6 frasi da non dire MAI al tuo impiegato e al tuo capo

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27 Novembre 2012

Gestire un gruppo di lavoro è un’impresa molto più ardua di quello che si possa pensare. D’altro canto, è altrettanto complesso quando si è dipendente comportarsi nel modo giusto in situazioni nelle quali è facile perdere la calma.

Eppure, a volte basta poco per non rovinare i rapporti tra un capo e i suoi impiegati. Sto parlando di accorgimenti da mettere in atto per non rendere impossibile la convivenza all’interno di un gruppo di lavoro, e molto più furbescamente per non passare dalla parte del torto quando si ha ragione.

Per evitare che le situazioni degenerino, può essere utile, ad esempio, tener conto di una lista di frasi che un capo di un’azienda non dovrebbe mai pronunciare ad un suo dipendente, da un lato, e dall’altro, che un dipendente non dovrebbe per nessuna ragione riferire al suo capo.

Iniziamo dalle 3 frasi che un datore di lavoro non dovrebbe mai e poi mai utilizzare, indirizzandosi ad un suo impiegato.

#1 Non dire mai: “Devi fare quello che ti dico perché ti pago a fine mese”

Una frase di questo tipo è dittatoriale! La minaccia non è un buon modo per accrescere la volontà e l’impegno dei dipendenti. I grandi leader gestiscono il personale incoraggiandolo e aiutandolo. Senza intimidirlo in alcun modo.

#2 Non dire mai:  “Ho passato anche sabato e domenica in ufficio. E tu dov’eri?”

Solo perché il capo lavora sette giorni su sette non significa che i dipendenti debbano fare lo stesso. Pressarli affinché siano disponibili 24 ore su 24, oltre che sbagliato, è controproducente poiché può stressarli, peggiorando la qualità del lavoro.

#3 Non dire mai: “Abbiamo sempre fatto le cose in questo modo”

Una frase del genere è il mezzo più immediato per scoraggiare l’innovazione e la creatività dei dipendenti. Sarebbe più giusto  e proficuo, al contrario, stimolare il personale a cercare soluzioni nuove a vecchi problemi con frasi del tipo: “Cosa faresti per migliorare questa situazione in un modo diverso dal solito?”.

 

 

Ciò detto svestiamo i panni del datore di lavoro, assumiamo quelli dei dipendenti, per completare il quadro tracciato con le tre frasi che un dipendente non dovrebbe mai e poi mai dire al suo datore di lavoro.

#1 Non dire mai: “Argh, Argh, Argh”

Reagire di scatto quando il capo muove una critica che si ritiene ingiusta non è saggio specie quando si è molto emozionati e nervosi.  Una cosa detta in un momento di agitazione, e specie in presenza di altri colleghi, può far passare chi ha ragione nel torto. Meglio calmarsi e chiedere un colloquio privato per esporre le proprie rimostranze.

#2 Non dire mai: “Ho rifiutato molte offerte per restare qui”

Continuare a guardarsi intorno anche quando si ha un posto di lavoro stabile può essere una cosa saggia. Ma informare il proprio capo di star vagliando anche altre proposte non è altrettanto intelligente. A meno che non si sia pronti ad andare via con un piano alternativo pronto all’uso.

 # 3 Non dire mai: “C’è troppa disorganizzazione in questo ufficio”

Questa frase è solo un esempio di una possibile lamentela che un dipendente potrebbe rivolgere al suo capo. Qui la regola è di non esporre una criticità, senza aver pensato ad almeno un modo per risolverla “Un dipendente dovrebbe cercare di essere l’aspirina non la fonte del mal di testa”.

Questi sono alcuni esempi in cui molti di noi potrebbero riconoscersi, sia leader d’azienda che impiegati.

Quali frasi aggiungereste alla lista?

Giancarlo Donadio

 

 

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