Inaugurato da meno di un mese a Roma, Anticafè: spazio dove entri e consumi quello che vuoi (caffè, tè, pasticcini…). Tutto free e illimitato. Paghi solo il tempo che trascorri all’interno del locale: 4 euro la prima ora e 3 euro dalla seconda. Puoi anche prepararti un panino da solo, ascoltare musica, incontrarti per una riunione di lavoro, fare un gioco da tavolo, leggere un libro, navigare sul Web. E perfino portarti bevande e bibite da casa.
A portare nella capitale il format tre ragazzi, gli ucraini, Daria Artuyshenko, fashion stylist, 24 anni, l’imprenditore Leonid Goncharov, 25 anni e l’italiano, Vittorio Montesano. Con la collaborazione di BonkersLab, designer francesi.
Abbiamo preso ispirazione da un format russo (Ziberblat di Ivan Mitin, ne abbiamo parlato qui, ndr) . L’idea è di creare uno spazio dove ognuno può sentirsi a casa propria. Divertirsi, innanzitutto. E poi riunirsi con altri, con l’opportunità (perché no?) per studenti, freelancer e imprenditori di realizzare idee di business» spiega Daria a Millionaire.
A metà tra un cafè e uno spazio di coworking, l’avventura di Anticafè è iniziata a Parigi: è nella capitale francese che i tre soci hanno dato vita ai primi due bar. Il successo dell’iniziativa francese ha permesso loro di espandersi in Italia:
All’inizio non è facile. Anche a Parigi le cose non sono andate subito bene. La gente deve abituarsi a idee così alternative. Poi è arrivata la stampa che ha parlato di noi e la gente è accorsa. Non abbiamo quasi mai spazi liberi e c’è gente che si sente così a casa che viene a dormire sui nostri divani».
L’apertura del locale a Roma è costata (tra burocrazia, ristrutturazione e macchinari) circa 100mila euro. L’80% per cento dei soldi messi dai soci, il resto frutto di un prestito bancario. In futuro puntano ad aprire nuovi spazi nelle maggiori città italiane, Milano dovrebbe essere la prima e poi stanno studiando come creare un franchising:
Chi vuole investire nel business deve affrontare due difficoltà principali: c’è senza dubbio la burocrazia italiana che spesso è un vortice dal quale è difficile uscire. E poi imparare come comunicare al meglio l’idea. Gli italiani sono molto diffidenti e quando gli spieghiamo che possono usufruire di prodotti in modo illimitato, si chiedono sempre dove sia la fregatura. Qui serve un tempo maggiore per far assorbire ai clienti un prodotto innovativo».
Cosa consigli a chi volesse provarci?
Innanzitutto, di non spaventarsi: i primi mesi sono i più complessi, il pubblico deve comprendere a pieno la novità. Per questo è importante lavorare sul customer care, formare i dipendenti in modo che sappiano spiegare il funzionamento del posto al cliente non appena varca la porta. Il cliente è qui al centro più che altrove: agli abbonati, per esempio, chiediamo di inviarci una loro foto. Così possiamo riconoscerli e dargli del tu. Infine, direi ascoltare ed esaudire i desideri di tutti: chi viene da noi può organizzare un evento (da un concerto a una lezione sui fumetti), chiedere un gioco da tavolo che non abbiamo, un caffè o un tè di un certo tipo… Solo così possiamo creare una comunità forte dove tutti collaborano e contribuiscono al successo dell’iniziativa».
INFO: http://anticafe.fr/it/
Giancarlo Donadio
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