140 startup seguite, 250 ore di mentoring erogate e 50 mentor dell’ecosistema startup.
Tutto ha avuto inizio nel luglio 2021 con l’intuizione di Giacomo Gentili, al tempo Business Developer ad Almacube (l’incubatore dell’Università di Bologna), il quale ha in mente un progetto basato su come dispensare consigli e guidare coloro che vogliono creare una startup. Racconta subito la sua idea a Pietro Maria Picogna (ex presidente della Junior Enterprise dell’Università di Bologna) e insieme, dopo pochi giorni, iniziano a darle forma. Dopo aver terminato il liceo classico a Verona, Picogna sente il bisogno di esplorare e conoscere il mondo. A questo proposito, decide di approfittare dei suoi studi universitari per vivere in paesi come Argentina, Belgio e Cina. Tutto ciò affiancato da un’esperienza di volontariato in India e un mese nella Silicon Valley, in California. La visione globale di Picogna si abbina alle capacità tecniche di Gentili, che da anni “gioca con le startup” grazie alla sua esperienza ad Almacube. Da qui nasce il metodo di Startup Pack, ovvero quello di combinare un percorso tecnico a un mindset europeo, con uno scopo ben più grande: riuscire a portare una visione globale e competitiva all’interno dell’ecosistema imprenditoriale italiano ed europeo. L’obiettivo diventa così quello di trasformare ciò che è nato come un piccolo progetto in un vero e proprio business: la startup che aiuta le startup.
L’universo di Startup Pack conta più di 90 progetti supportati, 140 startup seguite, 250 ore di mentoring erogate e 50 mentor dell’ecosistema startup. Quest’ultimi, insieme a Giacomo e Pietro, hanno un chiaro obiettivo in comune: aiutare gli imprenditori a risparmiare tempo ed evitare gli errori più comuni nella creazione di un’impresa. I mentori, in sostanza, utilizzano il metodo socratico per scavare a fondo e far emergere le qualità preesistenti in ognuno di noi. Il valore di questa iniziativa risiede nell’importanza che assume il confronto tra le persone e per questa ragione si definiscono un “business di persone”, difendono lo slogan sharing is caring.
Uno dei loro clienti, Art2Me, che connette artisti e compratori su un’unica piattaforma sostenuta dalla realtà virtuale, doveva capire meglio i bisogni delle sue personas e migliorare il suo Minimum Viable Product (MVP) in base ai feedback ricevuti. A tal proposito è stato matchato con Giacomo Bizzarri, mentor esperto nella validazione dei Minimum Viable Product. «Con il mentor ci siamo confrontati e ho ricevuto molteplici suggerimenti che mi hanno permesso di focalizzarmi sull’obiettivo per essere più efficace possibile in questa delicatissima fase» ha raccontato il founder.
Per fare impresa si necessita di due strumenti fondamentali: fondi economici e personalità leader. La presenza di queste ultime figure, ha permesso a Startup Pack di posizionarsi diversamente dagli altri player sul mercato italiano, portando le aziende verso un netto miglioramento, con un incremento “da 1 a 100 e non da 0 a 1”. Quello di Startup Pack è un percorso dedicato a coloro che hanno già un’idea di business e desiderano farla crescere. Come? Ascoltando i consigli e le esperienze del pool di mentor e non solo, approfittando della collaborazione con partner (tra cui Stratega, Ewor e MarshYellow) che portano avanti l’intento di connettere gli innovatori di oggi con quelli di domani.
Picogna spiega che il modello utilizzato nella Silicon Valley non funziona in Italia, in quanto è un Paese in cui il 99,9% delle aziende sono piccole o medie imprese (Pmi), bar e ristoranti, piccoli negozianti, e bottegai. Alec Ross (professore alla Bologna Business School) ribadisce che l’Italia e l’Europa dovrebbero rinnovare le proprie aziende, cogliendo le opportunità che questo cambiamento comporta: stabilire un approccio diverso da quello americano, che rispetti valori, principi e culture europee. In Italia, per quanto riguarda la previdenza sociale, c’è poca rotazione per quanto riguarda il mercato del lavoro e, soprattutto, non c’è spazio per i giovani. I rappresentanti di Startup Pack affermano che “i giovani devono voler cambiare il mondo”. Fare startup non è l’unico mezzo ma, per far evolvere una società rimasta indietro coi tempi, bisogna creare qualcosa di nuovo, identificando le problematiche e attivandosi per risolverle.
L’ecosistema imprenditoriale odierno è restìo al cambiamento e ha difficoltà a stare al passo con gli ultimi trend (ad esempio digitalizzazione). Startup Pack lo definisce un “management rigido”. In questo contesto, coloro che non sono disposti a reinventarsi o innovare, sono destinati a fallire. Ciò che manca è una cultura dell’organizzazione con un’impronta moderna, ha spiegato Picogna. Le realtà people-centered, con una cultura dell’organizzazione flessibile e aperta alla valorizzazione del talento di ciascuna persona, saranno quelle che sopravviveranno ai cambiamenti e alle evoluzioni della società.
Da Millionaire ottobre