Whazzo, l’app di due ragazzi che piace a Fabio Cannavale

Di
Marketing & Promotion
19 Aprile 2016

Si chiama Whazzo ed è l’app per eventi che ha convinto Fabio Cannavale fondatore e presidente del gruppo lastminute.com e noto “squalo” della trasmissione tv, Shark Tank.

Dietro Whazzo c’è la storia di Tazio Pintado, metà messicano, metà romano. Ed Edoardo Pasolini, studi alla London Film Academy. Si incontrano e decidono di dare vita a un progetto, un’app che aiuta che risponde alla domanda “Cosa c’è da fare oggi?”

«Siamo partiti da un bisogno che sentivamo in molti romani che si lamentano perché non c’è mai niente da fare. Invece gli eventi sono tanti, solo che non c’è un database completo che li riporta tutti. E ce lo siamo inventati» racconta Tazio a Millionaire.

Da un Power Point all’incontro con  Cannavale

Investono 25mila euro tra i risparmi di entrambi: «Edoardo mi ha presentato l’idea su un Power Point. Nel business plan avremmo raggiunto in un anno, Sidney, New York, San Paolo. Poi abbiamo capito che dovevamo un attimo ridimensionarci».

Contattano le prime aziende per convincerle a inserire annunci all’interno dell’applicazione: Nike, locali famosi a Roma come il Quirinetta, teatri, cinema, alberghi, molte aziende iniziano a crederci:

«Il modello di business si basa oggi su un meccanismo di visibilità. Chi vuole stare in alto ed essere molto visto (intorno alle 2mila visualizzazioni al giorno) paga e aumenta la possibilità di catturare l’attenzione di nuovi clienti. Poi c’è una percentuale che prendiamo sui biglietti venduti attraverso Whazzo».

La svolta è la partecipazione al programma Shark Tank: lì incontrano Fabio Cannavale che apprezza l’idea e gli chiedi di andare a Parigi.

Alla fine della tramissione Cannavale e Vigorelli, pubblicitario e altro “squalo” decidono di investire 200mila euro per il 20% della società.

«Come convinciamo un big a credere in noi»

Fabio Cannavale chiede al team di Whazzo di sviluppare un’app simile ma su Parigi per la sua multinazionale del turismo. Si chiamerà “Living  Paris” e permetterà ai clienti di lastminute di conoscere tutti gli eventi nella capitale francese:

«Cannavale oggi vende biglietti di aereo e pernottamenti in albergo, ma quando il suo cliente ha comprato e prenotato perde una fetta di business potenziale. Con l’app invece potrà continuare a guadagnarci, proponendogli eventi, insomma, un’esperienza turistica più completa grazie al nostro aiuto».

fabio cannavale
Fabio Cannavale

Un bell’esempio di Open Innovation

Ne hai mai sentito parlare? È un termine che viene usato per definire le collaborazioni che avvengono tra grandi aziende e startup (ne parliamo sul numero in edicola, non perdere l’articolo).

«Cannavale ha creduto in noi perché ha visto che dietro c’era un gran lavoro, è quello che premia sempre. Per fare startup ci vuole molta caparbietà. È un’esperienza che cambia tutto, il modo con cui consideri il lavoro tuo e degli altri. Se prima, per esempio, andavo in un ristorante e compravo un piatto costoso, oggi penso che quel piatto vale mezza giornata di lavoro di un mio collaboratore. E allora cambio e scelgo qualcosa di più economico».

edoardo pasolini e tazio pintado

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