A lezione di business dai bambini

Di
Tiziana Tripepi
20 Novembre 2012

Approfittando del fatto che oggi è la giornata mondiale dell’infanzia, vogliamo celebrare questo evento e l’importanza dei bambini, con un articolo che illustra alcune lezioni di business che i più piccoli possono insegnarci.

La Giornata Mondiale dell’Infanzia nasce per celebrare la data in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel lontano 1989, approvò la Convenzione Internazionale dei Diritti sull’Infanzia.

Senza scadere nei luoghi comuni, vogliamo ribadire quanto essenziale è la presenza dei bambini e quanto, nella nostra vita quotidiana, spesso dimentichiamo di osservare veramente i loro comportamenti.

La naturalezza con la quale gestiscono le vicende che li riguardano, l’assenza della paura di fallire, la creatività ancora non intaccata dalle costrizioni che spesso ci impone la società, possono essere degli ottimi punti di partenza per trovare spunti interessanti alla tua attività.

Qualcuno potrebbe trovare banali gli esempi trattati e le lezioni apprese, ma proviamo per un attimo a guardare ciò che scorre sullo schermo, con gli occhi creativi e liberi dei bambini. In fondo, è un tributo che facciamo a loro.

Gli episodi elencati di seguito, sono tratti dall’esperienza di Laura Betterly, presidente di Yada Yada Marketing e famosa esperta di hi-tech e marketing online. Osservando il comportamento del figlio, Laura ha estrapolato delle lezioni importanti per avviare un business.

Esperienza n. 1

La prima lezione è tratta dal tentativo di Craig, il figlio di Laura, di aprire un chiosco di limonate davanti casa.

Sono molti i bambini che almeno una volta nella vita si cimentano nella vendita di qualcosa, che siano giocattoli vecchi, spremute d’arancia o altro. La tipologia del negozio dipende molto dalle possibilità e dalle risorse messe a disposizione. Craig, avendo un giardino con alcuni alberi di limoni, decide di raccoglierne i frutti e vendere delle spremute.

Dispone un tavolo, dei bicchieri e una caraffa. Ma cosa riesce a ricavare al termine della giornata?

Craig torna a casa con le tasche vuote e un forte mal di pancia. Non solo, infatti, non è riuscito a vendere niente, ma durante le ore lavorative ha consumato tutta la limonata che aveva messo in commercio.

Quali lezioni ha imparato Laura dal figlio:

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  • Realizza qualcosa ai quali gli altri sono interessati. Se pensi che la tua idea sia fantastica, non è detto che i futuri consumatori la pensino come te. Alla fine, nessuno, se non la pancia di Craig, ha mostrato interesse per le sue limonate.
  • Determina il prezzo anche in base alla concorrenza. Il prezzo deve essere determinato dalla concorrenza, dal valore aggiunto del tuo prodotto e dal mercato. Le persone che si sono fermate al banchetto di Craig, ad esempio, non erano disposte a pagare 1 dollaro per 1 bicchiere.
  • Scegli una buona location. La posizione per il commercio al dettaglio è tutto. Craig sapeva che la strada dove aveva posizionato il banchetto sarebbe stata deserta per la maggior parte del tempo. Eppure ha deciso ugualmente di posizionare la sua attività davanti casa. Questo è un errore che un imprenditore non deve assolutamente fare. (Per approfondire leggi il nostro articolo “La location giusta? Trovala in 3 mosse“)
  • Bere tante limonate fa venire il mal di pancia![/styled_list]

Esperienza n. 2

La seconda storia è il tentativo fallito di Craig di vendere limoni ai vicini di casa. Il bambino ha speso molto tempo ed energie per raccogliere gli agrumi dal giardino di casa e andarli a vendere porta a porta. Un gran lavoro, ma perché allora ha fallito?

Quale lezione ha imparato Laura dal figlio

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  • Non puoi vendere ciò che la gente già possiede. I vicini di casa non avevano buoni motivi per acquistare ciò che Craig offriva, perché tutti possedevano già degli alberi di limoni. Se il tuo prodotto non ha un valore aggiunto rispetto a quelli già presenti nel mercato, difficilmente convincerai la gente ad acquistare qualcosa da te.[/styled_list]

Esperienza n.3

La cannuccia che fa le scorregge. Sembra una frase bizzarra, ma è il business che si è inventato Craig appena ha scoperto un uso improbabile della cannuccia usata per le bibite. Un business che, secondo Laura, avrebbe potuto avere un seguito.

Durante il suo vano tentativo di vendere limonate, il bambino si è accorto che mettendo un’estremità della cannuccia sotto l’ascella e soffiando all’altro capo, veniva prodotto un suono simile a quello di una scorreggia.

Come risultato Craig non ha venduto le cannucce, ma ha insegnato a tutti i bambini dell’isolato come utilizzarle.

Quali lezioni ha imparato Laura dal figlio

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  • La ricerca di mercato è la chiave del successo. Craig ha testato il suo prodotto tra i ragazzi del quartiere e ha toccato con mano la viralità e il successo del progetto. In più, l’oggetto aveva in sé un valore aggiunto perché i ragazzi, da sempre in lotta con i genitori, desiderano fare qualcosa che dia fastidio alle mamme o ai papà.
  • Tutela dell’idea. Nel momento in cui Craig ha avuto l’idea, Laura, conscia del potere del prodotto, si è informata sulla proprietà intellettuale del prototipo e ha scoperto che poteva tutelare solo il brand ma non l’idea. La lezione che ha imparato è che le potenzialità di un prodotto sono ridotte se non puoi mantenere la tua idea unica sul mercato.[/styled_list]

 

Quelli proposti sono degli insegnamenti che una professionista come Laura Betterly ha appreso osservando il comportamento figlio. Più che suggerimenti, sono degli errori da non commettere, spunti che sottolineano la creatività e la tenacia di Craig a portare avanti il suo progetto. A dispetto di qualsiasi inconveniente gli si ponga dinanzi, come il terribile mal di pancia!

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Giuseppina Ocello

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