È diventato famoso con un libro controcorrente: I soldi fanno la felicità. E, dopo averne vendute migliaia di copie, torna in libreria con un nuovo titolo, L’arte della ricchezza. Intervista ad Alfio Bardolla
Ha scelto di insegnare agli altri a diventare ricchi. Scrivendo libri e organizzando corsi di formazione basati su un concetto che ha inventato lui: il wellness finanziario. Per Alfio Bardolla, formatore e personal coach, ci si deve preoccupare delle proprie finanze come della salute.
Lei continua a insegnare come diventare ricchi nel momento in cui tutti gli esperti di economia e di finanza prevedono crisi e terremoti finanziari?
«Chi è bravo a fare i soldi non smette di farne quando c’è una crisi. Anzi. Le difficoltà si possono trasformare in opportunità. Sono gli improvvisati quelli che con le crisi economiche vengono spazzati via. Il commercialista che si improvvisa immobiliarista rischia molto. Ma anche il grande gestore di fondi si trova travolto se il mercato immobiliare passa un brutto momento».
Ai suoi corsi lei spiega come fare slalom tra le crisi?
«Io spingo a sviluppare una cultura finanziaria. Tutti dovremmo conoscere i meccanismi base dei nostri investimenti. Chi ha perso soldi in Borsa ha usato uno strumento finanziario concepito per guadagnare solo quando la Borsa cresce. Mentre ce ne sono altri concepiti per guadagnare anche quando scende».
Allora basterebbe sapere quali sono?
«Le persone sono spesso pigre e non si rendono conto che anche gli strumenti per guadagnare vanno imparati e seguiti. Per fare il medico, io devo studiare cinque anni, più tre anni di specializzazione, più il tirocinio. Perché non ci si dovrebbe impegnare almeno un po’ per fare soldi?».
Se bisogna studiare, allora perché non puntare a diventare chirurghi, ingegneri, astronauti?
«Io parlo della ricchezza alla quale può aspirare anche l’impiegata che guadagna 1.200 euro al mese: se i suoi risparmi sono stati investiti in modo intelligente e le procurano un reddito anche di 500 euro al mese, può dire di avere una certa ricchezza. Un reddito insomma che non le arriva dal suo lavoro».
Ma deve comunque studiare? Come il medico dell’esempio di prima?
«Ci sono delle basi importanti per diventare ricchi. In America esistono centinaia di libri che spiegano come guadagnare con mille attività. E non solo con la Borsa. Ricette sempre valide, crisi o non crisi. Ma le due aree in cui ho avuto personalmente maggiori risultati sono l’immobiliare e il trading».
Come si fanno i soldi con l’immobiliare?
«I soldi si fanno quando si compra e non quando si vende. Non si può acquistare una casa sperando che il suo valore cresca nel tempo. Meglio comprare subito a un costo inferiore del 30% rispetto al valore di mercato. Quindi, se io un immobile posso rivenderlo a 100mila euro, lo devo comprare a non più di 70mila euro».
Come fare?
«Le aste sono il primo passo. Ma funzionerebbe ancora di più comprare una casa prima che arrivi all’asta. Una tecnica che richiede capacità negoziali, conoscenze giuridiche e legali Per questo, ai nostri corsi, vengono notai, avvocati e perfino legali di banche a spiegare le regole del settore. Altra strategia: fare in modo che gli immobili in qualche modo vengano comprati fatiscenti per trasformarli in costruzioni di prestigio».
Qual è invece la strategia giusta per fare soldi con la finanza?
«La strategia è quella di imparare da persone esperte, da chi ha dimostrato di saper conseguire risultati. Se devo imparare a giocare a golf, mi rivolgo ai campioni. Cosi ho conosciuto i migliori trader al mondo e mi sono fatto spiegare come avevano fatto i soldi».
E cosa ha scoperto?
«Che dietro le loro azioni e i loro metodi c’è sempre un approccio psicologico. In pratica, uno diventa ricco perché impara a gestire le proprie emozioni. Noi soffriamo di due condizionamenti negativi che arrivano in parte dalla cultura cattolica e in parte dalla mentalità comunista. La prima ci fa sentire in colpa se abbiamo del denaro, a differenza della cultura calvinista che invece considera il denaro un riconoscimento del merito personale. L’approccio comunista, invece, sostiene che bisognava condividere tutto e dare tutto agli altri. La negazione del self made man».
Un’associazione dei consumatori (Aduc) sul Web l’ha accusata di fare le cose troppo facili. Lei che cosa risponde?
«Non è tutto facile. Nei nostri corsi spieghiamo che ci sono dei rischi, anche importanti. Come l’insidia di problematiche legali che sono nascoste tra le carte di un immobile acquistato all’asta».
Ma se lei ha trovato la ricetta per diventare ricco, perché perde tempo a fare corsi e seminari?
«È uno dei vantaggi principali dell’essere finanziariamente indipendente: la libertà di fare le cose che ci piacciono. Nonostante io rimanga impegnato nella gestione di diverse attività imprenditoriali di cui mi occupo, amo anche il mio lavoro di formatore a contatto con le persone, con le loro domande e dubbi».
Secondo alcune critiche, lei propone ricette semplicistiche, soprattutto riguardo i prodotti finanziari, per poi, durante i corsi, invitare gli allievi a rivolgersi a servizi a pagamento per approfondire gli argomenti…
«I miei corsi durano in media due giornate. Non si può pretendere di esaurire completamente argomenti così importanti. Alcuni utilizzano questi primi passi per rendersi poi indipendenti in un processo di “learning by doing”. Altri avvertono ulteriori necessità di conoscenza e sicurezza nell’agire e allora passano ai corsi avanzati o chiedono l’affiancamento di un coach».
«La prima casa? Per me non è un bell’investimento»
«È il grande amore degli italiani. Che considerano la casa il modo migliore per mettere al sicuro i propri risparmi. Ma non è cosi. Molto meglio vendere la propria per andare in affitto» sostiene controcorrente Alfio Bardolla. «La casa in cui si abita, nel proprio bilancio economico è un costo e non un profitto. Mentre la stessa capacità di credito si può utilizzare per acquistare immobili a sconto da rivendere, creando cosi entrate rilevanti». Ma, per chi non ha capitali propri, la prima casa è l’unico investimento che una banca finanzia senza problemi. «È vero, ma se poi l’immobile viene rivenduto creando un profitto, non è un affare che riguarda la banca. Anzi, dopo una o due operazioni andate a buon fine, la banca smette di considerarci un normale cliente e comincia a trattarci come un investitore immobiliare, proponendoci nuove possibilità di accesso al credito».
INFO: www.alfiobardolla.com
Il libro
Consigli pratici e suggerimenti da applicare nel quotidiano. Ma anche strategie per imparare a progettare il proprio futuro senza quei condizionamenti emotivi che possono frenare le capacità di produrre ricchezza. In L’arte della ricchezza (Sperling & Kupfer), Alfio Bardolla insegna a non dipendere dallo stipendio e a “pianificare il nostro futuro, perché è quello il posto dove andremo a vivere”. INFO: www.artedellaricchezza.com
Giampiero Moncada, Millionaire 02/2009