100 idee d’oro

Di
Redazione Millionaire
6 Agosto 2012

Mentre l’economia arranca, il franchising corre. Piace l’idea di mettersi in proprio con maggiori sicurezze. Ecco i volti e le storie di chi ci crede. E il meglio dell’ultimo salone di Milano

Il franchising si conferma una leva concreta per l’imprenditorialità. Per inventarsi un lavoro quando non c’è. Per avviare o rinnovare un’attività che produca benessere. L’hanno capito in molti: al Franchising & Trade, il Salone di Milano dedicato all’affiliazione, sono arrivati 12mila visitatori, il 12% in più dell’anno scorso. In un padiglione di 6.300mq, nella Fiera di Rho-Pero, si sono ritrovati 170 espositori, alcuni rappresentati da società che si occupano di sviluppo e recruitment, molti altri con un proprio stand, dove incontravano aspiranti affiliati in cerca di un’idea, di un confronto, di informazioni di prima mano. Ecco i volti e le storie di chi ci crede. E il meglio dell’ultimo salone di Milano.

L’evoluzione del pane e salame

«Avevo un’enoteca a Nogaro, in provincia di Verona. Cinque anni fa, c’era un bel locale in vendita. Pensai, con mia sorella Cristina, di servire qualcosa di buono: le tigelle. In famiglia ne andiamo pazzi. Carpimmo la ricetta a un’amica modenese, alleggerendola in strutto e lievito. Per un anno, ho fatto due lavori: di giorno nell’enoteca, la sera a servire tigelle. Poi, mia sorella restò all’enoteca e io e un socio, Luca Casali, ci dedicammo al nuovo business. Il locale era sempre pieno. In una città di 8.000 abitanti ci chiedevano di aprirne un altro! Lo facemmo nelle vicinanze, a Bonferraro (Ve). Un anno e mezzo dopo, trasferimmo tutto in una cascina. Il centro di produzione delle tigelle è a Nogaro, da cui forniamo cinque locali, di cui uno solo da asporto. Una settimana fa ho deciso di venire al Salone. Venti contatti, solo il primo giorno. Il mio sogno? Espanderci in altre regioni. La nostra idea è banale: pane e salumi. Ma è rivista in chiave moderna. E si mangia bene con 15 euro. Problema da affrontare: per rifornire la rete con prodotti freschi e di qualità, dobbiamo trovare uno spedizioniere affidabile».

Filippo Basso, 32anni, amministratore Tigella Bella Franchising.

insegna

Tigella Bella – Ottimo take out.

proposta

somministrazione e take away di tigelle, salse salate e dolci, salumi.

investimento

400-600 euro al mq. No fee né royalty il primo anno. Fornitura di prodotto.

negozio

250-350 mq per un ristorante da 150 coperti almeno, piccole metrature per il servizio d’asporto.

info

www.tigellabella.it

 

 

Gusto italiano

«Sono responsabile del progetto Piccola Umbria da sei mesi, ma conosco da anni Roberto Passeri, titolare della Passeri Assisi, azienda che vende da 40 anni prodotti umbri di qualità. L’idea è creare un format di ristorante e fast food, dove poter gustare o acquistare prodotti tipici, forniti dal franchisor stesso. L’affiliato diventa lo sbocco naturale di una filiera corta, dai produttori sparpagliati nei paesini umbri al consumatore. Il format piace anche all’estero: abbiamo tre affiliati in Slovenia e Bosnia-Erzegovina. E per aprire, non serve essere chef. La nostra formazione e un esperto in affiancamento insegnano i segreti della cucina umbra».

Antonello Bellanca, 45 anni, responsabile progetto.

insegna

Piccola Umbria.

proposta

ristorante tipico italiano con corner di prodotti.

investimento

40mila euro per Basic, 85mila per Gourmet (formazione, allestimento e prima fornitura di merce compresi). No fee né royalty.

negozio

50-80 mq Basic, 80-100 mq Gourmet.

info

www.piccolaumbriarestaurant.it

La mia sfida d’impresa

«Nel 1993 avevo 24 anni e studiavo Matematica all’università. Per caso ho conosciuto un coetaneo con un’idea che mi è sembrata vincente: così ho lasciato gli studi e iniziato un’avventura che in cinque anni ci ha portato ad avere 60 negozi “a marchio” ma senza affiliazione. Da lì, l’idea di inaugurare il franchising: oggi abbiamo 200 franchisee, siamo presenti in più di 30 nazioni e in questa fiera forse abbiamo trovato altri tre master franchisee. Credo moltissimo nel mio prodotto».

Giovanni Pavanello, 40 anni, socio fondatore.

insegna

Baby Yogurt.

proposta

negozi di degustazione yogurt probiotico in ricetta di gelato, semifreddo, granita e hamburger.

investimento

da 20mila euro per allestimento negozio e tecnologia di produzione. No fee, royalty fissa di 1.100 euro l’anno più Iva.

negozio

da 15-20 mq, nessuna preclusione per la location purché con un bacino di almeno 2.000 abitanti in località turistiche e 10.000 negli altri paesi.

info

www.babyyogurt.com

La mia dolce metà

«Ho da sempre nutrito una vera e propria passione per la pasticceria. Ma la mia laurea e il mio lavoro mi hanno sempre portato in un’altra direzione. Tre anni fa ho conosciuto Angela Maria, rumena, e con lei ho deciso di iniziare un’avventura matrimoniale e imprenditoriale. L’idea: creare un nuovo format per una gelateria-pasticceria, con prodotti di altissima qualità e macchinari di avanguardia. Un’azienda siciliana con esperienza trentennale nei semilavorati mi ha fornito il know-how necessario. Ho affrontato un lavoro di ricerca delle materie prime più prelibate (tra gli ingredienti dei nostri gelati, il cacao del Venezuela, la vaniglia del Madagascar e il pistacchio siciliano) e dei macchinari che coniugassero efficienza e risparmio energetico. Il risultato è Sweetissimo, che propone due tipi di format: solo gelateria o gelateria e pasticceria. Ora siamo alla ricerca di franchisee». Stefano Miccichè, 42 anni, titolare.

insegna

Sweetissimo.

proposta

vendita di gelati e di prodotti di pasticceria.

investimento

110mila euro (più 10mila di fee d’ingresso) per la formula “gelateria”, 150mila (più 15mila di fee d’ingresso) per la formula “gelateria+pasticceria”.

negozio

minimo di 50 mq per la gelateria, 90 per gelateria+pasticceria.

info

www.sweetissimo.com

Sano americano

«Fino a 20 anni fa lavoravo come ingegnere per il governo americano. Ho vissuto in Iran e in Pakistan. Dopo diversi anni in giro per il mondo ho deciso, con mia moglie Charlotte, di tornare negli Stati Uniti. I figli crescevano e avevamo voglia di fare qualcosa di diverso. La scelta è ricaduta sul franchising. Nel 1997 abbiamo comprato i diritti per il Texas, la Florida meridionale, il Canada da Quiznos, ristoranti specializzati in sandwich, per sviluppare reti di affiliati. Poi è stata la volta di un franchising di palestre. Nel 2006 un ex collega ci ha parlato di Froots. La formula ci è subito piaciuta, perché rappresentava una novità per gli Stati Uniti. Mia moglie è diventata presidente, mentre io ho preferito lavorare come consulente esterno. Abbiamo sviluppato una rete in California del Sud e in Texas, poi ci siamo rivolti al mercato internazionale per la ricerca di master franchisor: i primi contratti li abbiamo conclusi a Singapore e in Medio Oriente. Ora vorremmo svilupparci in Europa. Questa Fiera è un buon punto di partenza».

Hugh Russel, 68 anni, responsabile vendite internazionali e area director per il Texas e la California del Sud.

insegna

Froots.

proposta

fast food di smoothies (bevande a base di frutta e verdura), insalate e wraps (rotoli tipo piadine) con ingredienti sani e naturali.

investimento

master franchisor per l’Italia: 0,50 dollari (circa 0,35 euro) per abitante dell’area considerata.

negozio

kiosk, isola di 10 o 20 mq inserita nei centri commerciali o negli aeroporti.

info

www.froots.com

Olè: dallo stilista alla gente

«Negli ultimi otto anni, sono stato direttore della di-stribuzione per Giorgio Armani, prima ero direttore del Gft, il Gruppo finanziario tessile, che commercializza marchi come Dior, Valentino, Ungaro… Ho conosciuto Adolfo Dominguez, il primo stilista spagnolo a entrare in Borsa negli anni 90, dopo il successo come stilista di Miami Vice. Oggi ha 640 boutique, di cui 450 di proprietà, soprattutto in Spagna, Centro e Sud America, Giappone. Dal 2009 ha lanciato il franchising internazionale. Io sto creando la struttura per una rete in Italia: una filiale commerciale con uno staff di lavoro, la prima boutique affiliata di rappresentanza a Torino, nel febbraio 2010, un negozio di proprietà a Milano. Mi ha colpito la sua strategia: il franchisee non viene a comprare la collezione, siamo noi a fare una selezione e a inviare merce e novità ogni due settimane. Stabiliamo noi i prezzi e l’affiliante trattiene il 45%. E a fine stagione ritiriamo l’invenduto. Inoltre, l’affiliato paga dopo 30 giorni. Gherardo Fenzi, 58 anni, direttore sviluppo.

insegna

Adolfo Dominguez.

proposta

abbigliamento uomo, donna, bambino.

investimento

1.000 euro al mq.

negozio

da 80 mq (solo donna) a 200 mq.

info

www.adolfodominguez.com

In camicia business

«La mia collaborazione con la Moreal, storica azienda produttrice di camicie dal 1954, ha riguardato inizialmente solo l’aspetto architettonico. Poi si è evoluta: ora mi occupo, più in generale, dell’immagine dei nuovi negozi, personale compreso. Il franchising sta portando una ventata di attualità: negozi più moderni, quattro linee a seconda del target (classico, giovane, ricercato, old style), segnaletica luminosa in negozio. Oltre che nella qualità, la forza dei prodotti sta nella personalizzazione: le camicie possono essere realizzate su misura (senza costi aggiuntivi) e con cifre (due euro a lettera). I prezzi al cliente finale vanno da 29 a 69 euro».

Nunzia Margherita, architetto.

insegna

Moreal Camicie.

proposta

camiceria in franchising.

investimento

a partire da 20mila euro. No royalty né fee. Margine di guadagno lordo fino al 200% (70-100% netto).

negozio

da 20 a 150 mq. Metratura consigliata 40-45 mq.

info

www.morealcamicie.com

Marketing a prova di bimbo

«Questa iniziativa nasce dall’esperienza di una famiglia di commercianti già attivi nel settore dell’abbigliamento. Prima Bimbi belli era solo il nome di un negozio, poi si è deciso di farlo evolvere in un marchio. Io sono arrivata a quel punto, al momento dello start up. Il primo negozio ha aperto a Milano, nel marzo 2009. Ma è stato il secondo, in corso Buenos Aires, la prova del fuoco. Abbiamo aperto vicino alla Chicco; tutti ci dicevano che eravamo pazzi a sfidare un colosso. Invece, le cose sono andate bene. La nostra filosofia è quella di vestire i bambini spendendo poco. Fondamentale il marketing. Io credo molto alle azioni di supporto alle vendite: dal classico volantino ai social network, dai casting pubblicitari all’organizzazione di eventi in asili e oratori».

Francesca Cuomo, responsabile marketing.

insegna

Bimbi Belli.

proposta

abbigliamento 0-14 anni.

investimento

a partire da 10.000 per il solo arredamento (220 euro al mq). Non sono previste né royalty né fee. Margini intorno al 50%, possibilità di restituire l’invenduto.

negozio

da 45 mq.

info

www.bimbibelli.com

Profitti under 14

«Alla base, c’è una grande esperienza. Quella trentennale dell’azienda nel tessile. E la mia, di lungo corso, nel settore, in aziende diverse. Aprire un negozio per bambini è una soluzione anticrisi e io ho sviluppato il progetto dell’affiliazione. Nell’ultimo anno abbiamo aperto 18 negozi, fra Italia ed estero e prospettiamo marginalità del 40%, anche in epoca di saldi. Abbiamo puntato molto sull’organizzazione, la cura del prodotto e l’attenzione all’arredamento dei negozi. Nella nostra espansione siamo partiti da Lazio e Lombardia. Maggiori difficoltà di penetrazione in Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. All’estero siamo presenti a Cipro, in Bulgaria e in Estonia». Pierpaolo Medini, retail manager.

insegna

CycleBand.

proposta

abbigliamento 0-14 anni.

investimento

chiavi in mano 700 euro al mq (300 per il solo arredamento). No royalty né fee.

negozio

superficie minima di 70-120 mq.

info

www.cycleband.com

 

 

Il corner degli stock di prodotti

«Sono proprietario di una casa editrice e ho sviluppato il franchising di Gulliver Librerie. Da lì ho iniziato a trattare stock di libri a prezzi scontati. E ho avuto l’idea di rilevare stock di prodotti di vario genere, non alimentari, dalle aziende che volevano liberarsi delle giacenze di magazzino. I contatti spesso avvengono nell’ambito delle fiere. Compriamo grosse quantità, a ottimi prezzi, che poi vengono suddivisi tra tutti gli affiliati, in modo che ognuno abbia un certo numero di articoli di varie aziende e possa offrire ai clienti finali prodotti di qualità, estremamente convenienti. Un oggetto che costa 100, si vende a 30. E in questi periodi, la nostra formula, alternativa all’outlet, sta avendo successo. Il progetto franchising è partito nel 2008. E abbiamo già 14 punti aperti e tre in apertura. Un plus: si vende anche l’arredamento con cui si espone la merce!».

Massimo Caimi, 42 anni, fondatore.

insegna

Stock B2C.

proposta

merce di qualità in stock.

investimento

oltre 10mila euro, no fee né royalty.

negozio

oltre 70 mq (300 mq assortimento completo).

info

tel. 0541 622614, www.stockb2b.it

Mobili alla francese

«Ho lavorato per otto anni per lo sviluppo di Etam in Medio Oriente e Africa del Nord. Quando Interior’s ha deciso di lanciare la catena all’estero, mi hanno cercato e lavoro per loro da cinque mesi. Oggi ci sono 70 negozi in Francia, ma il franchisor mi piace perché resta un’impresa familiare, che produce in aziende con dirigenza francese in Vietnam. In Italia, finora i mobili erano reperibili solo in negozi multimarca. Oggi si cercano master regionali o nazionali per creare una rete di punti vendita in location di traffico importante. I mobili sono di fascia alta, di stile francese. All’affiliato italiano si prospettano ricarichi minimi del 60%».

Sebastien Chazal,32 anni, responsabile sviluppo franchising internazionale.

insegna

Interior’s.

proposta

mobili ed elementi di arredo.

investimento

200-350 euro al mq, stock merce 80mila-90mila euro, fee 15mila euro per il primo negozio, 7.500 per i seguenti, 4% royalty per comunicazione.

negozio

150-400 mq

info

www.interiors.fr

Innovatore di famiglia

«Trattiamo un prodotto, compresi pezzi di design, che è di moda. Basta guardare la diffusione di negozi con liste nozze: ce n’è più d’uno anche nei piccoli paesi. La mia è un’azienda di famiglia, che ha sede a Catania. 60 collaboratori, fatturati da sei milioni di euro. Da anni commercializziamo oggetti per la casa. Ma sono stato io a pensare allo sviluppo in franchising, dal 2000. Abbiamo costruito una rete di 24 punti vendita, tra quelli di proprietà e in franchising. È il primo anno che veniamo al Salone di Milano, vogliamo sviluppare la catena in tutta Italia, con una cinquantina di affiliati».

Alessandro Mertoli, 39 anni, fondatore di Oggettivamente casa.

insegna

Oggettivamente casa.

proposta

oggettistica.

investimento

da 15mila a 20mila euro.

negozio

da 50 a 100 mq. Assortimento in conto deposito. Ritiro vecchie collezioni a fine anno.

info

tel. 095 591631,

www.oggetivamentecasa.it, www.mertoli.it

Il piacere del quotidiano

«Per anni mi sono occupato di accessori per la casa, poi ho iniziato a lavorare per Genevieve Lethu perché mi è piaciuto il look del marchio, diverso dagli altri: mediterraneo, solare, “francese”. E poi, il suo concept: prodotti di fascia medio alta nell’immagine ma medio bassa nel prezzo. Inoltre condivido pienamente la filosofia del marchio: una cura attentissima al cliente, che esce sempre con un pacchetto raffinato anche con un acquisto da cinque euro. Infine, Lethu è molto elastico: è possibile vendere un 10% di prodotti estranei al catalogo e non c’è obbligo di acquisto dell’allestimento dal franchisor, perché è sufficiente rispettare il progetto standard».

Mauro Galli, 50 anni, direttore negozio Lethu a Milano e curatore nazionale a livello commerciale, gestionale e visuale.

insegna

Genevieve Lethu.

proposta

negozi di stoviglie, cristalleria, tessili, e piccolo mobilio da cucina.

investimento

da 40mila euro per la merce più 10mila euro di fee d’ingresso circa più allestimento negozio (con il franchisor, costa 500 euro/mq).

negozio

Da 80/100 mq, in centro storico o commerciale, con bacino d’utenza di almeno 50mila abitanti.

info

www.genevievelethu.com

Materassi in rete

«Sono stato franchisor e ho un’esperienza approfondita dello sviluppo di una catena di affiliazione: credo nel franchising. Riccardo Corredi aggiunge anche la forza di un prodotto di qualità a prezzo contenuto: 195 euro il prezzo di un materasso singolo. Il franchisor, attivo dal 1978 con la vendita diretta al pubblico, ha inaugurato quest’anno il primo punto vendita pilota: già raggiunto un fatturato di 300mila euro. E per il futuro stiamo già lavorando all’allargamento del catalogo».

Giuseppe Lemmi, 46 anni, responsabile sviluppo franchising.

insegna

Riccardo Corredi.

proposta

vendita di materassi, reti, letti, poltrone relax motorizzate e massaggianti.

investimento

inferiore a 20mila euro, comprensivo di allestimento negozio e prima fornitura di merce. No fee né royalty.

negozio

in zona commerciale, non pedonale. In area automobilistica, su 60-80mq, con due vetrine.

info

www.riccardocorredi.it

Punto tutto sulla consegna

«Sono stato manager per anni per il maggiore editore sloveno, poi nel 2008 mi sono reso conto che desideravo un’attività in proprio. Volevo diventare master franchisee. Per lavoro conoscevo bene la Svezia e quando ho letto che Husse voleva entrare in Slovenia ho capito che era l’occasione per me: conoscevo già l’azienda, sul mercato da 22 anni e presente in 24 nazioni. In due mesi ho coperto il piccolo territorio sloveno, già occupato da sei franchisee, e anche in Croazia il business è decollato subito. Così ora affronto il Nord Italia: la carta vincente di Husse è il servizio a domicilio su un prodotto pesante, che si acquista a cadenze regolari, unito alla consulenza al cliente. In principio i franchisee possono limitarsi a lavorare nel weekend e trasformarsi in imprenditori a tempo pieno in tre-quattro anni».

Borut Šegula, 41 anni, master franchisee Husse per il Nord Italia, la Slovenia e la Croazia.

insegna

Husse.

proposta

vendita a domicilio di cibo e accessori per cani e gatti d’importazione svedese e consulenza in materia.

investimento

da 6mila euro per ogni zona di esclusiva. Prevista una fee mensile per la promozione.

negozio

non è necessario: obbligatorio però un bacino d’utenza minimo di 3mila abitanti.

info

www.husse.com

Imparare a fare

«Cercavo un lavoro di tipo tecnico. Ho conosciuto Jeff Putney, il master che aveva aperto, con Donato Paradiso, il primo centro Il Carrozziere lampo, a Monza. Ho seguito il loro corso e per tre anni ho lavorato con loro, mentre l’azienda si trasferiva ad Arcore. Ero sempre più bravo, tanto che diventai istruttore. Cresceva anche la mia autostima: potevo sistemare anche la peggiore delle macchine. D’estate lavoravo come levabolli, d’inverno insegnavo agli altri. Oggi abbiamo 20 affiliati e 80 tecnici. E cerchiamo sia gli uni sia gli altri. Un franchisee si forma, in circa sei mesi, tra corso e affiancamento, poi può lavorare lui stesso e organizzare una propria rete di tecnici, di cui paga la formazione. Riparare un’ammaccatura frutta circa 50 euro (il cliente spenderebbe anche cinque volte di più, da un carrozziere tradizionale) e richiede un quarto d’ora di lavoro. Si può arrivare a 500 euro al giorno di fatturato. I costi sono bassi e il tecnico può spostarsi dove serve, con l’attrezzatura in macchina, senza avere le spese di un’autofficina».

Daniele Pili, 37 anni, amministratore delegato.

insegna

Il carrozziere lampo.

proposta

servizio di rimozione rapida di ammaccature senza stucco o vernice.

investimento

da 10mila a 200mila euro (dipende dalla città) per formazione, affiancamento, materiale e promozione.

negozio

da 30 mq.

info

www.ilcarrozzierelampo.it

Telefono gratuito, spot accettato

«Avevo mille idee per mettermi in proprio, ma questa mi è sembrata vincente, perché è nuova e adatta a realizzare utili in tempi brevi. In pratica si tratta di offrire telefonate gratis e Wi-Fi al pubblico dei centri commerciali che mentre usufruisce del servizio vede spot pubblicitari. Il franchisee si occupa di trovare aziende disposte a investire 2.500 euro per lo spazio pubblicitario: la sua provvigione è il 70% della cifra versata dagli inserzionisti. Le aziende che si promuovono, poi, raggiungono il target allargatissimo degli acquirenti dei centri commerciali. Per il franchisee, il totem è in comodato d’uso per tre anni e l’accesso a Internet e le telefonate sono pagate dal franchisor. Al momento sono attivi tre punti Scrokkophone in Campania».

Giovanna De Micco, 38 anni, responsabile commerciale Scrokkophone.

insegna

Scrokkophone.

proposta

raccolta di spazi pubblicitari proposti al pubblico in cambio di telefonate gratuite della durata massima di tre minuti.

investimento

16mila euro.

negozio

È una speciale cabina telefonica in cui, oltre al telefono per fare telefonate gratis e allo spazio Wi-Fi gratis, è possibile vedere e ascoltare spot pubblicitari.

info

www.scrokkophone.com

 

Gli assistenti del pc

«Ho un’esperienza ventennale nell’informatica e nel franchising e credo di aver trovato la formula adatta a far quadrare i conti degli affiliati. Si chiama Tgo, è un punto vendita in cui si può acquistare qualsiasi prodotto di informatica, telefonia e audio-video presente sul mercato: la merce non è in loco, ma visibile sul sito del franchisor, consultabile nel punto vendita. L’affiliato fornisce consulenza nell’acquisto e assistenza nel post vendita: il franchisee ha un catalogo illimitato senza investire denaro e riceve un gettone di profitto per ogni acquisto compiuto con il suo ausilio. Il suo utile deriva dall’assistenza, per la quale si suggerisce una tariffazione di 40-50 euro l’ora. ll franchisor cerca giovani con spirito imprenditoriale: 1.500 euro circa il guadagno netto medio per l’affiliato».

Francesco Mancuso, 44 anni, responsabile vendite indirette Altec, proprietaria del marchio Tgo.it.

insegna

Tgo.it.

proposta

negozi per acquistare on line Pc e materiale informatico, con assistenza post vendita.

investimento

circa 5mila euro (allestimento, pc, schermo presentazione prodotti e Pos). Non sono previste royalty.

negozio

25 mq di superficie, con vetrina fronte strada.

info

www.tgo.it

Energia al lavoro

«All’inizio, lavoravo nell’ufficio acquisti di Italgas. Nel 1999 nacque Italgas più e il progetto franchising. Nel 2000-2001 si passò al business della vendita extra-gas e servizi. Mi occupavo allora della parte informatica post-contatore. Poi arrivò la fase della fornitura di energia elettrica e servizi correlati, oltre al calore e alla climatizzazione. E io passai al commerciale. Trovo stimolante lavorare con gli affiliati. Dopo il rebranding, dobbiamo consolidare l’immagine della rete: 180 negozi e piccole reti territoriali, che dipendono da affiliati intraprendenti. I nuovi franchisee sono selezionati tramite bandi di gara pubblicizzati sulla stampa».

Sergio Morganti, 54 anni, gestione negozi.

insegna

Eni energy store.

proposta

negozio di servizi (gas, elettricità, miglioramento termico).

investimento

conto economico personalizzato, nessuna fee, canoni sui vari servizi.

Negozio da 60 a 100 mq.

info

www.eni.it

Una boccata di ossigeno

«A 18 anni ho fatto uno stage in un Holiday Inn. Ho iniziato a imparare le tecniche dello sviluppo in rete. A 22 anni ho sviluppato la mia prima rete, Mamy Blue, arredamento. Poi mi sono occupato di automobili, design, infine prodotti legati alla medicina. Ho organizzato e fatto nascere il franchising Esperienza benessere, dall’analisi del know-how fino al pilotage dei primi negozi. Mi hanno conquistato le potenzialità di applicazione dell’ozono, dalla rivitalizzazione della pelle alla sanificazione. Due anni fa ho conosciuto il proprietario del marchio che ha accettato il mio progetto di franchising operativo, che enfatizza l’aspetto medico scientifico dell’attività. A chi si affilia, prospettiamo un ritorno nell’investimento in 8-15 mesi».

Stefano Guglielmetti, 42 anni, franchising manager.

insegna

Esperienza benessere.

proposta

negozi di cosmetici e apparecchiature per il benessere (ozonoterapia) per clienti privati e professionali.

investimento

1.000 euro al mq (compreso allestimento, formazione, piano di comunicazione, arredamento e prima fornitura merce).

negozio

da 30 mq.

info

www.esperienzabenessere.it

Peli addio

«Sono stata consulente in uno studio, in Spagna, la Barbadillo y associados, e mi sono occupata dello sviluppo di No+vello. Questo franchising mi ha conquistata: la novità del negozio, l’attrattiva dell’investimento, la redditività alta, l’utilità per il cliente finale. Lasciai lo studio di consulenza ed entrai nello staff del franchisor. Ho aperto tre centri a Madrid. La depilazione a luce pulsata può essere praticata da un estetista. Cerchiamo master per cinque zone, due al Nord. Il master aprirà un punto base, in un centro di almeno 50mila abitanti, poi una rete. Chiediamo capacità imprenditoriali  e garanzie per 200mila euro. A un affiliato si prospetta un rientro nel suo investimento in 6-10 mesi. Unica difficoltà: la scelta e il costo del personale. Servono almeno due estetiste (una può essere la titolare) e una receptioniste». Gema Olavarrieta, 39 anni, direttore sviluppo negozi.

insegna

No+vello.

proposta

fotodepilazione, ringiovanimento.

investimento

da 40mila a 60mila euro (allestimento, formazione, attrezzature).

negozio

da 40 mq. No corner.

info

www.nomasvello.com

Per un pugno di dollari

«Siamo tre fratelli, da sempre praticanti di arti marziali. Nel 1997 siamo subentrati con una quota societaria nella Marzial Sport, storica società di Torino che importa e distribuisce prodotti per le arti marziali e gli sport da combattimento. A quei tempi l’azienda vendeva i suoi prodotti solo alle società sportive, e in un ambito locale. Frequentando in prima persona l’ambiente, ci rendevamo conto che l’interesse per questi sport stava crescendo. Così, al nostro arrivo, abbiamo esteso l’assortimento e ampliato la distribuzione ai negozi di articoli sportivi. Nel 2008 abbiamo aperto il punto vendita di Torino, qualche mese dopo a Gallarate (Va)».

Paolo Boccato, 40 anni, responsabile vendite e distribuzione e contitolare.

insegna

Marzial Sport.

proposta

abbigliamento e accessori per le arti marziali e gli sport da combattimento.

investimento

50mila euro più 10mila euro di fee d’ingresso. Royalty: 330 euro mensili.

negozio

da 100 mq.

info

www.marzialsport.com

 

A me piace fresco

«Ho lavorato per diverse insegne della Gdo e poi sono stato conquistato dalla proposta di affiliazione Pellicano. Apprezzo molto le caratteristiche dell’azienda, che fa capo al Gruppo Lombardini: sul mercato da 70 anni di cui 40 nel franchising, con all’attivo quattro insegne e 500 negozi, si ispira ancora a una gestione familiare e ricerca un’atmosfera di cordialità nei negozi. La freschezza di prodotto ma anche di offerta commerciale è importante per noi. Altro punto di forza è il servizio: sia al cliente del supermercato sia all’affiliato, che riceve un notevole supporto dal franchisor».

Angelo Bacciocchi, 46 anni, capo zona franchising di Supermercati Pellicano.

insegna

Supermercati Pellicano.

proposta

supermercati di alimentari.

investimento

allestimento: circa 50mila euro, più 60mila-80mila euro per il primo acquisto di merce. Non c’è fee d’ingresso: royalty dello 0,1% sul fatturato annuo.

negozio

Da 400-500 mq in zone centrali o commerciali con parcheggio.

info

www.pellicanosuper.it

Affiliarsi con il vento in poppa

«Ho un’esperienza decennale nel settore della nautica. Ho cominciato come commesso. Il confronto con un socio esperto di grande distribuzione ci ha portato a lanciare questa catena. Proponiamo la trasparenza dei prezzi e un grande assortimento. Vendiamo tutti gli accessori e i materiali per le imbarcazioni: parabordi, pitture, salvagenti, ma anche abbigliamento tecnico. Per le nuove aperture (dopo Rimini e Trapani) puntiamo su località di mare con porti commerciali e turistici».

Andrea Tronchin, responsabile sviluppo franchising.

insegna

Nautilhouse.

proposta

forniture nautiche al dettaglio.

investimento

con 70mila-100 mila euro si ha l’attività chiavi in mano: arredamento, software, prima fornitura di merce. No fee né royalty. Margini medi intorno al 45%.

negozio

intorno a 100-150 mq.

info

www.nautilhouse.com

Redazione, Millionaire 12/2009

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