Dopo quattro anni di esperienza come consulente per una multinazionale, Lorenzo Teodori, 29 anni, di Treviso, ha detto basta. Ha lasciato il posto fisso in Svizzera per avviare una startup a Milano insieme a quattro amici. La loro app Taskhunters mette in contatto studenti universitari e lavoratori in cerca di aiutanti per piccole faccende quotidiane.
Com’è nata l’idea?
«Nasce dalle mie esperienze personali», risponde Lorenzo Teodori, Ceo e co-founder insieme a Francesco Piovesan, Marco Premier, Alberto Mora e Jessy Conroy. «Da studente ero sempre alla ricerca di lavoretti per autofinanziarmi gli studi. E, quando ho iniziato a lavorare, non avevo più il tempo di occuparmi delle piccole faccende. Così ho pensato di trovare una soluzione, un’app che mettesse in contatto studenti e lavoratori troppo impegnati per rispondere alle esigenze di entrambi. Ne ho parlato con i miei amici. Ho messo a punto l’idea insieme a Marco Premier, l’attuale CTO. Abbiamo realizzato slide e un prototipo e poi abbiamo coinvolto persone che avessero competenze complementari alle nostre».
Come funziona l’app?
«Gli utenti si iscrivono, regstrando dati anagrafici e codice fiscale. I lavoratori pubblicano i “task”, le faccende per cui richiedono aiuto, con i relativi compensi e gli studenti si propongono come risolutori. I ragazzi possono guadagnare ritirando i vestiti in lavanderia, pagando le bollette o facendo la spesa. Non vogliamo favorire il lavoro precario, l’app è solo uno strumento utile per autofinanziarsi. E solo per studenti. Come ulteriore verifica chiediamo l’email universitaria».
Da dove arrivano i guadagni?
«Da una commissione sui task del 18,3% a carico dello studente. Tutti i pagamenti avvengono online e con regolare fattura».
Come avete sviluppato il vostro progetto?
«All’inizio abbiamo investito i nostri risparmi e dedicato tutto il tempo libero alla startup. È stato molto impegnativo. Lavoravamo al progetto a distanza, chi da Dublino, chi da Dubai o dalla Svizzera, come me. Finalmente, tra due settimane, rientrerò a Milano e potrò dedicarmi a Taskhunters a tempo pieno. Lo scorso mese siamo entrati nell’incubatore Speed Mi Up. E parteciperemo a un percorso di formazione. I primi investitori ci hanno già contattato. Al momento l’app è in fase di lancio a Milano ma puntiamo di espanderci in altre città universitarie italiane ed europee».
Che cosa vi ha spinto a lasciare i vostri lavori precedenti?
«Creare qualcosa di tuo, poter offrire un servizio utile, scegliere in totale autonomia come impiegare il tuo tempo e le tue energie ti dà una sensazione che nessuno stipendio sicuro potrebbe darti. Anche se ci sono i momenti di difficoltà, l’unione della squadra ci dà la forza di andare avanti».
Consigli per aspiranti startupper?
«Se hai una buona idea, inizia presto a lavorarci, anche prima dei 29 anni. Rischia. Ormai il mondo va in questa direzione: l’imprenditoria e le startup sono il futuro. E crea un buon team con competenze trasversali».
Info: www.taskhunters.it