L’universo delle startup italiane negli ultimi anni sta vivendo una crescita straordinaria, e un programma di accelerazione aiuta le più promettenti a fare il grande salto.
È Elevator, lanciato dal ramo italiano di Endeavor, l’organizzazione globale non profit che supporta e moltiplica il potenziale di oltre 2,000 imprenditori in 41 mercati (Mercado Libre, Glovo, Checkout, Bending Spoons e Satispay, tra i nomi in portfolio). Sostenitori fin dalla prima edizione sono Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e OGR Torino, in qualità di innovation and networking partner.
In Italia ci sono molti programmi di accelerazione rivolti alle aziende in fase seed e pre-seed, ma c’è invece un vuoto significativo se si parla di startup già in fase di Series A. Queste aziende sono già mature, ma hanno ancora molta strada da fare per continuare a crescere in modo corretto, affrontare le sfide dell’espansione e diventare competitive fuori dai confini locali.
«La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT supporta il programma Elevator perché è un acceleratore di talenti e innovazione capace di portare le scale up a livelli di eccellenza: è un volano importante per alimentare l’ecosistema imprenditoriale verso modelli in grado di promuovere la crescita del territorio», dichiara il Segretario Generale di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT Andrea Varese.
«Un’azienda che sta affrontando una crescita rapida – cioè in fase di scale up – ha bisogni diversi da quelli di una start up» spiega Marco Rampazzo, Managing Director di Endeavor. Per esempio? «Ha bisogno di capire come cambiare struttura organizzativa ogni 6 mesi/1 anno, di imparare a gestire l’aumento esponenziale dell’organico, di capire come continuare a crescere anno su anno mantenendo tassi di crescita del fatturato intorno al 100%, e naturalmente, ha bisogno di capitali. Gli imprenditori non devono più semplicemente validare un business model, devono scalare un’organizzazione e creare una vera e propria azienda in grado di scalare anche fuori dall’Italia».
È qui che Elevator si distingue, offrendo sei mesi di workshop, mentorship dedicate e incontri con investitori, il tutto a livello internazionale.
I primi anni non era semplice trovare aziende che corrispondessero ai requisiti di programma: ricavi compresi tra $0,5M e $5M, alto potenziale di crescita nei successivi 3/4 anni e ambizioni internazionali.
«È importante specificare che non si trattava di una mancanza delle singole aziende, ma dell’intero ecosistema che non era ancora abbastanza maturo» dice Rampazzo.
Adesso però le cose sono cambiate e i partecipanti delle ultime due edizioni lo dimostrano. UnoBravo ha chiuso un round di 17 Milioni di Euro guidato dal fondo americano Insight Partners e oggi è un’azienda Endeavor a tutti gli effetti. Caracol, che ha raccolto di recente 10,6 Milioni di Euro ed è anch’essa diventata parte di Endeavor.
«Elevator ci ha dato visibilità sul panorama italiano, e anche solo poter attingere a una piccola parte del network di Endeavor ci ha permesso di creare connessioni utili con potenziali clienti, mentor, investitori» racconta Francesco De Stefano, CEO di Caracol «Anche le sessioni di workshop sono state interessanti. Ci ha ispirati, ma soprattutto, ci ha ispirati ancora di più a voler entrare in Endeavor».
Nella quinta edizione, Elevator ha selezionato 13 startup e 33 founder: Bike-Room, L’Orto di Jack, Daze, Deliveristo, Electra Vehicles, Jobtech, Faba, Fitprime, Futura, Meeters, Mirta, Smartpricing , Viceversa. Gli imprenditori hanno lavorato con oltre 50 mentor provenienti da 41 paesi. Sono stati attivati 14 progetti consulenziali gratuiti grazie ai partner EY e K&L Gates, e i partecipanti hanno raccolto fondi per 30 Milioni di Euro.
«Per noi il programma è stata un’occasione per confrontarci con altri imprenditori nella nostra stessa fase aziendale e condividere con loro dubbi, problematiche e consigli» racconta Andrea Chirolli, CEO di Futura. «Penso che il valore aggiunto nel programma sia stato soprattutto il network che si è venuto a creare con altri imprenditori e il livello delle connessioni create».
Ma c’è un’ultima cosa che rende unico Elevator.
«Il focus non è sulle aziende, bensì sugli imprenditori» continua Rampazzo. «Questi founder non vanno formati, sono già bravissimi, alcuni fuori classe. Hanno bisogno di essere raffinati e preparati ad affrontare sfide difficili a cui altrimenti andrebbero incontro alla cieca, perché in Italia hanno poche occasioni di confronto coi propri pari, o con chi invece ha già fatto lo stesso percorso prima di loro».
Lo conferma il CEO di Soplaya, Mauro Germani: «Quando entri in Elevator ti rendi conto subito che è costruito da imprenditori per imprenditori: sessioni ed eventi di grande valore ben concentrati in pochi giorni, molte connessioni in linea con il tuo settore e il tuo stadio, scaleup selezionate di livello con cui confrontarsi.»
Attraverso Elevator, gli imprenditori ottengono competenze, contatti e una prospettiva globale che li arricchisce sia come professionisti che come persone. Un’esperienza di crescita a 360 gradi che mette al centro l’individuo, fornendo gli strumenti per diventare leader migliori.
«Ora che l’ecosistema è maturato anche noi abbiamo affinato il sistema di selezione. Ogni anno cerchiamo di fare un lavoro migliore e i risultati ottenuti dai partecipanti ci fanno pensare che siamo sulla giusta strada. Dopo i gruppi incredibili degli anni scorsi, abbiamo alte aspettative per il prossimo».
«I consigli e i contatti preziosi che ho ottenuto durante Elevator dureranno per sempre» conclude Giacomo Zenoni, co-CEO di Daze. «Lo consiglio a tutti gli imprenditori più ambiziosi.»
Potete candidarvi a Elevator dal sito di Endeavor, entro il 16 novembre 2023.