Silvia Rezzonico Advisato

A 26 anni lascia la carriera da manager per fondare la startup dei codici sconto

Di
Redazione Millionaire
22 Febbraio 2017

Oggi Silvia Rezzonico ha 29 anni. Insieme a due soci, nel 2014, ha avviato Advisato, una startup che offre buoni promozionali per siti di e-commerce.

A 22 anni ha iniziato a lavorare in una società di Copenaghen, dopo un’esperienza di studio all’estero. A 24 è tornata in Italia. Assunta come responsabile marketing di una società di Milano, ha di nuovo cambiato strada per realizzare il suo sogno di impresa. A soli 26 anni Silvia Rezzonico ha lasciato un lavoro a tempo indeterminato. E si è rimessa in gioco. Ha avviato Advisato, una startup che offre codici promozionali e buoni sconto per siti di e-commerce. Oggi Silvia ha 29 anni. La sua impresa ha otto dipendenti e 70mila utenti, in Italia e in Spagna.

Come hai iniziato a lavorare nel marketing?

«Ho studiato Economics and Management alla Bocconi di Milano. Era un corso in lingua inglese. Metà dei miei compagni veniva dall’estero. Dopo la laurea ho scelto un Double Degree che mi ha permesso di studiare un anno alla Business School di Copenaghen. È in Danimarca che, nel 2010, ho iniziato a lavorare in una società di ricerche di mercato. Mi occupavo di analisi statistiche, marketing, comunicazione. Sarei dovuta restare solo per quattro mesi di stage, invece ho lavorato lì per due anni».

Perché sei tornata in Italia?

«Avevo raggiunto una buona posizione, ma il mio desiderio era di farcela anche in Italia. Non avevo mai mandato neanche un cv. Volevo almeno provarci. Quando sono tornata mi sono accorta che le competenze che avevo acquisito erano quelle più richieste nel settore digital. Ho trovato lavoro in una società di e-commerce di Milano, dove ho lavorato per un anno. Qui ho conosciuto Luca Tuscano e Sergio Bottari, i miei futuri soci. Dopo una breve esperienza in un altro e-commerce, ci siamo licenziati e insieme abbiamo lanciato Advisato a marzo del 2014».

Che cosa ti ha spinto a metterti in proprio?

«Un po’ di sana pazzia! In realtà ho sempre voluto lavorare in aziende piccole, poco strutturate, dove posso vedere l’impatto quotidiano del mio lavoro e posso essere coinvolta su più aspetti di un progetto. Da questo punto di vista la startup è una vera scuola di vita. Ti senti il founder anche quando non lo sei. Sei sempre coinvolto. Senti che il tuo apporto è fondamentale per la crescita dell’azienda. Ti confronti con diverse problematiche e provi il gusto della sfida da superare».

Come funziona Advisato?

«Il modello di business è semplice: stringiamo accordi con gli e-commerce e ogni volta che portiamo un utente sul loro sito, e l’utente acquista, noi percepiamo una commissione di vendita. In pratica l’utente copia il codice sconto che trova su Advisato, lo usa al momento dell’acquisto sulla piattaforma di e-commerce. Quel sito ci paga una percentuale, una somma che è commisurata a quanto ha speso l’utente. Il modello funziona se hai tanti accordi con tanti siti. Oggi ne abbiamo più di 1000. E muoviamo un volume d’affari di quattro milioni di euro (le vendite realizzate dagli e-commerce)».

Come avete sviluppato il progetto?

«Siamo partiti con le nostre gambe. Avevamo le competenze necessarie: Sergio è uno sviluppatore e ha creato la piattaforma, Luca si occupa degli aspetti commerciali, io del marketing. All’inizio, in realtà, facevamo di tutto, scrivevamo anche le descrizioni dei prodotti. Oggi abbiamo altri collaboratori. Abbiamo ottenuto finanziamenti da un gruppo di investitori privati del digital. Ma la natura del business ci permette di autofinanziarci. Non abbiamo costi di magazzino o logistica. Così il primo anno siamo andati in pareggio e poi sono arrivati gli utili. Al momento abbiamo 70mila utenti, con una crescita annua del 50%».

Difficoltà?

«Quelle maggiori riguardano la burocrazia. Abbiamo impiegato tanto tempo tra pratiche, notai e avvocati. Poi devi convincere gli investitori ad ascoltarti e darti fiducia e in Italia le cifre non sono alte come in Silicon Valley. Essere imprenditori significa mettersi in gioco, affrontare difficoltà ed essere disposti a fare qualche sacrificio».

Consigli?

«La pianificazione è il momento più importante per una startup. Anche se hai un’idea bellissima, se non hai chiari quali saranno i costi e i guadagni attesi, rischi di bloccarti nella fase esecutiva, di scontrarti con la realtà. Chiediti fin da subito: “Di cosa avrò bisogno?”. Poi cerca collaboratori di fiducia, che siano anche multitasking. E soprattutto agisci. Uno dei motti di Facebook è “Done is better than perfect“. Sono d’accordo. Meglio iniziare a fare qualcosa e poi correggere piuttosto che stare fermi. A tutti consiglio di partire, anche se poi scegliete di tornare. L’esperienza all’estero (il quarto anno di liceo negli Usa e i due anni a Copenaghen) è stata la più importante della mia vita. È utile per la lingua, l’apertura mentale e la propria indipendenza».

Info: www.advisato.it

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