Arriva il postino privato

Di
Redazione Millionaire
9 Agosto 2012

Settore promettente, in piena crescita e appena liberalizzato. Tutto facile? Provate a leggere la storia che stiamo per raccontarvi

Leonardo Trevisi ha 27 anni, una laurea specialistica in Filosofia e molto spirito di iniziativa. Vive in Puglia (Campi Salentina, provincia di Lecce) e qui le opportunità occupazionali non abbondano. Forte dei suoi studi, ha provato a inventarsi la professione di “consulente etico”, ma si è sentito dire che in epoca di crisi le aziende non investono nel “superfluo”. In lui matura allora la decisione di mettersi in proprio. «Nell’autunno del 2010 comincio a cercare idee su Internet e mi imbatto in un sito che tratta il business delle poste private. L’argomento mi interessa e lo approfondisco» spiega lui. Il momento sembra perfetto: dopo un processo iniziato nel 1998, sotto la spinta delle direttive dell’Unione Europea, il settore postale sembra arrivato a una liberalizzazione quasi totale. Questo in teoria, ma la realtà, come spesso succede, è un po’ diversa.

La data ultima dell’1 gennaio 2011 è già stata superata, ma molti privilegi di Poste Italiane restano ancora in piedi.

Leonardo Trevisi si interroga sulle modalità con cui realizzare il suo progetto. «Le alternative sono due: fare da soli o appoggiarsi a un network. Nel primo caso, si è flessibili e indipendenti. Il problema, però, è che, in assenza di una rete estesa, per la consegna e il ritiro della posta in zone non coperte direttamente ci si deve appoggiare a Poste italiane. La conseguenza? Si perde in efficienza e, naturalmente, in guadagni».

Questo è il motivo principale per cui Trevisi si orienta verso un’apertura in rete e non “in solitaria”. Ma non è l’unico. «Non avendo alcuna esperienza nel settore specifico, ma neppure competenze nell’ambito burocratico, economico e imprenditoriale, ho preferito farmi affiancare da professionisti».

La prima ricerca, come detto, avviene on line. Da qui emerge il nome di Mail Express Poste private, primo operatore privato italiano del settore. Nato all’inizio degli anni Duemila, oggi conta 260 agenzie in franchising e una copertura del territorio pari al 50%. Una prima analisi risulta confortante: il fatturato ha registrato una netta crescita, passando da 2,1 milioni di euro del 2006 a 8,6 del 2010. La sua offerta riguarda i servizi postali base (raccomandata, posta semplice, posta elettronica ibrida…) e quella a valore aggiunto (il ritiro a domicilio, la tracciatura elettronica…).

«Sul sito ho verificato che la città di Molfetta è libera. Susanna Altamura – la mia fidanzata nonché futura socia – è originaria di questo paese. Qui contiamo su una notevole rete di conoscenze che ci può agevolare il lavoro, specie all’inizio. Incontriamo il referente di Lecce» spiega lui. Il franchisor, per avere successo, sottolinea l’importanza dei contatti e della capacità lavorativa. Leonardo e Susanna si sentono a cavallo. Poi, la doccia fredda. «L’investimento iniziale, che dipende dal bacino d’utenza della zona presa in esclusiva, viene quantificato in circa 27mila euro, comprensivi di fee d’ingresso e arredamento del locale (che deve essere di almeno 60 mq). A ciò va aggiunta una royalty di 250 euro al mese, che ci dicono essere azzerata qualora si raggiunga un certo livello di guadagni».

Pur spaventati dall’investimento, Leonardo e Susanna sono ben disposti all’affiliazione con Mail Express, quando si ricordano che un’amica di famiglia aveva aperto un’agenzia due anni prima proprio con questo franchisor. E fanno quello che tutti gli aspiranti franchisee dovrebbero fare: si confrontano con le esperienze di chi già si è affiliato. «Il colloquio è stato molto interessante. La nostra amica aveva trovato i guadagni esigui. E aveva chiuso. Il figlio aveva aperto con un altro operatore: Tnt Post».

Tnt Post, in effetti, in Italia è oggi il primo concorrente di Poste Italiane. Parte del gruppo olandese Tnt Nv, si è costituito nel 1998, attraverso varie acquisizioni. Oggi conta in Italia 2.000 dipendenti, 214 filiali dirette e indirette, 4.000 clienti al giorno e una quota di mercato del 7%. Leonardo e la fidanzata prendono perciò contatto con Tnt Post (www.tntpost.it). La prima sorpresa è che non è un franchising, ma opera in partnership, con un sistema di mandatari e submandatari. «Per raggiungere la stabilità, servono almeno tre anni di attività» spiega Michele Maggi, della sede di Bari. «Ai 4.200 euro per insegna e materiali vari vanno aggiunti l’arredamento e le attrezzature del locale. Nel nostro caso, siamo andati all’Ikea e abbiamo speso circa 300 euro. Di computer, abbiamo portato quello che avevamo già, ma la spesa si può contenere in poche centinaia di euro» continua Trevisi. Ma non è solo una valutazione economica a orientare le scelte dei due giovani imprenditori. «Già in un primo colloquio, gli incaricati di Bari ci hanno mostrato tutti gli accordi che Tnt Post aveva già stipulato a livello nazionale con banche, enti e aziende per la consegna della posta. Analizzando il traffico di corrispondenza della zona e calcolando un guadagno medio di 30 centesimi a lettera, ho valutato che già questo bastava a garantirci la sopravvivenza. Poi stava a noi sviluppare il business e trovare nuovi clienti. Sulla posta locale, che ritiriamo e consegniamo, il guadagno è dell’80%; su quella che invece accettiamo, ma viene consegnata altrove, ci si limita al 5%. Per convincere i potenziali clienti, possiamo far riferimento alle tariffe minori e all’efficienza superiore rispetto a Poste Italiane».

L’unico neo riguarda la zona in cui aprire: Molfetta, area libera con Mail Express, non lo è per Tnt Post. Anzi, le città rimaste libere, in Puglia, sono solo due: Gallipoli e Casarano. Leonardo e Susanna analizzano le due località e ritengono più promettente Casarano, popoloso e industrializzato comune salentino con buone prospettive di crescita.

«Con Leonardo, ci siamo divisi i ruoli. Nessuno di noi aveva competenze specifiche legate al fare impresa, ma ci siamo messi d’impegno a imparare. Lui si è occupato più della burocrazia (aprire la società, chiedere le autorizzazioni…), mentre io ho cercato i locali. Prima abbiamo visitato la cittadina, per capire quali fossero le zone in cui poteva essere più strategico aprire. Poi sono tornata da sola, a caccia di cartelli “affittasi”. Siamo stati fortunati a trovare un locale a posto. Per 65 mq centrali paghiamo 550 euro al mese» spiega Susanna Altamura.

L’altra voce di spesa rilevante riguarda il personale. «L’attività richiede tre persone. Susanna sta in ufficio, io mi occupo di trovare nuovi clienti. Abbiamo poi assunto una ragazza della zona, come portalettere. Per sei ore al giorno, lei percepisce 750 euro al mese, mentre a noi ne costa 1.000. Avremmo potuto aspettare ad assumerla, ma preferiamo essere sin da subito strutturati per far crescere l’attività» spiega Leonardo.

I tempi per far partire l’attività sono rapidi: due mesi e mezzo appena.

«La partnership comprende un corso di due giorni e il servizio di affiancamento. Dobbiamo tenere un registro e segnare tutta la corrispondenza in transito. Il primo giorno con la posta da consegnare, poi, è stato traumatico: benché la portalettere fosse della zona e io la accompagnassi, non riuscivamo a trovare alcuni degli indirizzi. Ci siamo trovati a vagare per le campagne e chiedere aiuto ai passanti. Ma già dal secondo giorno è andata meglio». L’attività è appena all’inizio, ma i due imprenditori hanno già le idee chiare. «Pensiamo di affiancare al servizio di posta altre attività: trasferimento di denaro, pagamento di bollettini, vendita di ricariche telefoniche e abbonamenti Sky. Alcuni servizi portano guadagni esigui, ma generano traffico e attirano clienti» aggiunge Susanna.

Già nelle settimane successive, la routine si consolida e c’è la possibilità di fissare i primi incontri con i potenziali clienti (enti e aziende) interessati ad appoggiarsi a questo ufficio anziché alle Poste.

INFO: Ls Mail Office Snc Di Leonardo Trevisi & C., Casarano (Le), piazza S. Domenico 5, tel. 0833 505117

N.B. La vicenda raccontata è soggettiva, così come il punto di vista espresso. Nell’apertura di un punto vendita di poste private ognuno è invitato a fare le sue valutazioni.

cosa c’è da sapere

Poste Italiane. In teoria, il suo monopolio è scaduto nel gennaio 2011. In pratica, resta il primo operatore, difficile da scalzare. A Poste Italiane tocca l’onere di fornire il servizio base o universale (che comprende invio di lettere, pacchi, raccomandate e assicurate) su tutto il territorio nazionale, isolette lontane e comuni montani compresi. I servizi postali non rientranti nel servizio universale sono tipicamente quelli con un valore aggiunto per l’utente rispetto al semplice invio (maggiore velocità, sicurezza…).

Riserva postale. L’area di spedizioni appannaggio esclusivo di Poste Italiane, prima della completa liberalizzazione del settore. Ora restano a Poste Italiane tutti gli invii relativi a procedure giudiziarie e attività della Pubblica amministrazione. In attesa che anche i postini delle poste private ottengano la qualifica di “messo comunale”.

Liberalizzazione europea. La direttiva comunitaria 2008/6/CE ha fissato all’1 gennaio 2011 la completa liberalizzazione del mercato postale in Italia (che diventa il 31 dicembre 2012 per Paesi come Grecia, Ungheria, Malta e Slovacchia). A oggi, la liberalizzazione sembra partita con il freno tirato. L’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato, www.agcm.it) segnala che la vigilanza sui mutamenti nel settore viene affidata a un organismo che opera al servizio delle amministrazioni pubbliche.

Gli operatori. In Italia risultano in attività 390 operatori nell’ambito del servizio universale e 1.250 al di fuori di questo.

L’autorizzazione. Per erogare i servizi postali bisogna chiedere una licenza rilasciata dalla Direzione generale per la regolamentazione del servizio postale (costa circa 600 euro). Nel caso di servizi non universali basta dichiarare al Ministero di voler iniziare l’attività: dopo 45 giorni il silenzio equivale all’assenso.

Mail Express: quando conviene. «La fee d’ingresso varia tra 2mila e 15mila euro, a seconda del bacino d’utenza. Al di sotto di 12mila abitanti, non è conveniente aprire. La metratura minima è di 60 mq. I guadagni sono variabili. L’attività consiste nella consegna della corrispondenza, nel data entry e nello sviluppo di nuovo business. Nella fee è compreso un corso di formazione» spiega Cinzia Core, dell’ufficio marketing di Mail Express.

INFO: www.mailexpress.it

Tnt: tutti i dettagli. «Siamo in Italia dal 1998, conosciamo bene il Paese e lo riteniamo ricco di un grande potenziale. A oggi copriamo il 55% delle famiglie, ma contiamo di arrivare al 70% entro il 2011. Rispetto a Poste Italiane, abbiamo prodotti qualitativamente migliori (le nostre consegne arrivano nei tempi concordati nel 98% dei casi) e più economici. Lavoriamo in regime di partnership: non chiediamo fee e mettiamo a disposizione i clienti già acquisiti sul territorio (oltre 10mila, in tutta Italia). I nostri partner ideali? Intraprendenti, ben organizzati, con buone capacità di gestire e sviluppare la clientela. I guadagni dipendono dalle attitudini imprenditoriali, ma contano su una base di partenza già buona» spiega Valentina Pavan, direttore marketing centrale di Tnt Post. INFO: www.tntpost.it

La storia 2

«Franchising addio, io vado avanti da solo»

Stefano Venneri è un tipo intraprendente. E infatti legge Millionaire tutti i mesi. Lui ha 37 anni, è originario di Gallipoli (Le), ma vive ad Alessandria. È un deejay, detiene vari record mondiali (183 ore alla console di radio Bbsi senza dormire, 865 abbracci in 21 minuti), tutti con risvolti sociali, e si occupa del quotidiano on line Agenfax (www.agenfax.it).

Non contento, ad agosto 2010, è entrato nel business delle poste private.

«Ho iniziato con il franchising Poste&poste, perché non sapevo nulla del settore. Ho ricevuto informazioni e assistenza. La fee era di 1.500 euro e le royalty di 300 euro al mese. L’investimento per aprire un’agenzia di 70 mq in un quartiere centrale di Alessandria è stato di 12mila euro circa (per computer, arredamento, videosorveglianza…). In barba alla scaramanzia, abbiamo inaugurato il 17 settembre alle ore 17. Ma quasi subito abbiamo deciso di andare avanti da soli: avevamo capito come funzionava il business ed era un peccato pagare le royalty al franchisor. Ogni mese spendiamo circa 10mila euro per il personale, mentre l’affitto ci costa 580 euro» spiega Venneri.

Il servizio viene subito strutturato in grande: otto portalettere assunti ad Alessandria («Soprattutto donne: sono veloci e motivate») e una quindicina a chiamata in provincia. «Fra i nostri punti di forza: la cortesia (accogliamo tutti con un sorriso, offriamo il caffè, regaliamo gadget), le tariffe (più basse di Poste Italiane) e gli orari (8-13, 15-19 da lunedì a sabato, 9-12 domenica). In quattro mesi abbiamo avuto 500 clienti, di cui il 10% aziendali e a dicembre abbiamo raggiunto un fatturato che ha pareggiato le spese» spiega Venneri. E il futuro? «Grandi progetti: aprire nuove agenzie, fra Alessandria e provincia, allestire un camper mobile per arrivare ancora più vicini ai clienti, offrire i nostri servizi a bordo dei treni privati. Se ben gestita questa è un’attività bellissima: ti mette in contatto con le persone e di permette di tirare fuori tutto il tuo entusiasmo» conclude Venneri.

INFO: www.posteprivatealessandria.it

l’esperto

come scegliere la rete giusta

«Prima di tutto, valutate il bacino d’utenza della zona in cui volete aprire. Non solo e non tanto dei privati, quanto soprattutto delle Partita Iva e delle piccole e medie aziende. È qui infatti che un servizio di posta privata può pescare i clienti più promettenti» spiega Antonio Montefinale, esperto di startup per Creaimpresa (www.creaimpresa.it). E continua: «Per scegliere la rete giusta, bisogna confrontare le tariffe dei servizio e il loro livello di efficienza, quindi valutare l’investimento necessario e i tempi di rientro».

Lucia Ingrosso, Millionaire 3/2011

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