A 20 anni rinnovo il mais e divento un coltivatore di successo

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14 Luglio 2014

Ha fatto tutto da solo. E’ partito con delle ricerche per un prodotto innovativo (il mais nero, varietà antica ricca di proprietà antiossidanti), ha aperto una società e trovato il capitale per una prima produzione. Carlo Maria Recchia è il protagonista di oggi di un’#Italiacheriparte: 20 anni è un agricoltore di successo, il suo mais corvino ha già ricevuto molti riconoscimenti, tra cui l’Oscar Green di Coldiretti:

Ho iniziato a sedici anni mentre frequentavo il liceo di agraria. Ho scoperto che tutti i mais provenivano dal Sud America, tra questi ce n’era uno, il mais nero, che si produceva poco, soprattutto in Perù. Allora incuriosito, ho indagato le sue proprietà: rispetto al mais tradizionale, è ricco di betacarotene e flavonoidi che prevengono l’invecchiamento delle cellule. Allora ho pensato di costruire un’azienda per offrirlo sul mercato» spiega a Millionaire.

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Laureando in agraria, ha una storia diversa rispetto a molti giovani agricoltori. I genitori non hanno mai posseduto terre e la passione per l’agricoltura è sbocciata in lui mentre frequentava la cascina di un suo amico da bambino:

Sapevo fin da piccolo che quello sarebbe stato il mio futuro. Dopo la scoperta ho chiesto della semente dalla banca del seme e iniziato a produrlo su un terreno preso in affitto con i miei risparmi».

Inizialmente ha investito 5mila euro e iniziato da subito a diversificare la produzione (farina di mais nero, nettare di mais, una galletta di riso e mais, prodotta in collaborazione con un giovane coltivatore, e tra poco anche birra). Oggi coltiva su 10mila metri quadrati, a Formigana in provincia di Cremona:

Ho aperto l’azienda lo scorso anno, prima della maturità. Da subito ho preso accordi con ristoranti stellati e negozi biologici. Ma vendo anche a privati. Quest’anno raccoglierò 25/30 quintali di mais per produrre circa 3mila pacchetti di farina, 5mila gallette di riso e 3mila litri di birra. L’anno prossimo partirà l’esportazione, prima a Dublino per poi approdare in Brasile».

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L’abc dell’imprenditoria l’ha imparato a un concorso per imprenditori alla Camera di commercio di Crema:

Venivano fatte delle lezioni su come fare impresa con testimonianza di imprenditori. I loro consigli e le loro storie mi hanno dato la carica per iniziare».

Quali sono i maggiori ostacoli che stai incontrando?

Sono tanti i vincoli burocratici per chi vuole provarci. E poi c’è la difficoltà di trovare terreni coltivabili a prezzi buoni. I primi anni c’è bisogno di qualcuno che vi supporti. Io ho avuto la fortuna di avere un amico che mi ha aiutato con dei terreni suoi. Poi il lavoro è tanto, ma se hai un obiettivo preciso e ti costruisci una strada per raggiungerlo, alla fine le soddisfazioni non mancano. Personalmente, ho sempre puntato altissimo perché voglio diventare uno dei grandi del settore».

Consigli a chi volesse provare?

Innanzitutto, bisogna sentire una forte carica dentro, una spinta a mettersi in proprio. O ci nasci, oppure devi trovare le motivazioni per provare. Se ti affacci poi a un settore come quello agricolo, più di altri, puntare sulla qualità è d’obbligo come sapersi differenziare: nei modi di coltivazione, nei processi di trasformazione di un prodotto. Infine, devi sapere come fare azienda. Per imparare io ho fatto domande a chi ne sapeva più di me, ho ascoltato e applicato i consigli di altri imprenditori. E poi devi lanciarti: non ti sentirai mai troppo pronto per farlo, ma devi».

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Giancarlo Donadio

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