Impiegata in un call center, poi commessa. La grande occasione con Airbnb (come responsabile vendite del mercato italiano) e la voglia di mettersi in gioco e realizzare la sua startup. Sally Semeria, ligure, 32 anni, è l’ideatrice di Bjull, una piattaforma che punta a mettere in contatto proprietari di orti con clienti interessati a comprare prodotti a km zero: «Ho lasciato Airbnb quando è diventata una grande azienda. Ormai mancava lo spirito della startup che mi aveva entusiasmato all’inizio. Allora ho deciso di partecipare a Innovaction Lab (competizione dedicata a startup innovative, ne parliamo qui) e mettermi in gioco con un’idea» spiega Sally a Millionaire.
In un primo momento punta su un business nel settore del turismo, prendendo come spunto la sua esperienza in Airbnb. Poi la decisione di cambiare idea: «La mia famiglia ha un orto e spesso ci trovavamo con prodotti in eccedenza e non sapevamo come metterli sul mercato. Sono tornata alle origini e ho cercato una soluzioni che favorisse sia i coltivatori che i clienti particolarmente attenti a una sana alimentazione».
A favorire la scelta del business anche il suo amore per gli Stati Uniti, dove il business degli orti urbani è cresciuto notevolmente negli ultimi anni grazie a tanti giovani che hanno deciso di investire: «Sono stata in America per esportare l’idea. Oggi ho contatti con la Camera di commercio del Michigan e diverse associazioni no profit sensibili ai temi dell’agricoltura a km zero. Entro l’anno sarò in tour per stringere accordi con agricoltori».
Oggi Bjull è in fase di lancio, 50 coltivatori hanno aderito al progetto e sono avvenuti i primi scambi: «Il funzionamento è semplice. Il coltivatore può iscriversi gratuitamente al sito e inserire foto del suo orto e dei suoi prodotti. Il sito geolocalizza la sua posizione e lo mette in contatto con potenziali clienti che cercano prodotti freschi. Oggi siamo in contatto con fondi di investimento e con aziende nell’ambito della ristorazione che sono interessate alla nostra realtà. Il modello di business è in fase di definizione».
Per realizzare Bjull (nome che nasce da un cane a cui Sally è molto affezionata) ha trovato un cofounder, Francesco Grandazzi, digital art director per Doing, e investito una cifra superiore ai 10mila euro: «Siamo entrati in contatto con diverse community online degli appassionati di orto e agricoltura biologica. E partecipiamo a diversi eventi per startup e sharing economy per far conoscere l’idea».
Il maggiore ostacolo? La mancanza di cultura digitale: «Anche farsi mandare una foto a volte diventa complicato. Il problema del settore agricolo in Italia è la scarsa cultura della digitalizzazione. Questo rallenta un po’ lo sviluppo del progetto».
Cosa hai imparato dalla tua esperienza di startupper?
«Che bisogna uscire dall’ufficio e avventurarsi. Parlare con le persone, stare in piedi molto e sedersi poco. Startup signfica reinventarsi. Come ho fatto io nella vita: call center, commessa, fino ad arrivare al lavoro in Airbnb, mi sono messa sempre in gioco per arrivare dove volevo».
INFO: http://www.bjull.com/
Giancarlo Donadio
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