Sarà presentato il 4 dicembre in anteprima mondiale “Brunello, il visionario garbato”, il nuovo film dedicato a Brunello Cucinelli: uno spaccato di capitalismo umanistico, fondato sull’equilibrio tra valore economico e valore umano. «Ai giovani dico di sostituire la paura con la speranza»
Diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore e accompagnato dalle musiche originali del maestro Nicola Piovani, Brunello, il visionario garbato è una pellicola che intreccia linguaggi diversi, oscillando tra documentario e finzione. Per restituire allo spettatore non solo il ritratto dell’imprenditore umbro ma anche una riflessione più ampia su un modo alternativo di fare impresa.
Il film – che verrà presentato in anteprima mondiale a Roma il prossimo 4 dicembre, per poi arrivare nelle sale italiane come evento il 9, 10 e 11 dicembre – racconta Cucinelli nel suo universo: il borgo di Solomeo, i paesaggi umbri, le botteghe artigiane, gli spazi del lavoro. E, allo stesso tempo, ricostruisce un’immagine interiore attraverso il silenzio dei corridoi, la lentezza dei gesti, la cura quasi rituale delle persone al lavoro.
Ne nasce un viaggio nel tempo e nello spirito. Un percorso nel quale Brunello racconta in che modo – partendo da origini umili – sia riuscito a costruire un’azienda riconosciuta in tutto il mondo. Il tutto senza mai tradire i suoi principi: la dignità morale ed economica dell’uomo, il rispetto per la natura, la giustizia sociale, la valorizzazione del territorio.
Nelle occasioni pubbliche Cucinelli non manca mai di rivolgere un suo messaggio ai giovani, invitandoli a reagire al clima di incertezza che spesso li circonda: «Dovete sostituire la paura con la speranza. Andate per la vostra strada, non ascoltate chi vi dice che va tutto male. Fatevi ispirare dal cielo e dalle stelle».
Se dunque la grandezza – come lui sostiene – non è nella fama, ma nel modo in cui custodiamo la nostra anima, nel film questa idea diventa immagine: nei campi di Solomeo si respira il ritmo misurato del lavoro, la serenità delle persone che vivono il borgo come un organismo collettivo.

Tornatore non racconta un mito, racconta una tensione quotidiana: mantenere l’umanesimo al centro mentre tutto corre più veloce. E la storia di Cucinelli ci ispira per ciò che rappresenta. Per la possibilità concreta di costruire aziende competitive senza rinunciare a una visione etica del lavoro.
Brunello, il visionario garbato non propone formule, né modelli da imitare. Offre piuttosto un invito: rallentare il giudizio, interrogare i propri valori, rimettere al centro la dignità delle persone. Perché i sogni – suggerisce il film – hanno valore solo se diventano impegni. E il futuro appartiene, davvero, a chi sa custodire la propria anima anche nell’impresa.
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