5 consigli per far crescere una startup da Guk Kim di Cibando

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15 Settembre 2014

La sua startup (App che consente agli utenti di trovare i ristoranti più vicini e scoprire tutte le caratteristiche del locale) ha chiuso due finanziamenti, ha 1.500 clienti, 15 dipendenti. E si prepara al salto internazionale. Risultati raggiunti in meno di 4 anni di vita.

Cibando è l’intuizione di Guk Kim, 26 anni. Origine coreana, laureato in Economia e Business Administration alla John Cabot, Guk ha già alle spalle due startup. Come in tanti casi di startup di successo che raccontiamo, l’idea è nata da una sua esigenza personale:

Quando ero alla guida di Mobatar (azienda di promozione e marketing sul mobile), ero spesso a Roma e a Milano per affari e non sapevo mai dove andare a mangiare. Spesso mi capitava di informarmi tramite servizi a pagamento, ma nessun operatore sapeva darmi info dettagliate riguardo il costo e i piatti proposti» spiega Kim a Millionaire.

Questa è la scintilla che fa nascere l’App, inizialmente pensata per gli utenti e poi in un secondo momento allargata ai ristoratori che possono, pagando mille euro l’anno, essere aiutati nella promozione sul Web e sul mobile del loro ristorante (foto dei piatti professionali, descrizioni con l’aiuto di food blogger…):

Ci siamo resi conto che molti dei ristoratori iscritti alla piattaforma, non aggiornavano il loro profilo in modo accattivante. Le descrizioni erano spesso un copia e incolla dei testi sui loro siti Web e le foto del locale e dei piatti erano poco invitanti. Allora li abbiamo aiutati a fare meglio».

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Oggi l’App si prepara al suo sbarco sul mercato britannico (preivsto per novembre/dicembre).

In attesa del lancio internazionale, abbiamo chiesto a Kim quali sono i 5 passi da compiere per far crescere una startup e puntare a esportare l’idea su altri mercati.

1. Cambiare le regole del gioco (in corsa)

«Non c’è un manuale da seguire. Quando gestisci una startup, ogni cosa è un esperimento: la provi e la implementi solo se funziona. Per esempio, all’inizio davamo la possibilità ai ristoranti di iscriversi e aggiornare da soli il loro profilo. Poi ci siamo resi conto che nessuno sapeva farlo nel modo migliore (brutte foto, cattive descrizioni). Allora abbiamo pensato di cambiare le cose in corsa e offrire servizi più mirati».

2. Imparare a gestire i dipendenti

«È la cosa più complessa. Ho capito che non posso gestire il lavoro giornaliero di 15 persone. Allora la chiave è responsabilizzare tutti. Non ci sono altre strade. Nel mio caso ho tre persone di fiducia. Mi incontro con loro e sono loro poi a comunicare con tutti gli altri dipendenti. Li si responsabilizza dando loro delle metriche, dei parametri da rispettare. O anche offrendo loro un budget da gestire per diverse attività. Per esempio, abbiamo previsto una cifra mensile che serve per pranzi e cene aziendali, dove tutti hanno modo di conoscersi meglio e rafforzare il team. Il budget è gestito da uno dei componenti della squadra».

3. Dare al cliente sempre qualcosa in più

«Abbiamo persone dedicate ai rapporti con i clienti. Li chiamano una volta al mese per capire cosa va, cosa non va e mettere a posto eventuali problemi. Dico sempre ai ragazzi che dobbiamo essere sempre diversi dai loro fornitori abituali. Cerchiamo di sostenerli, di venirli incontro anche dal punto di vista economico. Insomma, li aiutiamo, anche se a volte questo rischia di penalizzarci».

4. Mantenere un buon rapporto con gli investitori

«Per fortuna i miei sono poco invadenti. Quando mi hanno offerto il loro aiuto, mi hanno sempre detto che puntavano su di me, prima che sull’azienda, delegandomi tutte le responsabilità gestionali. Personalmente, li sento via email e via conference call, almeno due volte in un mese. Gli invio le metriche e i risultati raggiunti. Se raggiungi i risultati che vi siete prefissi, loro saranno portati a presentarti ad altri investitori. E potrai così accedere a nuovi fondi di investimento per migliorare l’idea».

5. Provare ad esportare l’idea, ma senza esporti troppo all’inizio

«Ci stiamo preparando a portare l’idea sul mercato britannico. E sto imparando anch’io come si fa. Insomma, la regola per me è imparare facendo. Ho capito che per farlo bene bisogna produrre il più possibile, investendo il meno possibile. Iniziare da poco, poi quando ci si rende conto di avere le metriche giuste (c’è una crescita, c’è mercato) spingere e investire di più».

INFO: http://www.cibando.com/it

Giancarlo Donadio

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