I laureati italiani sono soddisfatti delle loro scelte di studio, trovano lavoro più dei diplomati e guadagnano di più. Ma permane il divario tra Nord e Sud. E continuano a esserci differenze di genere e sociali. È quanto emerge dal XXIV Rapporto AlmaLaurea, l’annuale fotografia su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati, presentato oggi all’Università di Bologna.
Il Rapporto sul Profilo si basa su sondaggi condotti su circa 300mila laureati del 2021, provenienti da 77 atenei. Quello sulla Condizione occupazionale ha coinvolto invece 660mila laureati (di 76 università) e analizza i risultati raggiunti nei mercati del lavoro nel 2020, 2018 e 2016, a uno, tre e cinque anni dalla laurea.
Gli indicatori fanno emergere una valutazione positiva dell’università con l’88,8% degli intervistati che si dichiara soddisfatto per il rapporto con i docenti e il 72,9% che confermerebbe la scelta compiuta, sia di corso sia di ateneo.
I più inclini a spostarsi per motivi di studio sono i laureati magistrali. E le migrazioni sono quasi sempre dal Mezzogiorno al Centro–Nord (28,0% dei giovani del Sud). La famiglia di origine influenza la scelta dell’università e l’entrata nel mercato del lavoro. I laureati con almeno un genitore in possesso di un titolo universitario sono il 30,9% (nel 2011 erano il 26,9%). Il contesto culturale e sociale della famiglia influenza anche la scelta del corso di laurea. L’età media alla laurea si abbassa: nel 2021 è pari a 25,7 anni (nel 2011 era 26,9 anni).
Laureati e lavoro
Nel lavoro c’è un leggero miglioramento del tasso di occupazione a un anno dal titolo (+2,9 punti percentuali rispetto al 2019 per i laureati di secondo livello, +0,4 per chi ha conseguito la triennale). Nel 2021 l’occupazione a un anno dalla laurea è al 74,5% tra i laureati magistrali.
Crescono le retribuzioni (+7,7% e +9,1% per i laureati di secondo e primo livello). Ma per i neolaureati il mercato del lavoro è ancora instabile: aumentano i contratti a tempo determinato. C’è sfiducia nelle istituzioni. Al contrario, si registra un’ampia fiducia nella tecnologia, nella rete di relazioni sociali e nella famiglia, ritenuti fattori cruciali per il miglioramento delle possibilità occupazionali e professionali.
Laurearsi conviene, stando ai dati. Nel 2021 il tasso di occupazione della fascia di età 20-64 anni tra i laureati è pari al 79,2% a fronte del 65,2% dei diplomati (dati ISTAT). Nel 2017 un laureato guadagnava il 37,0% in più rispetto a un diplomato (fonte OECD). Quanto alle immatricolazioni, nel 2020/21 si registra un +21% rispetto al 2013/14 (fonte MUR). C’è stato un leggero calo nell’ultimo anno (-3%), più forte nelle università del Sud (-5%).