Social Media Strategist e Analyst da otto anni e startupper di successo (la sua piattaforma voce TOK.tv per commentare partite ha raccolto oltre 1 milione di dollari di finanziamento, conta più di due milioni di utenti ed è attualmente integrata nelle app di Juventus e Real Madrid), Emanuela Zaccone, 32enne di Messina, ha appena pubblicato un libro Social Media Monitoring. Dalle conversazione alla strategia (Flaccovio editore, 11,99 euro).
Cos’è il social media monitoring?
«È l’analisi quali-qualitativa delle attività che svolgi sui Social Media. Si parte dall’ascolto di ciò che gli utenti dicono di te su Social, blog e forum. Poi si esaminano i competitor, come comunicano online. Il tutto senza dimenticare di analizzare costantemente le proprie performance. A partire da questi dati quindi si creano strategie per andare incontro alle esigenze degli utenti e del mercato di riferimento e soprattutto per costruire la propria reputazione online. Attenzione però: il monitoring non è un processo finito, deve essere un’attività costante. Solo così infatti può condurre ad un’ottimizzazione delle strategie messe in campo».
Perché è importante?
«Monitorare ciò che gli utenti dicono di te sul Web è utile per diversi motivi: 1) serve per capire se le tue attività sui Social stanno avendo successo o meno. Insomma, se stai perdendo tempo e soldi in un’attività che non ha alcun ritorno. 2) Perché ti aiuta a posizionarti, a creare un brand online. 3) Perché ti permette di capire il tuo cliente, stabilire con lui una relazione e sapere prevedere e gestire eventuali critiche o crisi».
Come si fa?
«Esistono strumenti interni a ogni social che permettono di avere una visione dell’utilità delle tue attività (es. Facebook Insight e gli analytics di Twitter e LinkedIn). Ma ci sono anche piattaforme esterne (ad esempio, http://www.talkwalker.com/it/social-media-intelligence/ e https://www.brandwatch.com che ad esempio ti mostrano, attraverso una ricerca per parole chiave, quello che gli utenti dicono su di te, non solo sui Social, ma anche su forum e blog».
Come si costruisce un’identità online?
«Rispettando tre requisiti fondamentali. 1) Coerenza. L’immagine che deve venir fuori è quella di una persona o brand con una visione del mondo coerente, molto spesso invece aziende e professionisti usano i Social in modo superficiale, generando confusione. 2) No all’onnipresenza. Sbagliato spalmarsi su 20 social e starci male, meglio essere su pochi e gestirli bene creando valore. 3) Condivisione. È la logica del Web, condividere contenuti di altri (se ritenuti utili per il pubblico di riferimento) è una delle chiavi del successo».
Cosa fare e non fare per chi vuole affermare la propria immagine sul Web?
«Tre cose da fare. 1) Condividere contenuti di valore. 2) Aggiornare i propri canali. 3) Trovare il tempo e pianificare. Io ad esempio ai Social dedico dalle tre alle quattro ore al giorno, ma naturalmente molto dipendente dai propri obiettivi ed attività professionali. Quindi trovate la vostra dimensione. Tre cose cose da non fare: 1) Non mescolare i linguaggi, ogni Social ha il suo linguaggio specifico, per cui no ai software che condividono uno stesso post su più Social. La sensazione da fuori è che si sia troppo pigri per dedicare tempo sufficiente a ciascuno: allora perché dovrei dedicarti attenzione? 2) Non usare eccessivamente tag e mention, così stai spammando e rischi di infastidire le persone coinvolte nel dialogo sui social. 3) Non litigare. Succede spesso su Twitter. Molti pensano sia una strategia per attirare attenzione. Alla fine, invece rischia di ledere alla tua immagine».
INFO: http://emanuelazaccone.com/
Giancarlo Donadio