X pubblica il primo ‘Rapporto sulla trasparenza’ dall’epoca Musk.

X, l’azienda precedentemente nota come Twitter, ha pubblicato il suo primo rapporto sulla trasparenza da quando Elon Musk ha acquistato la piattaforma nel 2022. Questo rapporto, che copre la prima metà del 2024, fornisce un quadro delle azioni intraprese dalla piattaforma nei confronti dei contenuti segnalati e degli account che violano le sue politiche.

 

Prima dell’acquisizione di Musk, Twitter pubblicava regolarmente rapporti di trasparenza ogni sei mesi. Questi documenti includevano dettagli sulle richieste governative di informazioni, rimozioni di contenuti e altre azioni legate alle violazioni delle politiche della piattaforma. L’ultimo rapporto pubblicato da Twitter copriva il secondo semestre del 2021 ed era lungo 50 pagine. Il nuovo rapporto di X, invece, è molto più breve, con appena 15 pagine, ma le richieste da parte dei governi sono ancora elencate altrove sul sito, aggiornate regolarmente per rispettare le normative.

 

Fare un confronto tra i rapporti di Twitter del 2021 e quello attuale di X non è semplice, poiché il metodo con cui vengono misurati i vari dati è cambiato. Ad esempio, nel 2021 furono segnalati 11,6 milioni di account, di cui 4,3 milioni subirono delle azioni (come la sospensione temporanea o definitiva) e 1,3 milioni furono sospesi. Nel rapporto attuale, X riferisce di aver ricevuto oltre 224 milioni di segnalazioni riguardanti sia account sia singoli contenuti, con il risultato che 5,2 milioni di account sono stati sospesi.

 

Una differenza significativa riguarda il modo in cui X affronta i contenuti di incitamento all’odio. Nel 2021, quasi la metà delle segnalazioni riguardava questo tipo di contenuti, con 1 milione di account che subirono azioni. Nel nuovo rapporto, però, X dichiara di aver preso provvedimenti solo su 2.361 account per contenuti di odio. Questo cambiamento potrebbe essere attribuito alla revisione delle politiche di X sotto la gestione di Musk. Ad esempio, l’azienda ha modificato le regole riguardanti l’incitamento all’odio, eliminando alcune specifiche protezioni, come quelle contro il “misgendering” (usare pronomi errati intenzionalmente) e il “deadnaming” (usare il nome di nascita di una persona transgender).

 

Le modifiche alle politiche hanno portato a una riduzione del numero di contenuti considerati violatori, come spiegato da Theodora Skeadas, ex membro del team di politica pubblica di Twitter. Secondo Skeadas, alcune delle violazioni che un tempo avrebbero comportato provvedimenti ora non sono più considerate tali, rendendo più difficile valutare l’impatto effettivo sulla qualità dell’esperienza degli utenti.

 

Un altro fattore che complica l’interpretazione del rapporto è il calo degli utenti della piattaforma dall’arrivo di Musk. La perdita di utenti potrebbe influenzare i dati e far sembrare che vi siano meno contenuti problematici rispetto al passato.

 

Quando Musk ha preso il controllo dell’azienda, ha licenziato la maggior parte del personale responsabile della sicurezza e delle politiche di moderazione, rendendo più difficile far rispettare le regole della piattaforma. Inoltre, la decisione di far pagare l’accesso all’API ha complicato il lavoro dei ricercatori e delle organizzazioni no-profit, che ora hanno meno strumenti per monitorare ciò che accade sulla piattaforma.

 

Un altro aspetto da considerare è che molti dei provvedimenti presi da X oggi sono gestiti da sistemi automatizzati. Tuttavia, Skeadas sottolinea l’importanza di audit regolari su questi sistemi, soprattutto per proteggere gruppi vulnerabili come difensori dei diritti umani, giornalisti e minoranze etniche o religiose. Con un numero ridotto di dipendenti, c’è il rischio che questi sistemi non vengano controllati e aggiornati come dovrebbero.

 

La filosofia di Musk per la gestione di X è basata su una visione di “assolutismo della libertà di espressione”, che ha portato alla riammissione di account precedentemente sospesi per diffusione di disinformazione o incitamento all’odio. Ad esempio, la scorsa estate Musk si è rifiutato di rimuovere account accusati dal governo brasiliano di diffondere disinformazione sulle elezioni del paese, il che ha portato alla sospensione temporanea della piattaforma in Brasile. Curiosamente, nel 2024, il paese che ha presentato più richieste di rimozione di contenuti è stato la Turchia, con quasi 10.000 richieste, di cui il 60% accolte da X. Il Brasile, invece, non figura tra i primi cinque paesi per richieste di rimozione.

 

A due mesi dalle elezioni statunitensi, X ha pubblicato annunci per alcune posizioni nel settore della fiducia e sicurezza, ma il numero di dipendenti dedicati a questo ambito rimane probabilmente molto inferiore rispetto a quando l’azienda si chiamava Twitter.

 

 

 

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