghi al sito, e con l’aiuto di un video tutorial prendi le misure del tuo corpo: circonferenza del collo, spalle, braccia fino al gomito, braccia fino al polso, circonferenza del bicipite, del torace, della vita e così via. Poi scegli il modello, il tessuto, i bottoni, la fodera. Tutto è curato nei minimi dettagli. Un sistema online salva tutti i dati, ma saranno dei sarti “in carne e ossa” a tagliare e cucire il tuo abito, che sarà consegnato a casa in quattro settimane. Risultato: il cliente avrà un abito di sartoria con un risparmio medio sul prezzo del 40%. Ad avere l’idea di Lanieri sono stati cinque ragazzi che si sono conosciuti durante un Mba, e hanno deciso di dar maggior senso alle lezioni fondando una startup. Ma oggi sono Simone Maggi e Riccardo Schiavotto a continuare l’avventura.Riccardo Schiavotto&Simone Maggi - LANIERI

I due fondatori sono stati anche selezionati da Endeavor Italia, un network internazionale che supporta le startup ad alto potenziale e le aiuta a crescere e a scalare più rapidamente.

Perché avete scelto l’online per un prodotto così tradizionale?

«Il settore del “su misura”, per la carenza di figure professionali specializzate, non riesce spesso a colmare la domanda. La figura del sarto è sempre più rara, ma non è calato il bisogno di trovare capi eleganti e su misura a prezzi accessibili. Inoltre c’era una possibilità di mercato non sfruttata, sia in Europa che nel resto del mondo. Negli Stati Uniti ci sono aziende che operano con questo concetto da ormai dieci anni, e propongono capi fatti in Cina di bassa qualità. In Europa ci sono pochissimi player. Lo spazio per noi c’era, e inoltre potevamo proporre abiti di alta qualità fatti interamente nel nostro Paese».

Come sono stati gli inizi?

«Abbiamo investito all’inizio 10mila euro a testa. Gli inizi sono stati durissimi: non avevamo fornitori, materie prime, expertise di prodotto e capitali. A fine 2012, per farci conoscere, abbiamo partecipato al premio Startcup Piemonte. Qui siamo stati notati da Reda, uno storico lanificio biellese, che ha deciso di investire nella nostra iniziativa diventando nostro partner strategico. Con i capitali apportati abbiamo potuto permetterci attività di marketing online per raggiungere i nostri potenziali clienti. Inoltre abbiamo attinto al know-how e alla loro rete di contatti, che ci ha consentito di risalire a fornitori di tessuti e a sarti disposti a seguirci in questa avventura».

 

Riccardo Schiavotto e Simone Maggi_bici2_hd

Non è rischioso comprare un abito su misura online?

«Abbiamo un servizio di customer care. Rimborsiamo eventuali modifiche sartoriali, e qualora non dovessero poter essere possibili rifacciamo interamente il capo con nuove misure. Teniamo traccia delle modifiche sartoriali, modificando le misure presenti all’interno del profilo online del cliente, affinché ordini futuri non presentino lo stesso problema. Infine, se il cliente non vuole darci la possibilità di creare il fit desiderato, rimborsiamo totalmente il prezzo del capo. In questi anni, inoltre, abbiamo aperto sei atelier di prova su strada: Roma, Milano, Torino, Zurigo, Monaco di Baviera e Bruxelles. Consentono di farsi prendere le misure almeno al primo acquisto sono molto utili».

Vantaggi e svantaggi di fare impresa sul Web?

«Il grande vantaggio è poter raggiungere un pubblico enorme, e allo stesso tempo indirizzare la propria proposta commerciale al segmento di clientela desiderato, senza sprechi e in modo efficiente. Esiste però una certa diffidenza da parte del consumatore nei confronti della novità, soprattutto quando non è possibile toccare con mano e verificare la qualità del prodotto che si compra. Siamo sicuri, però, che otterremo la fiducia dei nostri clienti. Crediamo fortemente nella qualità dei nostri prodotti e nella praticità della nostro piattaforma di acquisto».

Chi la dura la vince

La loro scommessa, quella di innovare in un campo tradizionale come quello della sartoria, è vinta: un aumento di fatturato del 200% nel 2016, ordini in crescita del 150%, con più di 6000 clienti e oltre 50 paesi raggiunti dal servizio. E il gruppo di lanifici biellesi, tra cui Reda, che aveva già investito nella startup 1,5 milioni di euro, ha aumentata la partecipazione. Lo scorso settembre Lanieri ha chiuso un altro round di finanziamento da 3 milioni di euro.
«Da quando abbiamo fondato Lanieri abbiamo avuto sempre ben chiari i risultati che volevamo ottenere e la crescita registrata nel 2016 ci ha dato la conferma di aver intrapreso la strada giusta, soprattutto vedendo il numero sempre crescente di persone che si avvicinano per la prima volta al mondo del su misura. Nel 2017 ci focalizzeremo sempre di più sull’aumento della nostra base clienti internazionali e sull’introduzione di nuovi prodotti, come chinos e pulloveri», ha commentato Simone Maggi.

Il settore del made to measure maschile sta vivendo un periodo d’oro, collegato all’aumento delle vendite dell’abbigliamento maschile online: secondo uno studio di IBIS World il settore è quello che ha realizzato l’incremento più alto con un +17% dal 2010 al 2015. Per i prossimi 5 anni si prevede un’ulteriore crescita del +14%.

INFO: www.lanieri.com

 

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