I fratelli italiani che fanno business con i droni, dall’Italia alla California

Di
Silvia Messa
30 Aprile 2019

Due fratelli fanno volare i droni anche Oltreoceano, in Silicon Valley. Simone Russo, 28 anni, ha fondato in Italia la sua Immodrone nel 2015, grazie a un’avventura in un parco naturale. «Dopo la laurea in Bocconi, ho passato un periodo in Australia. Ho incontrato due cinesi con due valigette. Una era piena di denaro, l’altra conteneva un drone. Con questo, individuavano dall’alto gli appezzamenti di terra, coi contanti li compravano, per produrre cibo da importare nel loro Paese. Tornato in Italia, ho impiegato droni per riprendere dall’alto e proporre in modo innovativo e artistico le proprietà immobiliari».

Simone avvia Immodrone con 10mila euro, non acquista droni, ma crea un network di piloti certificati Enac. Li trova nei campi volo e li forma. Oggi l’azienda ha 10 persone, che lavorano per agenzie immobiliari in tutta Italia, si occupano della produzione dei video, della post produzione e della campagna pubblicitaria. Poi ci sono 1.500 piloti, che guadagnano da 200 a 500 euro a giornata. «Siamo in attivo da tre anni e nel 2018 abbiamo fatturato il 50% in più dell’anno precedente. Il nostro valore di mercato stimato è di 6-7 milioni di euro» racconta Simone. Che ora affianca sua sorella in una nuova avventura.

La startup che sorveglia le case della California con i droni

«A 18 anni e 3 giorni sono diventata Ad della nostra impresa, DroneGuardy» racconta Alessia. La startup è nata grazie alla sua volontà e alle sue intuizioni. È cresciuta “a pane e droni”, poi ha scelto di trascorrere un I fratelli dei droni Storia 1 anno di liceo in Canada, dove vede la necessità di sicurezza dei proprietari di ville e aziende. Ma è in California che fa impresa. «Il mercato della sicurezza negli Usa vale 67 miliardi di dollari, in crescita costante. L’impatto della criminalità sull’economia americana, con 2 milioni di furti nelle case ogni anno, pesa 1 trilione di dollari all’anno» osserva Alessia. «La sorveglianza potenziata da un drone può essere più veloce di qualsiasi guardia di sicurezza privata, ha effetto deterrente e offre una visuale aerea più completa» spiega.

«Il servizio di controllo coi droni costa 99 euro al mese. I piloti guadagnano 50 dollari per un intervento di mezz’ora di giorno, 100 di notte. Il servizio è gestito tramite un’App dedicata» racconta Alessia. Con il fratello va a San Francisco per cercare investitori. E li trova: oltre ai loro 40mila dollari, ne arrivano altri 250mila da italiani e americani che credono nell’idea. Ai due fratelli si affianca un terzo socio, Davide Venturelli, 38 anni, esperto di intelligenza artificiale e droni, che lavora alla Nasa.

Cosa si prova a fare impresa a 18 anni?

«Grande orgoglio e grande umiltà. Ho un obiettivo: portare Drone Guardy in Italia. I giovani in Canada lavorano anche al liceo, creano vere aziende, associazioni benefiche. Un mio amico a 18 anni ha un fondo di investimento e si occupa di criptovalute. Non conta l’età, contano le basi solide. Non i soldi di famiglia, ma la propria affidabilità e creatività. In Silicon Valley essere giovane ti qualifica già come un vulcano di idee e c’è chi ti dà fiducia. In Italia ci sono le competenze, ma non i fondi. I voli con droni non a vista non sono ancora consentiti. Il mercato è immenso: giganti come Amazon spingono per la consegna coi droni. Se la nostra sperimentazione con il Comune di Torino e l’Enac andrà in porto, sarà il primo passo per una regolamentazione anche nel nostro Paese. Tantissimi italiani, come Davide Venturelli, vanno all’estero per avere prospettive migliori. Forse ce ne saranno anche da noi, grazie ai droni» racconta Alessia.

Simone ha l’occhio al business, Alessia alla responsabilità sociale. «Diamo supporto gratis alla polizia e ai soccorsi in caso di disastri ed emergenze».

INFO: www.immodrone.it, https://droneguardy.com

Tratto dall’articolo “Fare business con i droni” pubblicato su Millionaire di marzo 2019. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it

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